Conoscete la carriera di Luisa Maragliano? Come cantante lirica si è messa in evidenza sulla scena internazionale nei più prestigiosi teatri.
Luisa Maragliano come soprano ha avuto una grandiosa carriera operistica, che si è sviluppata principalmente tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Ottanta del Novecento. Approfondiamo la conoscenza della nota cantante soprano.
La biografia e la carriera di Luisa Maragliano
Nata a Genova il 24 aprile 1931, sotto il segno zodiacale del Toro, Luisa Maragliano ha goduto a pieno del fermento culturale del primo Novecento. La sua inclinazione per la musica si è fatta notare in lei precocemente, ma è nel 1955 che la sua carriera ha avuto inizio ufficialmente. Quell’anno, durante un’audizione al Teatro Carlo Felice di Genova, si è fatta notare da Tristano Illersberg. Il direttore d’orchestra in quell’occasione la scelse per interpretare una delle Fanciulle Fiore nel “Parsifal” di Richard Wagner.
Da allora ha avuto inizio il suo percorso artistico ma anche una solida relazione personale con Illersberg, culminata nel matrimonio, consolidando un sodalizio sentimentale e professionale. Dopo il suo debutto la Maragliano si è distinta nella cornice operistica italiana tra il 1957 e il 1959.
La cantante nel 1959 ha sostituito la celebre collega Antonietta Stella, interpretando il ruolo di Leonora ne “La forza del destino” di Giuseppe Verdi, andando così in scena nell’Arena di Verona. La sua interpretazione ha ottenuto grandi apprezzamenti, e da quel momento l’Arena divenne per lei una tappa fissa della sua carriera fino agli anni Settanta.
L’incontro con il panorama lirico internazionale
Dopo essersi conquistata consensi, come una delle voci più promettenti della sua generazione, nel corso degli anni Sessanta, Luisa Maragliano ha avuto modo di familiarizzare con il panorama internazionale, andando in scena in prestigiosi teatri quali: la Scala di Milano, il San Carlo di Napoli, il Teatro dell’Opera di Roma, la Staatsoper di Vienna, il Metropolitan Opera di New York, l’Opera di Chicago, il Teatro Colón di Buenos Aires ed altri ancora.
Dotata di una vocalità alquanto versatile, la cantante lirica ha avuto modo di affrontare un repertorio alquanto variegato, spaziando dal barocco al verismo. Infatti il suo repertorio le ha permesso di destreggiarsi con dei ruoli centrali dell’opera, diventando un’icona dei ruoli verdiani. Un dato acclarato dal numero impressionate delle sue interpretazioni di Aida (più di 500 recite).
Ma ha anche eseguito altre opere verdiane come ad esempio: “Attila”, “I masnadieri”, “Nabucco”, “La battaglia di Legnano”, “I due Foscari”, “Il trovatore”, “Un ballo in maschera”, “La traviata”, “Luisa Miller” e “La forza del destino”. L’artista ha inoltre esplorato il repertorio operistico di Giacomo Puccini, con le sue interpretazioni in: “La bohème”, “Manon Lescaut”, “Tosca, “Madama Butterfly”, “Turandot”.
Tra i momenti più significativi della sua carriera si annoverano i momenti in cui ha condiviso la scena con grandi artisti dell’epoca, tra cui: Plácido Domingo, Franco Corelli, Carlo Bergonzi. In più ha lavorato con direttori del calibro di Bruno Bartoletti ed Oliviero De Fabritiis.
La sua longevità artistica ha avuto modo di protrarsi agli anni Ottanta, potendo contare su un’eccellente tecnica e su un’ottima gestione delle risorse vocali. Dopo il ritiro dalle scene, si è dedicata all’insegnamento. Ma il suo contributo all’opera lirica è emerso attraverso le registrazioni delle sue performance e gli omaggi alla sua carriera da parte della televisione. Come nel caso del programma di Rai 3, “Le Ragazze”, che nel corso della puntata del 4 marzo 2025, ha ripercorso la carriera della grande icona della lirica.
La vita privata di Luisa Maragliano
La cantante lirica si è sposata con Tristano Illersberg e la loro unione durò fino alla morte di lui. Il loro primo incontro risale al 1955, durante un’audizione al Teatro Carlo Felice di Genova, dove la cantante debuttò nel “Parsifal”, sotto la sua direzione. Il maestro colpito dalla sua voce e dal suo talento la lanciò nel mondo dell’opera, oltre a creare con lei una relazione che si consolidò in un matrimonio. Non si hanno notizie in merito a possibili figli tra i due.
Chi era Tristano Illersberg?
Illersberg, nato nel 1912, era figlio del compositore e musicista triestino Antonio Illersberg (1882-1953), Tristano ereditando dal padre l’inclinazione per la musica, ha seguito la sua carriera, preferendo però la direzione d’orchestra. Illersberg si è affermato come direttore d’orchestra, interessandosi principalmente al repertorio operistico. Il suo nome è diventato noto nel 1955, quando ha diretto al Teatro Carlo Felice di Genova il “Parsifal” di Richard Wagner.
Inoltre a lui si deve la scoperta ed il debutto del soprano Luisa Maragliano: un incontro che ha segnato la loro collaborazione artistica, ma anche il loro legame affettivo. Infatti ha diretto la cantante lirica in numerose produzioni, contribuendo al suo successo. La sua abilità nel valorizzare le voci liriche e nel gestire opere complesse gli ha permesso di destreggiarsi con un vasto repertorio: spaziando dal classicismo al verismo.
L’apertura verso stili diversi gli ha permesso inoltre di collaborare con cantanti internazionale nel circuito operistico dell’epoca, anche se il suo più grande contributo come direttore d’orchestra è quello di aver scoperto il talento di Luisa Maragliano, una delle grandi voci italiane del Novecento.
Curiosità su Luisa Maragliano
– La sua voce potente e versatile, unita ad una presenza scenica significativa, l’hanno resa una cantante lirica degna di ammirazione in tutto il mondo. Come soprano lirico-drammatico è stata in grado di mettere a servizio di una vocalità robusta la sua raffinatezza espressiva.
– Sui social è presente con un profilo Facebook dove condivide ricordi del passato relativi alla sua carriera. I suoi post riguardano anche la condivisione di progetti e scatti, che documentano la passione sempre viva per il mondo della musica.
– Svelando le sue passioni, ha confessano una predilezione per il repertorio di Verdi. Le opere del compositore le hanno permesso di trasmettere profonde emozioni, come nel caso dell’interpretazioni di ruoli di grande intensità drammatica come Aida o Leonora.
– Il ruolo di Aida, ha rappresentato per lei un’ossessione artistica, che le valse il soprannome di “Regina di Aida” nell’ambiente operistico. Si dice che la cantante lo studiasse con grande dedizione, non solo vocalmente. Infatti lavorava anche su postura ed espressività per incarnare al meglio il personaggio della principessa etiope.
– La “voce di Genova”, come veniva sopranominata, era una perfezionista. Colleghi e direttori d’orchestra parlando di lei ne hanno dato la descrizione di una lavoratrice instancabile, che dava tutta se stessa nelle prove fino a quando non sentiva che tutto era perfetto.