Fin dall’elezione nel 2013, Papa Francesco ha portato una ventata di cambiamento nella Chiesa. Ecco tutto quel che sappiamo su di lui!
Jorge Mario Bergoglio, da tutti meglio conosciuto come Papa Francesco, è il 266esimo pontefice della Chiesa cattolica e vescovo di Roma e ottavo sovrano della Città del Vaticano. Nella storia bimillenaria dell’Impero del cielo nessuno che viene dall’emisfero occidentale era arrivato a tanto. Il primo appartenente alla Compagnia di Gesù, il Sandro Padre ha una storia davvero affascinante da raccontare, protagonista di un percorso costellato da vari momenti solenni fino all’incarico più importante della sua vita. Scopriamo insieme chi è, anche attraverso qualche curiosità.
Papa Francesco: la biografia
Nato a Flores, un barrio di Buenos Aires, il 17 dicembre 1936 (Sagittario), è il primogenito dei cinque figli di Regina Maria Sivori, casalinga, e Mario Bergoglio, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna nella capitale argentina. Conseguito il diploma di perito chimico, per mantenersi il futuro Papa Francesco si destreggia tra vari lavori, compresi quelli di addetto alle pulizia e di buttafuori in un locale malfamato di Cordoba. In base a quanto dichiarato da egli stesso, aveva pure una fidanzata prima di sentire la vocazione.
Entra nel seminario di Villa Devoto e l’11 marzo 1958, a culmine di un triennio di intensi studi e profonda riflessione introspettiva, assume la decisione in grado di cambiare corso agli eventi: intraprendere il noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo una parentesi in Cile. A inizio anni Sessanta, convinto di aver trovato la propria via, fa voto di obbedienza ai tre consigli evangelici: povertà, castità e obbedienza.
Avido di sapere, ritorna a Buenos Aires, per laurearsi in filosofia presso il collegio di San Giuseppe nel 1963. Quindi, insegna per un triennio letteratura e psicologia al collegio dell’Immacolata Concezione di Santa Fé e, nel 1966, al collegio del Salvatore. Il 13 dicembre 1969 viene ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Prosegue dunque la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti. Di rientro in Argentina, è la figura guida di novizi a Villa Barilari a San Miguel, rettore del Collegio e docente presso la facoltà di Teologia.
Il mandato a capo dei gesuiti coincide con il colpo di stato militare in Argentina, guidato dal generale Jorge Rafael Videla. Durante la guerra sporca (1976-1983), una campagna della dittatura militare del regime al potere contro la sinistra e altri presunti sovversivi, tra le 10 mila e le 30 mila persone vengono fatte sparire (rapite, torturate e di solito uccise) dall’esercito e dalla polizia.
Il 31 luglio 1973 Bergoglio viene eletto provinciale dei gesuiti dell’Argentina e, in quanto tale, interviene nel caso delle sparizioni forzate e delle torture subite nell’ESMA (Escuela de Mecánica de la Armada) dai sacerdoti gesuiti Orlando Yorio e Francisco Jalics, che svolgevano compiti sociali nelle villa miseria di Buenos Aires, incontrandosi con i dittatori Jorge Rafael Videla ed Eduardo Massera per chiedere e ottenere il loro rilascio. Inoltre, mette in piedi una rete clandestina che organizzava la fuga in Brasile dei perseguitati, tra cui il legale Alicia Oliveira, tre seminaristi del vescovo Enrique Angelelli, lo scrittore Alfredo Somoza e gli attivisti Sergio e Ana Gobulin.
Per due volte il futuro Papa Francesco testimonia in processi per crimini contro l’umanità commessi nel corso della campagna del terrore, nella mega-causa contro l’ESMA – la sua dichiarazione di tre ore fu filmata e resa pubblica – e nel caso noto come il Piano Sistematico (Plan Sistemático), dove si indagava sul sequestro e la soppressione dell’identità di minori. Al termine di questo periodo buio per l’Argentina intera, assolve agli oneri di rettore, dal 1980 al 1986, del collegio di San Giuseppe, nonché di parroco a San Miguel. Nel marzo 1986 va in Germania per ultimare la tesi dottorale, per poi essere spedito dai superiori nel collegio del Salvatore a Buenos Aires. E, successivamente, nella chiesa della Compagnia nella città di Cordoba, in veste di direttore spirituale e confessore.
Tra il 1990 e il 1992 Bergoglio presta servizio nella città di Córdoba, abitando nella Residenza Maggiore che l’ordine possiede in centro città. Il trasferimento al lavoro come sacerdote a Córdoba sarebbe stata una sorta di punizione per i biografi e il diretto interessato lo definirà una parentesi di “purificazione interiore”. Che termina su disposizione del cardinale Quarracino, il quale lo reclama in qualità di suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo titolare di Auca e ausiliare della capitale argentina.
Il 27 giugno riceve nella cattedrale l’ordinazione episcopale direttamente dal cardinale. Assume il motto di Miserando atque eligendo (lett. “guardò con misericordia e lo scelse“) e nello stemma inserisce il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù. Subito diventa vicario episcopale della zona Flores e il 21 dicembre 1993 vicario generale. Nessuna sorpresa pertanto quando, il 3 giugno 1997, viene promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Trascorsi neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino, gli succede, il 28 febbraio 1998, nei panni di arcivescovo pioniere.
Il 21 febbraio 2001 Papa Giovanni Paolo II, tenendo un concistoro ordinario pubblico, lo crea cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino. Alla luce dell’investitura, il futuro Papa Francesco compie l’ingresso in varie organizzazioni, ovvero: la Pontificia commissione per l’America Latina, la Congregazione per il Clero, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il Consiglio ordinario della segreteria generale del sinodo dei vescovi e la Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Poiché arcivescovo di Buenos Aires, è, in aggiunta, membro della Conferenza episcopale argentina, ricoprendo il ruolo di presidente per due periodi consecutivi dal novembre 2005 al novembre 2011.
Nel 2005 l’allora cardinale Bergoglio, già presidente della Conferenza episcopale, dà il via al processo di beatificazione dei sei componenti della Società dell’Apostolato Cattolico dei Pallottini, assassinati nel 1976 nella strage di San Patrizio. Le controversie sulla legalizzazione dei matrimoni omosessuali e sull’aborto, tra le altre questioni, lo toccano da vicino. Ne parla anzitutto con Néstor Kirchner in seguito con la moglie, la presidente argentina Cristina Fernández de Kirchner, nonché con associazioni politiche, sociali, per i diritti umani, femministe, LGBT e ampie fasce della popolazione con posizioni a favore di tali decisioni.
Sui temi si scontra pure con la maggioranza dei vescovi argentini, nel momento di suggerire la convenienza per l’unione cattolica di acconsentire all’unione civile delle persone omosessuali, senza riscuotere opinioni concordi. Da arcivescovo e cardinale, il futuro Papa Francesco lascia un’impronta per l’umiltà, il conservatorismo dottrinale e l’impegno nei riguardi della giustizia sociale. Promuove il dialogo e si avvicina ai diversi gruppi, cattolici o meno. In parallelo, rafforza il compito pastorale nelle parrocchie, aumentando la presenza dei sacerdoti nelle ville miseria. Officia messe con le prostitute, visita le carceri e conferisce la libertà di agire ai rami progressisti della Chiesa. Tutto ciò gli vale il soprannome di “Vescovo dei poveri”.
Fondamentale è il contributo di Bergoglio nel bel mezzo dello sciopero agricolo del 2008. Nei colloqui con le autorità, suggerisce a Cristina Kirchner un “gesto eclatante” per risolvere la diatriba. L’idea funziona, a dimostrazione delle eccellenti doti diplomatiche di cui dispone.
L’11 febbraio 2013 accade il terremoto, capace di far tremare le fondamenta del Vaticano: al concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto, Benedetto XVI annuncia a sorpresa le dimissioni, rese poi effettive il 28 febbraio seguente.
Al quinto scrutinio, il Conclave indica il successore in Papa Francesco, così chiamato in onore di San Francesco d’Assisi. Del luglio dello stesso anno è la prima enciclica Lumen fidei, dedicata al tema della fede come dono divino da nutrire e rafforzare. Nel prosieguo, emanerà Laudato si’ (giugno 2015), incentrata sull’ambiente e l’ecologia, e Fratelli tutti (ottobre 2020), rivolta alla fraternità e all’amicizia sociale. Tra i viaggi apostolici effettuati si ricordano il primo a Lampedusa, per sensibilizzare le coscienze sul dramma dei migranti, ripreso pure nella spedizione nelle Americhe, dal forte impatto sull’opinione pubblica, in cui prima è a Cuba e poi negli Stati Uniti.
Durante la visita negli USA, porta l’attenzione dell’opinione internazionale su cause a lui care quali l’ambiente, la lotta al fanatismo religioso di qualsivoglia origine, le libertà individuali e civili, e i diritti umani. Nel frattempo, indice un giubileo straordinario a favore della misericordia, e compie in Africa (Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana) un viaggio apostolico. Per esprimere la vicinanza della Chiesa a questi Paesi apre la porta santa della cattedrale di Bangui in anticipo.
Le doti rappacificatorie hanno un’importanza cruciale in diverse situazioni critiche: persuade gli USA a desistere dall’attacco militare su larga scala contro la Siria al picco della guerra civile, viene ascoltato nell’accordo sul nucleare iraniano e l’intesa tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie locali (FARC), è fautore degli incontri con i capi della cristianità ortodossa al fine del superamento del Grande scisma.
È un intermediario eccezionale anche con la Repubblica Popolare Cinese in merito alla nomina dei vescovi e alla cooperazione antipandemica. Complice il Patriarcato di Mosca, sottoscrive un patto con la Russia, avente il proposito di proteggere i perseguitati cristiani in Medio Oriente e accelerare la transizione multipolare. Il fiore all’occhiello è comunque rappresentato dall’istituzione di un’alleanza con l’Islam, a lungo sognata da Giovanni Paolo II, formalizzata con il Documento sulla fratellanza umana.
Papa Francesco: la vita privata
In netta rottura con la tradizione, ha preferito non stabilirsi presso il Palazzo Apostolico, risiedendo, invece, nella meno sfarzosa Domus Sanctae Marthae (o Residenza di Santa Marta). Secondo i criteri di piena trasparenza, ha rinunciato, inoltre, a un compenso fisso, nonché alla limousine e all’autista, a favore dei trasporti pubblici, e cucina da solo. I suoi predecessori, a eccezione forse di Giovanni Paolo II, percepivano 2.500 euro di mensilità. La scelta è stata motivata dal desiderio d’imprimere un’inversione di tendenza e ispirare, anche nelle alte gerarchie ecclesiastiche, una maggiore modestia. Ha un profilo su Instagram.
30 curiosità su Papa Francesco
– L’unica fidanzatina avuta si chiama Amalia e vive oggi nello stesso quartiere di Buenos Aires in cui è nato. La donna ricorda che quel ragazzino, oggi diventato pontefice, le disse “se non mi sposo con te, mi faccio prete”. Andavano alle medie, avevano 12-13 anni. Bergoglio le consegnò una letterina. Ci aveva disegnato su una casetta bianca, con il tetto rosso. Sotto c’era scritto, “questa è la casa che comprerò quando ci sposeremo”, ha raccontato Amalia. “Non gli risposi mai. Volevo solo che sparisse”.
– L’arte lo ispira. Il pittore preferito? Marc Chagall. Ed è un appassionato lettore di Fëdor Dostoevskij e Jorge Luis Borges, nonché di autori classici, a partire da Alessandro Manzoni.
– Gli piace l’opera, il tango e il calcio.
– È un tifoso del San Lorenzo de Almagro, squadra di calcio argentina, e ha persino la tessera associativa, numero 88235N-0.
– Non guarda la Tv dal 15 luglio 1990, una promessa fatta alla Vergine del Carmelo. In occasione dell’amichevole tra Italia e Argentina, disputata nel 2013 proprio in suo onore, aveva fatto uno strappo al voto.
– Legge un solo quotidiano, La Repubblica, per dieci minuti al mattino.
– Per sei mesi, ha chiesto aiuto a una psichiatra: “Quando ero provinciale dei Gesuiti – ha confessato in un’intervista – , durante i giorni terribili della dittatura, in cui ho dovuto portare le persone in clandestinità per farle uscire dal Paese e salvare le loro vite, ho dovuto gestire situazioni che non sapevo come affrontare. Sono andato a trovare una signora – una grande donna – che mi aveva aiutato a leggere alcuni test psicologici per i novizi. Così, l’ho consultata una volta alla settimana. Immaginate cosa sia stato trasportare una persona nascosta nell’auto – solo da una coperta – e passare tre posti di blocco militari nella zona di Campo de Mayo. La tensione che generava in me era enorme”.
– Uno dei suoi metodi per combattere l’ansia è ascoltare Bach.
– Si immagina la morte “come Papa, in carica o emerito. E a Roma. Non tornerò in Argentina”.
– Il calciatore che lo ha emozionato di più è Renè Alejandro Pontoni. Attaccante argentino classe 1920, trascinò coi propri gol il San Lorenzo alla vittoria del campionato.
– Il film che ha amato di più è La strada di Federico Fellini, seguito a ruota da Roma, città aperta e La festa di Babette. Crede poi di aver visto tutti i film con Anna Magnani e Aldo Fabrizi, quando aveva tra i 10 e i 12 anni.
– Per consuetudine, consuma pasti sobri, ricchi di frutta e verdura. Tra le ricette predilette ci sarebbero la bagna cauda, l’insalata multicolore e i peperoni ripieni di calamari.
– Il momento religioso preferito è l’Adorazione serale: la sera, tra le 19 e le 20, sta davanti al Santissimo per un’ora in adorazione.
– Apprezza il buon vino, in particolare il Grignolino d’Asti.
– Nel 2016 nominò cardinale il reverendo Ernest Simoni, un prete albanese torturato e imprigionato nel corso del dominio comunista in Albania. Lo aveva commosso la sua testimonianza in un incontro a Tirana.
– Dopo la sua elezione a pontefice, andò personalmente a saldare il conto lasciato al residence romano che lo ospitava.
– A gennaio 2018 sposò in volo, ad una quota di 35 mila piedi, due assistenti di volo cileni che, a causa di un terremoto, si erano visti cancellare il loro matrimonio.
– Nonostante Francesco non ami granché i selfie, non sa sottrarsi alla richiesta di un bambino.
– Si alza dal letto alle 4:30 del mattino, fa un riposino dopo pranzo e si addormenta alle 10 di sera.
– Nei suoi viaggi porta sempre con sé in una cartellina nera il breviario, un libro di preghiere e il rasoio.
– Parla fluentemente lo spagnolo, l’italiano e il tedesco. Inoltre, ha una conoscenza di base dell’inglese, del francese e del portoghese.
– All’età di 21 anni, gli è stata asportata la parte superiore del polmone destro, per via di una grave forma di polmonite.
– Entrambi i genitori hanno origini italiane. Da parte di padre, il bisnonno Francesco era nativo di Montechiaro d’Asti, mentre il nonno Giovanni Angelo era nato in località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti, e la nonna Rosa era originaria di Piana Crixia, in provincia di Savona. Dal lato materno, la nonna arrivava dalla frazione Teo di Cabella Ligure, in provincia di Alessandria, mentre il nonno da Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna, in provincia di Genova.
– La votazione appartiene ai segreti del Conclave, eppure il dato è trapelato: la sua elezione ha messo d’accordo 90 cardinali su 115.
– A scuola era “un diavolo”, ha simpaticamente ricordato suor Martha Rabino di Buenos Aires.
– Nel 2001 ha visitato un ospedale con pazienti malati di Aids per potergli parlare e – nella celebrazione del Venerdì Santo, lavargli e baciargli i piedi.
– Sui preti pedofili ha detto: “Se c’è un prete pedofilo è perché porta in sé la perversione prima di essere ordinato. E sopprimere il celibato non curerebbe tale perversione. O la si ha o non la si ha”.
– È stato molto duro con una parte del clero argentino, reo di non battezzare i bambini figli di ragazze madri. Lo ha giudicato ipocrita, per aver dimenticato che Gesù battezzava i lebbrosi e mangiava con le prostitute.
– È critico nei confronti del Fondo Monetario Internazionale e del capitalismo del libero mercato, reo di contribuire alla povertà.
– Uno degli “oppositori” era la madre: malgrado fosse una devota cattolica, si diceva contraria alla strada imboccata dal figlio, salvo poi accettarlo e chiedergli la benedizione.