Pakhshan Azizi: la biografia, la carriera, la vita privata e tutte le curiosità sull’attivista reclusa nello stesso carcere di Cecilia Sala.
Cecilia Sala ce l’ha fatta. Dopo qualche giorno reclusa in un carcere in Iran, ha potuto riassaporare la libertà. Potrebbe invece non avere altrettanta fortuna un’altra donna forte, imprigionata e condannata a morte dalla Corte Suprema Iraniana. Si tratta di Pakhshan Azizi, operatrice umanitaria curda arrestata nell’agosto del 2023 per “ribellione” e appesa a un’unica speranza, un ultimo ricorso prima dell’esecuzione da parte del boia.
Scopriamo insieme alcune curiosità sulla sua carriera, la sua vita privata e l’incredibile e drammatica vicenda che purtroppo la sta vedendo protagonista.
Pakhshan Azizi: la biografia
Non conosciamo dettagli sulla biografia di Pakhshan Azizi e sulla sua famiglia. Sappiamo solo che è una ragazza classe 1984 di origini curde e che ha almeno una sorella, Pashang, arrestata a sua volta insieme a Pakhshan e al padre Aziz con l’accusa di “ribellione”. Mentre Pashang e il genitore sono stati però scarcerati su cauzione dopo circa due settimane, Pakhshan non è stata altrettanto fortunata, e ha dovuto affrontare un processo culminato, al momento, con la condanna a morte.
Pakhshan Azizi: la carriera
Sulla carriera di Pakhshan non abbiamo molte informazioni. Sappiamo che è un’operatrice umanitaria e un’attivista della società civile, accusata di “ribellione armata contro lo Stato” per via delle sue attività, completamente pacifiche, a favore dei diritti umani nello Stato islamico.
Pakhshan è stata infatti protagonista, tra il 2014 e il 2022, di diverse operazioni a donne e bambini sfollati in seguito agli attacchi di milizie armate nel nord-est della Siria e nella regione del Kurdistan iracheno.
Arrestata il 4 agosto 2023 dall’Intelligence, è stata trasferita nella prigione di Evin, a Teheran, la stessa in cui è stata incarcerata Cecilia Sala. Per cinque mesi è stata tenuta in isolamento prolungato, senza poter avere contatti né con il suo legale, né con la sua famiglia.
Durante questo periodo è stata sottoposta a torture e maltrattamenti di altro genere. L’obiettivo dell’Intelligence era avere una confessione sui suoi legami con gruppi di opposizione curdi, da lei ripetutamente negati.
Il processo a suo danno si è svolto in due sessioni, il 28 maggio e il 26 giugno 2024. Il ricorso alla Corte suprema portato avanti dai suoi legali è stato respinto. Al momento rimane quindi ancora valida la condanna a morte ai suoi danni.
Parlando ai media iraniani di questa vicenda drammatica, il legale di Pakhshan ha reso nota l’intera storia a tutto il mondo: “Non solo la signora Pakshan Azizi non ha mai intrapreso operazioni armate, ma dal 2015/2016, a causa dei crimini di Da’esh, ha lavorato come assistente sociale nell’area del Rojava nel nord-est della Siria, aiutando i rifugiati e le vittime dello Stato islamico“.
Nonostante non ci siano prove a suo danno, al momento la situazione per Azizi resta disperata e la sua morte potrebbe solo allungare un elenco già drammatico. All’indomani della rivolta “Donna, Vita, Libertà” le autorità iraniane hanno infatti intensificato l’uso della pena di morte per rafforzare la loro presa di potere. Nel 2023 le esecuzioni sono state almeno 853, l’anno dopo circa un migliaio, per la maggior parte a danno di membri di minoranze etniche. Le donne messe a morte solo nel 2024 sono state 31.
Una situazione tragica che è stata evidenziata più volte da voci di grande rilevanza internazionale, come Narges Mohammadi, l’iraniana vincitrice del Nobel per la Pace nel 2023: “È nostro dovere non restare in silenzio. La conferma della condanna a morte di Pakhshan Azizi da parte della Corte Suprema riflette la determinazione del regime ad aumentare la repressione delle donne e a vendicarsi del magnifico e potente movimento Donna, Vita, Libertà“.
La vita privata
Sulla vita sentimentale di Pakhshan non abbiamo alcun dettaglio. Non sappiamo se sia fidanzata o sposata. Sappiamo semplicemente che ha vissuto in Iran cercando di fare del proprio meglio per aiutare gli altri, fin quando le è stato possibile.
2 curiosità su Pakhshan Azizi
– Dal carcere Pakhshan ha più volte protestato attraverso diversi scioperi della fame. Non solo per se stessa ma anche per protestare contro il trasferimento di altre attiviste curde in sezioni più dure dello stesso carcere.
– Sui social network è presente non con account non ufficiali, in particolare su Instagram.