Mattia Guarneri, il più giovane malato in terapia intensiva che ha sconfitto il Covid!

Mattia Guarneri, il più giovane malato in terapia intensiva che ha sconfitto il Covid!

È il più giovane paziente intubato per via del Covid, la cui storia ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso. Ecco chi è il diciannovenne Mattia Guarneri.

È il più giovane paziente italiano intubato per via del Covid: la sua storia ha fatto il giro del mondo, diventando simbolo di speranza e monito insieme, soprattutto per i giovani. Mattia Guarneri nel marzo del 2020 si ammala di Coronavirus e finisce in terapia intensiva. Prima di essere intubato, manderà un toccante messaggio alla mamma e, insieme a lei, tutta l’Italia resterà con il fiato sospeso. Riuscirà, dopo lunghe settimane, a sconfiggere il Covid e a tornare a una vita normale, ma si impegnerà sempre per ricordare ai giovani la pericolosità della malattia e l’importanza di seguire le regole.

Ecco tutto quello che c’è da sapere su Mattia Guarneri, il diciannovenne che ha sconfitto il Coronavirus.

Chi è Mattia Guarneri, la biografia

Classe 2001, Mattia Guarneri è nato a Cremona (non si conosce la data esatta), dove vive con la mamma, Ombretta. Prima della terribile esperienza del Coronavirus, frequentava l’Itis, l’Istituto Torriani, della sua città.

La malattia non gli ha però impedito di continuare il suo percorso di studi; dopo essere guarito infatti, il 26 giugno 2020 Mattia si diploma alla maturità con la votazione di 72/100. Attualmente lavora come elettricista.

Mattia Guarneri e il Coronavirus: la vicenda

All’inizio della pandemia da Covid-19, verso la metà di marzo 2020, anche Mattia, giovane diciannovenne, viene colpito dalla malattia, nonostante all’epoca si pensasse che fossero soprattutto gli anziani e le persone con patologie pregresse ad essere maggiormente a rischio.

Dopo una crisi, il giovane viene ricoverato e intubato, ma prima di entrare in coma farmacologico, invia un messaggio su WhatsApp alla madre Ombretta: “Mamma, mi intubano. Devo andare, ti amo e non ti lascerò sola“.

La storia diventa subito protagonista dei principali telegiornali e fa il giro del mondo: per la prima volta un giovane viene intubato per il Covid e finisce in terapia intensiva per una brutta polmonite bilaterale.

Fortunatamente, dopo settimane, il 16 aprile 2020, Mattia Guarneri mostra miglioramenti ed esce dalla terapia intensiva, diventando un simbolo della vittoria sulla malattia ma anche un monito, soprattutto per i più giovani.

Da quel momento infatti, Mattia rivolge più appelli per sensibilizzare i giovani sulla pericolosità della malattia e la necessità di seguire con attenzione le norme di prevenzione.

Mattia Guarneri e gli appelli di sensibilizzazione in TV

Sono diverse le trasmissioni che si rivolgono al giovane per diffondere i suoi appelli di sensibilizzazione. Mattia infatti, dopo essere guarito, aveva dichiarato: “Lo dico ai miei coetanei, forse in questo sono un po’ un influencer: la mascherina e il distanziamento sono le uniche armi che abbiamo per non rivedere quelle corsie d’ospedale. Dopo le dimissioni, quando non mi reggevo in piedi, ho pensato che forse la gravità del Covid la capisce solo chi l’ha provato. Non auguro a nessuno ciò che ho passato, ma se vivi un’esperienza così la mascherina la metti ovunque»

Nell’ottobre 2020, quando la pandemia, dopo un’estate più tranquilla, stava per riprendere la sua corsa, partecipa alla trasmissione di TV8, Ogni Mattina, condotta da Adriana Volpe e Davide Camicioli, dove rivolge un appello accorato e sincero, richiamando i giovani alla responsabilità e al rispetto delle regole.

La domenica 18 ottobre 2020 sarà Fabio Fazio a volerlo nel suo programma, Che Tempo Che Fa, per raccontare la sua toccante testimonianza e sensibilizzare il pubblico.

3 curiosità su Mattia Guarneri

– È un grande tifoso dell’Inter.

– Ha un cane, di nome Aaron, che nei giorni più difficili stava accovacciato davanti alla porta della sua camera, in attesa che il suo padrone tornasse.

– Alla maturità ha portato Giuseppe Ungaretti, un poeta caro al giovane, come lui stesso ha spiegato al Corriere: “un poeta in cui mi identifico perché ha saputo reagire alle disavventure e alle disgrazie della vita senza mai perdere la speranza“.