Attore per caso, famoso grazie al suo straordinario talento: scopriamo insieme la storia di Pietro Sermonti e tutte le curiosità imperdibili incastonate nel suo percorso, tra set e vita privata…
Volto amato di Un medico in famiglia e Boris, con una carriera importante e densa di successi, Pietro Sermonti è uno degli attori di maggior successo nella scena italiana e ora andiamo a fare un tuffo nella sua biografia! Ecco tutto quello che forse vi siete persi sulla sua storia!
Pietro Sermonti: la biografia
L’attore Pietro Sermonti è nato a Roma, dove vive, il 25 ottobre 1971 sotto il segno dello Scorpione. È salito alla ribalta con il ruolo di Guido Zanin nella serie televisiva Un medico in famiglia, con un percorso di successo consacrato in televisione con i personaggi di Stanis La Rochelle in Boris e Alessandro Ferraro in Tutto può succedere…
Pietro Sermonti: la vita privata
Pietro Sermonti è figlio di Vittorio Sermonti, famoso scrittore e dantista romano, e di Samaritana Rattazzi, imprenditrice piemontese figlia del conte Urbano Rattazzi e di Susanna Agnelli.
Per quanto riguarda la sua vita privata, Pietro Sermonti ha fatto spesso capolino sulle cronache rosa insieme ad alcune donne famose con cui ha avuto una storia d’amore. Tra le più famose, riporta DiLei, quella con Alessia Marcuzzi, tra il 2009 e il 2010, conosciuta sul set di Un amore di strega.
Poi la relazione con la collega Margot Sikabonyi, riporta Oggi, con lui sul set di Un medico in famiglia, e quella con un’altra attrice, come ricostruisce Elle. Stiamo parlando di Margherita Vicario, con la quale avrebbe avuto una relazione dal 2011 al 2016 all’insaputa di molti.
Pietro Sermonti non si è sposato e non ha avuto figli, ma a Vanity Fair, in una intervista, aveva rivelato di essere innamorato e di aver abbattuto un “muro” grazie alla compagna, sognando un figlio…
Sul set ha vissuto la “paternità” molte volte attraverso i suoi ruoli, come ha raccontato alla stessa testata: “In Tutto può succedere sono stato padre di un bambino Asperger, sperimentando così quello che hanno attraversato i miei genitori. Io avevo una sorella maggiore che se n’è andata a quattro anni“. Un lutto, quello per la morte della sorella Anna, avvenuto quando Pietro Sermonti era molto piccolo, per questo non conserva molti ricordi, ma che lo avrebbe segnato tantissimo.
Mentre girava la seconda stagione di Tutto può succedere, l’attore ha perso il papà: “Recitare con quel dolore addosso – ha raccontato a La Stampa –, chiamare papà un altro attore quando hai perso il tuo da tre giorni, va contro le leggi della fisica“.
A spronarlo ad uscire dal “guscio” in cui viveva da bambino, complice il dolore della famiglia per la perdita della sorella, sarebbe stato proprio il papà, come ha spiegato al quotidiano: “Mi ha dato le chiavi per uscire dalla solitudine in cui vivevo da bambino: il senso del gioco, la sostanza magica che mi ha salvato“.
Pietro Sermonti in 5 curiosità
– Non ama i social e non ha un profilo Instagram.
– Conserva uno scatolone pieno di firme di sconosciuti. Il motivo? Sono vecchi “autografi” di tanti dei fan che lo fermavano per strada per chiederne uno a lui all’alba del grande successo! Pare che l’attore, “per una questione di uguaglianza“, come ha detto a Vanity Fair, fosse solito contraccambiare l’affetto facendosi lasciare un ricordo dei suoi sostenitori.
– È tifoso della Juventus, passione ereditata dal padre insieme a quella per i libri e le parole…
– Prima di intraprendere la carriera nella recitazione giocava a calcio, passione rimasta nel suo cuore anche dopo aver appeso le scarpette…
– Il suo debutto come attore è avvenuto per caso e in modo curioso: mentre lavorava come assistente alla regia per uno spettacolo teatrale, “Il Gabbiano”, ha raccontato a Vanity Fair, si sarebbe trovato a dover sostituire uno dei protagonisti che era in ritardo: “Sono andato in scena al suo posto. Lì ho avuto la netta percezione di essere un uomo molto più sincero quando recitavo…“.