Testimone dell’orrore della Shoah e sopravvissuta al campo di concentramento, Liliana Segre è un vero monumento alla memoria.
Liliana Segre, senatrice a vita della Repubblica italiana e testimonianza vivente di uno dei periodi più oscuri della storia contemporanea. Le sue parole raccontano l’orrore della persecuzione degli ebrei, della deportazione e dello sterminio di milioni di persone nei campi di concentramento. Lei, che ha vissuto questa esperienza terrificante sulla propria pelle, è una dei pochi sopravvissuti all’olocausto. Ma conoscete davvero la sua storia?
Liliana Segre, chi è: la biografia, la deportazione e l’orrore di Auschwitz
Nata a Milano il 10 settembre del 1930, sotto il segno zodiacale della Vergine, Liliana Segre è di discendenza ebraica. È rimasta orfana della mamma Lucia Foligno quando aveva appena un anno, ed è quindi vissuta con il papà Alberto e con i nonni paterni. Da bambina non aveva idea di appartenere ad una famiglia ebrea, dal momento che suo padre si dichiarava ateo.
Ma le leggi razziali del 1938 hanno colpito anche lei: in quell’anno, Liliana è stata espulsa dalla scuola per le sue radici. Le persecuzioni si sono poi fatte sempre più intense, tanto che il padre la nascose con falsi documenti presso alcuni amici e poi, nel 1943 tentarono la fuga con due cugini verso la Svizzera. Il loro piano non ebbe successo: rispedita indietro, la ragazzina è stata arrestata e detenuta per 6 giorni in carcere a Varese, per poi essere trasferita a Milano per altri 40 giorni. Aveva appena 13 anni.
Ormai finita nelle mani delle autorità, Liliana è stata deportata dall’ormai tristemente noto binario 21 della stazione di Milano Centrale. Il 30 gennaio 1944 è stata costretta, assieme a suo padre, a salire a bordo di un convoglio diretto al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Dopo 7 giorni di viaggio in condizioni disumane, la ragazzina è stata separata dal papà, che è stato ucciso poche settimane dopo, così come i suoi nonni.
Con il suo numero stampato sulla pelle (75190 – questa la sua matricola), Liliana ha lavorato per un anno nella fabbrica di munizioni ed è riuscita a scampare alla cosiddetta “soluzione finale”, lo sterminio di massa degli ebrei. All’inizio del 1945, è stata costretta dai nazisti, quasi con le spalle al muro per l’avanzata dell’Armata Rossa, ad affrontare la marcia della morte verso la Germania.
Il 1° maggio 1945 Segre è stata finalmente liberata dai soldati russi: era rifugiata nel campo di Malchow, ed è stata una dei pochi sopravvissuti a questa terribile follia. Ritornata in Italia, Liliana si è trasferita dapprima dai suoi zii e poi dai nonni materni, unici superstiti della sua famiglia.
L’impegno e la carriera
Per molti anni, la donna si è rifiutata di parlare di quello che le era accaduto. Ma ben presto si è resa conto dell’importanza della sua testimonianza, e ha iniziato ad aprirsi pubblicamente. Ha anche collaborato con molti autori per pubblicare dei libri, come ad esempio quello scritto con Enrico Mentana, La memoria rende liberi.
Nel 2009 le sue testimonianze furono incluse nel progetto di raccolta dei “racconti di chi è sopravvissuto” e prese parte al film/documentario Binario 21 di Moni Ovadia. Inoltre l’Università di Trieste le conferì la laurea honoris causa in giurisprudenza.
L’anno seguente ottenne anche la laurea honoris causa in Scienze pedagogiche da parte dell’Università di Verona. Nel 2020 arriva anche la laurea magistrale honoris causa in Relazioni internazionali dell’Università LUMSA.
Liliana è stata nominata senatrice a vita nel 2018 dal presidente Sergio Mattarella, e così ha avuto inizio il suo impegno politico, volto a far sì che non si perda la memoria storica di quanto accaduto, per non rischiare che possa succedere ancora una volta.
Nel giugno dello stesso anno intervenne per la prima volta in Senato, per ricordare le leggi razziali e rendere la sua testimonianza di deportata. Il primo atto legislativo da lei proposto è stata l’istituzione di un’apposita Commissione parlamentare di indirizzo e controllo sui fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. La mozione è stata poi approvata.
Nel novembre 2019 le è stata affidata una scorta per tutelarla dopo i continui messaggi d’odio rivoltile sui social. L’anno seguente pronuncia il suo ultimo discorso pubblico per poi ritirarsi a vita privata. Successivamente l’Università di Roma La Sapienza le ha conferito un dottorato honoris causa in storia dell’Europa. Nel febbraio 2021 l’Università di Pisa le ha conferito la laurea magistrale honoris causa in “Scienze della pace”.
Nel 2023, Liliana Segre è stata eletta all’unanimità Presidente della commissione straordinaria per la lotta a intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio.
La vita privata
Cosa sappiamo della vita privata di Liliana Segre? Dopo aver tanto sofferto, per Liliana è arrivata un po’ di pace. Nonostante il dolore incancellabile come quel tatuaggio sul braccio che ancora oggi le marchia la pelle, nel 1948 è tornata a sorridere incontrando Alfredo Belli Paci, durante una vacanza al mare a Pesaro.
I due si sono innamorati – dell’uomo la colpì la grande somiglianza sia fisica che caratteriale con il padre – e, nel 1951, sono convolati a nozze con rito cattolico (Segre era battezzata prima delle leggi razziali). Dalla loro relazione, che si è sciolta nel 2007 con la morte dell’uomo, sono nati tre splendidi figli: Alberto, Luciano e Federica. Oggi Liliana vive a Milano.
Chi era Alfredo Belli Paci
Anche Alfredo Belli Paci ha vissuto l’orrore dei lager. L’uomo, laureato in Giurisprudenza e praticante avvocato in uno studio legale di Bologna, nel 1943 si è opposto alla Repubblica di Salò e per questo motivo è stato internato in un campo di prigionia, trasferito di volta in volta in un posto sempre diverso.
E di persone come Liliana e il suo papà, in quel periodo, ne ha viste davvero tante. Anche per questo motivo ha sempre sostenuto sua moglie, sia quando aveva deciso di non fare parola della sua drammatica infanzia, sia quando infine ha iniziato a testimoniare la vera realtà della Shoah.
Belli Paci, presidente dell’Unione Popolare Nazionale “Costituente per la Libertà” e antifascista conservatore, decise in seguito di aderire, pur mantenendo la sua dichiarata opposizione al fascismo, alla lista del Movimento Sociale Italiano.
Si candidò come indipendente alla Camera dei Deputati nelle elezioni politiche del 1979, senza però risultare eletto. La sua scelta politica generò una profonda crisi con la compagna, crisi che si risolse solo quando lui, su richiesta di Liliana, decise di abbandonare la vita politica.
Le curiosità su Liliana Segre
– È stata la terza donna, dopo Maria Elisabetta Alberti Casellati e Camilla Ravera a presiedere la camera alta del Parlamento italiano.
– Nel 2010 ha ricevuto il Premio Passaggi, assegnato da Passaggi Festival per l’attività di saggistica o per la loro figura morale.
– L’Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha dedicato a Liliana Segre l’asteroide 75190 Segreliliana, dandogli stesso numero che le fu tatuato sul braccio ad Auschwitz.
– È stata la quarta donna ad essere nominata senatrice a vita, dopo Camilla Ravera, Rita Levi-Montalcini ed Elena Cattaneo.
– Nel 2019 ha ricevuto la Penna d’oro nell’ambito del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo.
– Nel 2020 è intervenuta al Parlamento europeo.
– E’ la più anziana senatrice e parlamentare in carica.
– Liliana Segue ha ricordato Papa Francesco, dopo la sua morte, parlando di una “fraterna condivisione di pensieri di pace”.
– Alla Segre sono stati dedicati diversi film tra cui Liliana, nel 2024.