Hwang Dong-hyuk: tutto sul regista di Squid Game

Hwang Dong-hyuk: tutto sul regista di Squid Game

Hwang Dong-hyuk è la mente dietro a Squid Game, la serie tv lanciata su Netflix con grandissimo successo. Andiamo a conoscere il regista!

Non tutto il male è fine a sé stesso. Fin dalla tenera età ha dovuto aver a che fare con lotte economiche e la disparità di classe riscontrata. Se il background fosse stato felice, Hwang Dong-hyuk non avrebbe, però, mai realizzato Squid Game, il film più visto di sempre nella storia di Netflix, rilasciato sulla piattaforma on-demand il 17 settembre 2021. Un successo straordinario inevitabilmente in grado di elevarlo a celebrità anche fuori dai confini nazionali. Ecco dunque chi è il regista sudcoreano, quali opere ha girato prima di conseguire il successo con la “s” maiuscola e la sua vita privata.

Hwang Dong-hyuk: la biografia

Hwang Dong-hyuk nasce a Seul il 26 maggio 1971, sotto il segno dei Gemelli. Presso l’Università della propria città natale si laurea in comunicazione, per poi girare una serie di cortometraggi tra i quali Our Sad Life e A Puff of Smoke. Quindi, decide di trasferirsi a Los Angeles per frequentare un master in Film Production alla University of Southern California. Qui porta avanti il suo percorso di sperimentazione, completando due corti: Heaven & Hell e Desperation (2000).

Alla tesi presenta Miracle Mile (2004), una breve produzione con Karl Yune nei panni di un tassista abusivo dedito ad aiutare una cliente, una giovane donna coreana (impersonata da Hana Kim) in cerca di suo fratello adottato vent’anni prima da americani. Miracle Mile viene proiettato in più di 40 festival internazionali e si aggiudica vari riconoscimenti, compresi lo Student Emmy Award e il Directors Guild of America Student Film Award.

Squid Game

Tema dell’adozione riesplorato in occasione del debutto al cinema con My Father (2007). Ispirato alla vicende reali di Aaron Bates, un adottato coreano-americano, la pellicola racconta di un soldato dell’esercito americano di stanza in Corea che appare sulla tv nazionale per riabbracciare i propri genitori in naturali, e che in seguito trova suo padre nel braccio della morte per omicidio. Il responso degli spettatori è ampiamente positivo per l’eccellente prova dei protagonisti, Daniel Henney e Kim Yeong-cheol, e la qualità della narrazione, incentrata, senza sfociare nel melodramma, sui temi del perdono e dell’accettazione, intrecciata con questioni di identità culturale e pena capitale.

Non meno impegnato il secondo lungometraggio di Hwang Dong-hyuk, intitolato Dogani (2011). In tale occasione, descrive eventi della vita reale alla scuola per sordi di Gwangju Inhwa, dove gli allievi venivano crudelmente trattati e sessualmente abusati dai loro insegnanti e amministratori. L’opera si rivela un successo al botteghino, superando i quattro milioni e mezzo di pubblico, ma soprattutto provoca la rabbia e lo sdegno dell’opinione pubblica. Grazie al film-denuncia, il caso viene riaperto e i legislatori approvano la Legge Dogani, che abolisce la prescrizione per i crimini sessuali contro i disabili e i minori.

Dalle atmosfere oscure si discosta Susanghan geunyeo (2014). Stavolta Hwang, concentrato su una donna 74enne che riacquista l’aspetto di sé stessa di 20 anni, spazia tra commedia, dramma familiare, musical e romanticismo. Il forte passaparola spinge il lungometraggio in testa ai box office, con oltre 8,65 milioni di incassi.

Nel 2017 il regista propone The Fortress. Basato sul romanzo di Kim Hoon Namhansanseong, vede al centro delle scene due consiglieri rivali del re Injo in una fase delicata durante la seconda invasione manciù della Corea. Pur stilisticamente lontano dai precedenti, il titolo, distribuito in 28 Paesi, fa incetta di premi lungo l’intero continente asiatico. Infine, Squid Game narra la storia di un gruppo di persone che, per un faraonico premio in denaro, affrontano giochi di sopravvivenza.

Hwang Dong-hyuk: la vita privata

Assente dai social, Hwang Dong-hyuk è sposato, ma non è dato sapere nulla circa l’identità della moglie ed eventuali figli. Risiede a Los Angeles e secondo alcune stime avrebbe un patrimonio di 5 milioni di dollari dopo il successo di Squid Game, che ha permesso a Netflix di guadagnarne 90. L’attendibilità dei rumor è comunque tutta da stabilire, in quanto il diretto interessato ha velocemente provveduto a smentirli.

7 curiosità su Hwang Dong-hyuk

– La sceneggiatura di Squid Game la scrisse inizialmente nel 2008. Tuttavia, l’autore fece fatica a trovare produttori disposti a finanziare il progetto, fino a quando la compagnia dalla “enne rossa” non si è detta interessata, acquisendone i diritti per allargare la sua presenza in Paesi esteri.

– A causa dello stress, ha perso sei denti mentre girava la serie tv di Netflix.

– L’idea di Squid Game è nata dai disagi economici avvertiti in famiglia. La madre era in pensione e lui aveva impiegato tutte le energie per un film, che tuttavia non ottenne i finanziamenti sperati. Per un anno non gli è stato possibile lavorare e hanno dovuto chiedere dei prestiti, lui, la madre, e la nonna. L’uomo ha cercato rifugio nei fumetti, soprattutto in quelli che raccontavano giochi di sopravvivenza. Si rispecchiava in quei personaggi che bramavano disperatamente denaro e successo: da lì l’illuminazione. 

– Ha recitato in un cortometraggio, intitolato Truck Stop Diner, nel 2005.

– Non ha tatuaggi.

– Ha lavorato nel 2000 come direttore della fotografia per un corto, I Love Ultra Lotto.

– Ama viaggiare ed è stato in molti Paesi esteri.