Chi è Massimo Bottura, tutto sul cuoco modenese

Chi è Massimo Bottura, tutto sul cuoco modenese

L’incontro con la cucina ha dato alla sua vita una fama inaspettata. Conosciamo meglio il grande maestro Massimo Bottura.

Dopo un esordio in cucina da autodidatta Massimo Bottura è riuscito a creare dei menu di fama internazionali. Il famoso cuoco modenese pure essendo molto legato al territorio grazie alla sua originalità e creatività ha ribaltato la tradizione culinaria influenzando la gastronomia in tutto il mondo. Ecco chi è.

Chi è Massimo Bottura: biografia e carriera

Nato a Modena, il 30 settembre 1962, sotto il segno della Bilancia, Massimo Bottura ha intrapreso il suo percorso in cucina, pur non avendo alcun tipo di esperienza nella ristorazione, lasciandosi trascinare dalla grande passione per la cucina e la sua Emilia.

Ha frequentato il liceo per poi iscriversi alla facoltà di giurisprudenza all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. In seguito, abbandonò gli studi per andare a lavorare con suo padre. Ma dopo circa un anno decise di lasciare il posto da grossista di prodotti petroliferi, presso l’azienda paterna.

Una decisione che ha provocato la rottura dei rapporti con suo padre Alfio; mentre sua madre Maria Luigia lo ha sempre sostenuto. Il padre era proprietario di una piccola impresa che commerciava in legno e carbone, e che in seguito si è specializzata in cherosene e petrolio. Invece sua madre era insegnante, ma la sua famiglia possedeva un caseificio nel modenese.

Nel 1986 ha comprato una vecchia trattoria nella sua zona: ha infatti rilevato la Trattoria del Campazzo, vicino a Nonantola. Qui ha incontrato la ‘sfoglina’ Lidia Cristoni, dalla quale ha appreso le basi della cucina emiliana. Inoltre Bottura ha appreso i segreti del francese Georges Cogny, interprete autorevole della la nouvelle cuisine, adattata alla cucina piacentina.

Nel 1993 è volato a New York, dove ha lavorato al Caffè di Nonna. Rientrato in Italia ha ricevuto una telefonata inaspettata da Alain Ducasse. Lo stimato chef, dopo aver provato alcuni dei suoi piatti al Campazzo, lo ha invitato al Louis XV. Qui il cuoco modenese ha appreso tre principi che faranno parte della sua filosofia culinaria: la pulizia gustativa, la concentrazione e l’organizzazione.

Una volta ritornato dalla Francia ha venduto la trattoria. Nel 1995 ha aperto l’Osteria Francescana, una trattoria tradizionale sita in via Stella 22, nel cuore della sua città.

Prima di diventare uno dei più apprezzati gourmet del mondo, ha continuato a studiare per migliorarsi. Dopo i primi 5 anni abbastanza duri per l’Osteria Francescana, con Massimo che pensa di chiudere il ristorante, le cose sono cambiate. Tra il 1999-2000 si è recato a El Bulli, da Ferran Adrià, guru della cucina molecolare.

Quanto appreso lo spinge a rivisitare i piatti della tradizione regionale ed italiana: la sua sperimentazione gli ha permesso di conquistare ‘3 macarons’ della Guida Rossa, ma anche il massimo risultato sulla Guida del Gambero Rosso.

Tra i riconoscimenti conquistati in carriera il “titolo di miglior ristorante del mondo” secondo World’s 50 Best nel 2016 e 2018, di “miglior chef emergente” secondo Gambero Rosso, “performance dell’anno” per l’Espresso. Il cuoco modenese ha ricevuto la prima stella Michelin nel 2002, la seconda stella Michelin nel 2006 e la terza stella Michelin nel 2012.

Progetti sociali e riconoscimenti

Il cuoco ha portato avanti nel 2015 un progetto in collaborazione con la Caritas Ambrosiana: il Refettorio Ambrosiano, che offre accoglienza e ristoro alle persone in difficoltà. Inoltre ha fondato nel 2016 l’organizzazione “Food for Soul”, nata in occasione di Expo 2015, semplicemente riutilizzando gli avanzi per dare da mangiare ai bisognosi.

Lo chef ha inoltre realizzato il progetto Tortellante, un corso all’interno di Aut Aut Modena, che promuove formazione, assistenza e raccolta fondi per sostenere le famiglie con persone autistiche.

Nell’ottobre del 2016 il New York Times lo ha nominato tra i The Greats e nel 2019 è entrato nella classifica Time “100 Most Influential People”. Lo chef ha aperto nel 2018 Gucci Osteria da Massimo Bottura a Firenze, che ha ricevuto la prima Stella Michelin nel 2019.

L’attività si è estesa negli anni a: Beverly Hills, Los Angeles, Tokyo, Seoul. Con la moglie, in onore di sua madre ha aperto la guest house “Casa Maria Luigia” nella campagna emiliana.

Nel 2020, è stato insignito del Goodwill Ambassador, nell’ambito del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Il modenese nel 2021 ha riaperto il ristorante Cavallino in collaborazione con Ferrari per rispolverare la storia della scuderia e portare avanti le tradizioni culinarie emiliane.

La Camera dei Deputati nel 2022 gli ha conferito il Premio America della Fondazione Italia USA. Nello stesso anno come docente ha tenuto il corso di Food & Sustainability presso l’European Institute of Innovation for Sustainability. Bottura nel 2024 ha aperto Torno Subito a Singapore e Torno Subito Miami. Lo chef nello stesso anno è diventato ambasciatore degli Sdg delle Nazioni Unite e ricevuto le tre chiavi Michelin.

Bottura è tra gli ospiti di “Cena di Natale”, show di Antonella Clerici, in onda il 23 dicembre 2024, alle ore 21:30 su Rai1.

La vita privata di Massimo Bottura

Lara Gilmore è la moglie di Massimo, i due si sono sposati nel 1993 a distanza di pochi mesi dal loro primo incontro casuale al Caffè di Nonna, dove lei si era presentata come nuova cameriera e lui aveva iniziato a lavorare.

La donna di origini americane lo ha sempre supportato ed aiutato, prendendo parte anche attivamente nelle attività avviate dal cuoco modenese. Lara ha contribuito infatti a trasformare l’Osteria a livello estetico, nei primi anni d’attività partecipando in prima persona ai corsi di Aut Aut Modena.

La coppia ha avuto due figli: Alexia, classe 1998; e Charlie, che dovrebbe essere nato nel 2002, affetto da una sindrome genetica dalla nascita che ricade nello spettro autistico.

Curiosità su Massimo Bottura

– Il suo Instagram è molto seguito dagli internauti. Nel suo feed si trovano scatti dei suoi piatti, dei suoi colleghi famosi e collaboratori. Non mancano momenti privati e foto con commensali vip, ospiti dei suoi ristoranti.

– Lo chef sul sito ufficiale di Osteria Francescana aggiorna gli utenti ed i commensali sui suoi piatti ma anche sui progetti che porta avanti.

– Nel descrivere cosa sia per lui la cucina, intervistato nel 2018 da Vanity Fair, il cuoco modenese ha spiegato: “È la tradizione, vista da 10 km di distanza. Non è una lista di ingredienti o una dimostrazione di abilità tecniche: è il racconto del paesaggio Italiano e delle nostre passioni. La cucina è una collisione di idee, tecniche e culture. Non è matematica, è emozionante”.

– Parlando di come sia nata la sua passione per la cucina, ha rivelato: “Sono cresciuto sotto al tavolo dove mia nonna Ancella tirava la sfoglia. Il mio sogno è cominciato lì”. Per quanto riguarda invece la sua creativita, Massimo ha confidato come prendono vita i suoi piatti: “L’ispirazione viene dal mondo che mi circonda dall’arte alla musica, dal cibo buono alle macchine veloci”.

– Il talento di Bottura ha iniziato ad essere apprezzato dopo la critica scritta da Enzo Vizzari, all’epoca direttore delle Guide dell’Espresso. Dopo aver cenato presso l’Osteria Francescana, pubblicò un articolo di apprezzamento. “Scusate il ritardo per non esserci andato prima e parla di questa ‘Tagliatella postmoderna’” – le parole del suo articolo hanno contribuito a far cambiare idea alla critica gastronomica.

– All’inizio della sua carriera, ed anche dopo, non ha ricevuto apprezzamenti da parte del grande Gualtiero Marchesi, il quale non ha speso parole di apprezzamento per i suoi piatti, contestandoli in più occasioni.

– Tra i piatti più apprezzati del grande chef si possono menzionare ad esempio: “Il Bollito non bollito”; “Cinque stagionature del Parmigiano Reggiano in diverse consistenze e temperature”; “Un’anguilla che risale il fiume Po”; “La parte croccante della