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Chi è Nadia Murad, ex schiava sessuale dell’Isis vincitrice del Nobel per la Pace 2018

Nadia Murad

L’attivista yazida Nadia Murad è un’ex schiava sessuale dell’Isis: ecco la sua storia e perché ha vinto il premio Nobel per la Pace…

Ha vinto insieme al medico Denis Mykwege il premio Nobel per la Pace 2018: parliamo di Nadia Murad, che ha alle sue spalle una storia difficile da dimenticare. È stata picchiata, maltrattata e violentata per tre lunghissimi e atroci mesi. Una giovane ragazza a cui è stata strappata la famiglia, ha perso la sua vita da studentessa e la sua dignità; ad oggi, però, Nadia Murad è un’attivista yazida per i diritti umani ed è riuscita a raccontare la sua storia attraverso un’autobiografia pubblicata da Mondadori.

Chi è Nadia Murad: la biografia

Nasce nel villaggio di Kocho, nel Sinjar (nord Iraq), da una famiglia di etnia Yazida nel 1993. Il suo desiderio è quello di aprire un salone di bellezza, ma nel 2014 la sua vita viene completamente stravolta: il suo villaggio viene colpito dall’Isis e lei viene portata via come schiava sessuale. 

Iniziano tre lunghissimi mesi di calvario in cui viene picchiata, stuprata e usata come oggetto sessuale. Lei, insieme ad altre ragazze, hanno dovuto subire maltrattamenti di ogni tipo pur di soddisfare le voglie dei miliziani dell’Isis.

Nel novembre dello stesso anno, per fortuna, il carceriere dimentica per errore di chiudere la sua porta a chiave e lei riesce a fuggire. Si rifugia presso una famiglia del luogo in cui si trovava e riesce ad allontanarsi fino ad arrivare in Germania, a Stoccarda. Nel 2015, dopo aver trovare il giusto coraggio e la giusta forza, grazie all’Organizzazione Yazda, racconta davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il genocidio commesso dall’Isis e la crudeltà che ha potuto vivere insieme ad altre giovani ragazze e bambini.

Nadia Murad
Fonte foto: https://www.facebook.com/NadiaMuradBasee/

“L’ultima ragazza”, il libro di Nadia Murad

Il libro di Nadia Murad è un’autobiografia in cui la giovane donna racconta l’inferno che ha dovuto vivere. Descrive tutto nei minimi particolari, senza tralasciare nulla. Racconta anche come lo stupro diventa quasi la normalità:A un certo punto non resta altro che gli stupri. Diventano la tua normalità. Non sai chi sarà il prossimo ad aprire la porta per abusare di te, sai solo che succederà e che domani potrebbe essere peggio” scrive “L’ultima ragazza”.

Nel 2016, inoltre, diventa anche Prima Ambasciatrice di Buona Volontà dell’ONU per la dignità dei sopravvissuti alla tratta di essere umani. Nello stesso anno, vince il Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Ad oggi, Nadia è più forte che mai e il suo scopo è di giustiziare tutti i colpevoli di fronte alla Corte penale internazionale dell’Aia.

Ma non solo: oltre ad aver trovato il coraggio di denunciare, l’attivista yazida, come ci racconta anche tramite il suo profilo Twitter, vuole mandare un messaggio positivo a tutte le persone vittime di violenza: chiunque deve sempre ritrovare la forza di ritrovare la propria dignità e riprendere in mano la sua vita. E lei è, sicuramente, un esempio lampante…

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Fonte foto: https://www.facebook.com/NadiaMuradBasee/

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ultimo aggiornamento: 8 Ottobre 2018 15:55

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