Il contributo dello storico Paolo Prodi è stato ragguardevole soprattutto come storico del diritto e della Chiesa.
Tra un politico, dirigente ed economista (Romano), un professore e politico (Vittorio), un fisico (Franco), un oncologo (Giorgio) e un matematico (Giovanni), c’è stato spazio anche per uno storico e accademico in famiglia, Paolo Prodi. Una eminente personalità del Novecento – come scrisse Giorgio Napolitano in seguito alla sua morte, il 16 dicembre 2016 a Bologna – per l’accuratezza e la finezza degli studi, specialmente di quelli dedicati alla Storia della Chiesa cattolica. Non meno significativo – ricordò l’ex Presidente della Repubblica – l’impegno civile e democratico in rapporto dialettico con la politica nazionale ed europea e in una dedizione ad ogni causa di progresso. Sulla base di tali premesse è chiaro che il personaggio in questione abbia lasciato un patrimonio culturale quasi sterminato. Proviamo a comprendere le tappe in grado di ergerlo a simbolo.
Paolo Prodi: la biografia
Paolo Prodi è nato il 3 ottobre 1932 (Bilancia) a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Laureatosi in Scienze Politiche all’Università Cattolica di Milano, dopo essersi aggiudicato una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum, si è poi perfezionato all’Università di Bonn, da allievo di Hubert Jedin, di cui ha proseguito l’opera di approfondimento sul Concilio di Trento. Ritenuto uno dei massimi esperti in storia del diritto e della Chiesa, nel 1973 ha fondato proprio col suo maestro l’Istituto storico italo-germanico di Trento, che ha diretto per più di due decenni. Professore di Storia moderna negli Atenei di Bologna (di cui è stato pure preside della Facoltà di Magistero), di Roma e di Trento (nonché rettore), è stato Presidente della Giunta Storica Nazionale, membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Accademia Austriaca delle Scienze.
Dal 1993 al 1994 è stato Deputato, eletto nelle fila del partito politico La rete, salvo poi abbandonare il movimento in dissenso con Leoluca Orlando. Tra i fondatori dell’Associazione di cultura e politica Il Mulino nel 1965, ha pubblicato con l’omonima casa editrice diverse opere illustri quali Giuseppe Dossetti e le Officine bolognesi, Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell’Occidente, Il Sovrano Pontefice. Un corpo e due anime, Il tramonto della rivoluzione, Settimo non rubare, Storia moderna o genesi della modernità?, Una storia della giustizia.
Paolo Prodi: la vita privata
È stato lungamente sposato alla moglie Dede, che gli è stata accanto fino al resto dei suoi giorni, e padre di quattro figli: Giovanni, Gabriele, Marta e Mario. Vivevano a Bologna. Non è noto il patrimonio.
3 curiosità su Paolo Prodi
– È stato nominato Grand’ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e ha ricevuto due medaglie ai benemeriti della cultura e dell’arte.
– L’Università di Trento gli ha intitolato il palazzo del Dipartimento di Lettere e Filosofia.
– Nel 1945, a 13 anni, vide uccidere il suo parroco, accusato dai partigiani di cooperazionismo con i tedeschi.