Chi è Maite Carpio: tutto sulla giornalista, regista e produttrice indipendente spagnola

Chi è Maite Carpio: tutto sulla giornalista, regista e produttrice indipendente spagnola

Riassumere i lavori e gli impegni sociali e culturali di Maite Carpio è un’impresa ardua. Ecco chi è la poliedrica artista spagnola.

Maite Carpio ha iniziato la sua carriera come giornalista, per poi specializzarsi come regista e produttrice indipendente. Tra i numerosi lavori realizzati dall’artista spagnola ci sono principalmente documentari e docufilm. Approfondiamo la sua conoscenza.

Maite Carpio: biografia e carriera

All’anagrafe María Teresa Carpio Anguita – conosciuta anche come Maite Carpio Bulgari – è nata a Madrid, il 13 febbraio del 1967, sotto il segno dell’Acquario. Dopo la prima laurea in Scienze della Comunicazione e quella in Filosofia, ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia presso l’Università Ca’ Foscari Venezia. Come giornalista ha lavorata per El País e Canal Plus, collaborando dal 2003 per la Rai – Radiotelevisione Italiana. Impegnata ed attiva in diverse tematiche sociali nel 2009 ha fondato la onlus Agenda Sant’Egidio, e nel 2013 la Onlus Digita Vaticana.

Nel 2016 ha creato la Garbo Produzioni, nello stesso anno ha assunto il ruolo di socio fondatore della casa editrice milanese SEM. Inoltre, è fondatrice e membro del board della Fondazione Paolo Bulgari dal 2017. L’eclettica artista spagnola in qualità di membro, collaboratrice e fondatrice ha promosso diverse associazioni sociali, culturali e d’informazione. Ad esempio nel 2020 è stata nominata membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Bambino Gesù del Vaticano.

Tra i suoi lavori più apprezzati, il film documentario “Il Misterioso Viaggio di F. Fellini” (2003). L’anno successivo ha scritto la sceneggiatura del film “Butterflies’ Seller”, ritornando alla regia con il film documentario “Luchino Visconti, Il Conte Rosso” del 2006. Maite Carpio ha poi realizzato i docufilm: “Irriverente Ferreri”; “Steno, Genio Gentile”; Romero, Voce dei senza Voce”; Valgo anch’io”, per la Fondazione Telecom; “Sorriso Amaro”, ritratto di Silvana Mangano; “Mozambico: la pace italiana venti anni dopo”; “Gesù di Nazareth”; “Maria di Magdala. Le donne nella chiesa”; “Verdi genio italiano”; Papa Francesco. La storia di Jorge Bergoglio” (2014).

I lavori della regista e produttrice indipendente spagnola

Oltre ad aver lavorato a diverse sceneggiature di film, come regista e produttrice cinematografica ha realizzato numerosi lavori. Nel 2015 ha prodotto la docuseries “Lady Travellers”, realizzando in seguito i documentari “Affamati di spreco” e “Cittadine si diventa” (sulla politica italiana al femminile). Nel 2016 ha lavorato a “L’Amore Rubato”, lungometraggio di Rai Cinema, tratto dal libro di Dacia Maraini, mentre l’anno dopo ha prodotto il documentario “Armando Trovajoli” per omaggiare il famoso jazzista. Tra gli altri ritratti da lei realizzati ci sono: “King Herod”, docufiction del 2018; “Diabolik sono io”, film-documentario del 2019.

Come produttore ha lavorato anche a diverse serie Tv: “L’ispettore Coliandro”; “La porta rossa”; “Il silenzio dell’acqua”. Nel 2022 ha collaborato alla produzione esecutiva di “Equalizer 3” per Sony. Mentre l’anno successivo ha firmato la co-produzione di “El Hotel de Los Líos”, realizzando il documentario “Vite Sottili” sui disturbi alimentari, tra cui l’anoressia nervosa. Inoltre nel 2023 ha prodotto “Nessun Dorma- invito all’Opera” per omaggiare le opere più amate in scena al teatro Parioli di Roma. La Carpio ha ideato, scritto e diretto Domenico Modugno, l’italiano che incantò il mondo”, film in prima visione il 27 novembre 2024, su Rai 1, dedicato all’indimenticabile Domenico Modugno.

Vita privata

Non si conosce molto della sfera privata della Carpio, non è nota la sua situazione sentimentale.

Curiosità su Maite Carpio

– Su Instagram, l’eclettica artista spagnola è presente con un profilo incentrato soprattutto sulle sue numerose attività professionali.

– Attraverso i social, Maite promuove anche diverse iniziative sociali, confermando il suo supporto verso i bambini e gli anziani, e nei confronti di tutte le categorie fragili della società moderna.

– Intervistata dal Corriere della sera, la Carpio ha motivato la decisione di realizzare un documentario su Domenico Modugno: “Erano stati prodotti diversi lavori su Modugno, ma non un film completo sulla sua vita. Volevo capire da dove nascesse quella forza che l’ha caratterizzato dall’inizio alla fine della sua vita. E come arriva a trionfare in un mondo così difficile in quegli anni. E perché decide di andare via dalla sua Puglia. La chiave del documentario è stata quella di trovare l’uomo e la sua vitalità, la sua caratteristica fino alla sua morte, a 66 anni”.