Aria sfrontata e passione sfrenata: questo il biglietto da visita di Piero Gros, che ha fatto la storia dello sci alpino degli anni ’70.
Piero Gros ha scritto la storia dello sci negli anni Settanta, insieme ai suoi compagni di nazionale. Nel suo palmarès è riuscito ad inserire una Coppa del Mondo generale ed una Coppa del Mondo di slalom gigante, ma anche un oro olimpico ed uno mondiale. Conosciamolo meglio.
Chi è Piero Gros: biografia e carriera
Nato a Sauze d’Oulx, in provincia di Torino, il 30 ottobre 1954 (sotto il segno dello Scorpione), Piero Gros sin da giovane si è fatto notare sulle piste da sci. Il suo talento lo ha fatto emergere nelle gare giovanili, portandolo in Nazionale a soli 16 anni, grazie alla vittoria nei Campionati Italiani Aspiranti.
Nella stagione 1971-1972 ha esordito in Coppa Europa ed in Coppa del Mondo, vincendo le prime due gare disputate che gli valsero il titolo del “più giovane vincitore di una gara di Coppa del Mondo” di sci alpino maschile.
Nella stagione successiva lo sciatore azzurro si è conquistato la Coppa del Mondo assoluta ed anche quella di slalom gigante, davanti a Gustav Thöni e Hansi Hinterseer. Inoltre ha contribuito ad un risultato storico per la nazionale italiana: il piazzamento nello slalom gigante di cinque sciatori azzurri con Gros posizionatosi al primo posto.
Un’impresa epocale compiuta dalla “Valanga azzurra” nome coniato per evidenziare l’impresa della nazionale di sci alpino italiano. Inoltre lo sportivo ha conquistato la medaglia di bronzo ai Mondiali di Sankt Moritz nella specialità dello slalom gigante.
Nel corso della stagione 1974-1975 arrivò quarto nella classifica di Coppa del Mondo, secondo in quella di slalom gigante e terzo nello di slalom speciale. Nella stagione 1975-1976 arrivò secondo in Coppa del Mondo e terzo nelle classifiche di slalom gigante e slalom speciale.
Piero Gros si riscattò alle Olimpiadi invernali di Innsbruck 1976, vincendo l’oro nello slalom speciale. Ai Mondiali di Garmisch-Partenkirchen 1978 lo sciatore azzurro ha vinto la medaglia d’argento nello slalom speciale. In occasione dei Giochi olimpici invernali di Lake Placid 1980 si infortunò.
La sua carriera dopo il ritiro dallo sci
Piero Gros nel 1982, a soli 27 anni, decise di appendere gli sci al chiodo. Dopo il ritiro dalle gare è riuscito ad occuparsi ancora di sci come commentatore sportivo per la televisione, collaborando per Telecapodistria.
In seguito è passato in Rai (dal 1990 al 1995), per poi avviare una lunga collaborazione – durata 26 anni – con la Televisione svizzera di lingua italiana.
L’ex sciatore ha anche ricoperto dei ruoli dirigenziali, come nel caso dei Mondiali di Sestriere 1997; mentre come membro dell’organizzazione dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006 ha avuto l’onore di prendere anche parte alla staffetta della fiamma olimpica, durante la cerimonia di apertura dei XX Giochi olimpici invernali.
Fuori dall’ambiente sportivo, ha svolto la mansione di sindaco del suo paese: come primo cittadino di Sauze d’Oulx è stato in carica dal 1985 al 1990. A partire dal 2015 si è dedicato al settore dell’accoglienza con l’attività a conduzione familiare “Appartamenti Piero Gros“, presso la frazione Jouvenceaux a Sauze d’Oulx.
La leggendaria squadra di sci alpino degli anni Settanta, guidata da Mario Cotelli, è protagonista del documentario “La Valanga Azzurra” di Giovanni Veronesi presentata al cinema dal 21 al 23 ottobre 2024. Piero Gros è tra gli ospiti della puntata del 19 dicembre 2024 di “Splendida Cornice”, di Geppi Cucciari, in onda su Rai 3.
La vita privata di Piero Gros
Non si conoscono dettagli su quest’aspetto della vita di Piero Gros, ma dovrebbe essere felicemente sposato. Sui social si apprende che è padre di due figli: Giorgio e Giulia.
Curiosità su Piero Gros
– Sulla pagina Instagram “Appartamenti Piero Gros” trovano visibilità alcuni scatti dell’ex sciatore, come nel caso della sua medaglia olimpica e di qualche foto mentre gareggiava.
– Si è fatto conoscere giovanissimo sulle piste di sci che contano: per questo tutti hanno iniziato a chiamarlo Pierino.
– L’ex sciatore, parlando della sua pista preferita ha indicato quella di Kitzbühel, per poi menzionare quella di Madonna di Campiglio.
– Intervistato da Vanity Fair nell’ottobre 2024, ha svelato sul documentario “La Valanga Azzurra” qual è stata la cosa più bella secondo il suo parere. “La compagnia e poi la capacità e la bravura di Giovanni di farti sentire a tuo agio: niente di costruito, niente di rifatto. Non è un copione. Ci sono le sensazioni che ognuno di noi ha in funzione del suo carattere, del suo modo di essere. Per noi è tutta una sorpresa andare a scoprire cosa hanno detto ognuno di noi dell’altro. Il nostro è stato un gruppo davvero coeso davvero dove si rispettavano i valori dello sport. Chi parla di odio nello sport dovrebbe essere radiato: nello sport senza l’avversario non sei nessuno, non hai confronto, non hai possibilità di emergere”.