Reinhold Messner ha un fratello minore e ora vi raccontiamo la sua storia: ecco tutto quello che c’è da sapere su Hubert Messner, dalle origini alle vette…
Hubert Messner è il fratello minore di Reinhold Messner e entrambi hanno coltivato la passione per la montagna facendone la cifra di un successo planetario. Partiamo alla scoperta della sua biografia e delle curiosità sul suo percorso che forse non tutti conoscono!
Chi è Hubert Messner e dove vive?
Hubert Messner è fratello minore di Reinhold Messner e ha condiviso con lui tante avventure in montagna, affermandosi come volto di spicco nel settore dell’alpinismo. Classe 1953, vive in Alto Adige e non tutti sanno che è un medico.
Nel corso della sua carriera, ha lavorato a lungo come primario presso il reparto di Terapia intensiva neonatale all’ospedale di Bolzano, dove ha lasciato un segno indelebile della sua professionalità e sensibilità. Sappiamo che è andato in pensione nel 2017, dopo tanti successi con il camice e una dedizione che lo ha visto diventare uno dei medici più affermati del suo campo. Dal 2007 era primario del San Maurizio e in 40 anni di professione medica ha curato circa 15mila bambini, tra prematuri e neonati affetti da patologie.
La vita privata di Hubert Messner
Per quanto riguarda la vita privata, Hubert Messner è molto riservato e non si conosce molto della sua storia. Il fratello minore di Reinhold Messner, da quel che è emerso, è legato alle sue origini e alla famiglia e in un libro autobiografico, intitolato Sul filo del crinale, ha raccontato la sua straordinaria esistenza tra la passione per la medicina e la neonatologia e quella per la montagna.
“Da semplice ragazzo di montagna ad appassionato amante dell’avventura e pioniere della neonatologia, questa è l’avvincente storia di Hubert Messner, un uomo che ha sempre tenuto testa al destino. Un uomo, positivo, energico e ottimista“. È così che, come riporta ancora l’agenzia di stampa, l’editore Raetia ha dipinto una istantanea dell’autobiografia scritta da Hubert Messner con la collaborazione del giornalista Lenz Koppelstätter.