2018. La storia di Pamela Mastropietro si imprime sulle pagine dei giornali come uno dei capitoli più atroci della cronaca nera. Ecco chi era la giovane vittima di omicidio, dalle origini al processo per la sua morte.
Pamela Mastropietro è stata uccisa nel 2018, il suo corpo senza vita, fatto a pezzi e nascosto in due valigie, trovato lungo una strada a Macerata. Chi era la ragazza massacrata senza pietà all’età di 18 anni e perché la sua storia – raccontata in uno speciale televisivo su Sky intitolato Delitti – Pamela – è una delle più atroci mai accadute, dentro e oltre i confini dell’Italia…
Chi era Pamela Mastropietro: la storia
Pamela Mastropietro è nata a Roma, quartiere San Giovanni, il 23 agosto 1999 sotto il segno della Vergine. Nel 2017, all’età di 18 anni, avrebbe fatto il suo ingresso in una comunità per tossicodipendenze iniziando un percorso di recupero dopo alcuni problemi. Pochi mesi dopo, nel gennaio 2018, il suo corpo senza vita, fatto a pezzi e diviso in due trolley, è stato trovato nelle campagne di Macerata.
A lei e alla tragica storia del suo omicidio è dedicato lo speciale in due puntate dal titolo Delitti – Pamela, in onda martedì 22 e mercoledì 23 marzo 2022 su Crime+Investigation (canale 119 di Sky).
L’omicidio di Pamela Mastropietro e il processo
Il cadavere di Pamela Masropietro è stato scoperto il 31 gennaio 2018, in due valigie abbandonate sul ciglio della strada a Pollenza, nelle campagne intorno a Macerata. L’efferatezza del delitto è emersa in tutta la sua brutalità fin dal primo istante del ritrovamento: il corpo della 18enne è stato fatto a pezzi senza pietà.
È lì che, secondo l’accusa, un pusher nigeriano allora 29enne, Innocent Oseghale, l’avrebbe lasciato dopo averla uccisa. L’uomo, avrebbero ricostruito poi il processo e la sentenza a suo carico, avrebbe assassinato Pamela Mastropietro con due coltellate al fegato dopo averla stuprata approfittando del suo stato di fragilità. La giovane, secondo la ricostruzione riportata dall’Ansa, il giorno prima della morte sarebbe fuggita dalla comunità terapeutica in cui si trovava.
Oseghale ha sostenuto che la ragazza avrebbe avuto un malore dopo essersi iniettata eroina, finendo per perdere la vita. Stando alla sua versione, preso dal panico ne avrebbe smembrato il corpo per disfarsene. In primo e secondo grado di giudizio, Oseghale è stato condannato all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dalla violenza sessuale, vilipendio, distruzione e occultamento di cadavere.
Nel 2022, la Cassazione ha confermato la condanna, ma ha annullato la sentenza d’appello in riferimento al reato di violenza sessuale, disponendo la celebrazione di un appello bis a Perugia (al cui esito sarebbe determinata l’entità della pena con possibile riduzione).
Per la giustizia una certezza: è Oseghale il colpevole dell’omicidio di Pamela Mastropietro. Alessandra Verni, madre della vittima, ha espresso il suo dolore e la sua amarezza per l’esito del giudizio: “Ammazzano, violentano, fanno a pezzi e lo Stato italiano non fa nulla“. Oseghale fu arrestato con i connazionali Desmond Lucky e Lucky Awelima, poi scagionati dall’accusa di aver avuto un ruolo nell’omicidio.