Chi è Gisèle Pelicot: da vittima di violenze sessuali a simbolo di coraggio

Chi è Gisèle Pelicot: da vittima di violenze sessuali a simbolo di coraggio

Con la sua vicenda personale, Gisèle Pelicot ha sconvolto l’opinione pubblica mondiale, diventando simbolo della lotta contro la violenza.

Gisèle Pelicot si è riscattata dall’etichetta di vittima, diventando simbolo di resilienza e lotta contro la violenza di genere. Conosciamola meglio, ricostruendo la sua drammatica storia, caratterizzata da anni di abusi da parte dell’ex marito, Dominique Pelicot e di altri uomini, da lui reclutati online.

Gisèle Pelicot: biografia e carriera

Nata nel 1952, Gisèle Pelicot proviene da una famiglia modesta. Dopo il matrimonio con la sua famiglia si è stabilita in diverse località, tra cui Mazan, un piccolo villaggio nella Provenza. Per quanto riguarda la professione da lei svolta, è noto che Gisèle ha lavorato per anni come impiegata in un’azienda di forniture elettriche. Dopo il caso Pelicot, la donna ha preso parte a diversi dibattiti e manifestazioni contro la violenza domestica e di genere.

La storia di Gisèle Pelicot, drogata dal marito e stuprata per anni

Gisèle ha conosciuto Dominique Pelicot (nato il 20 dicembre 1952 a Versailles) nel 1971 a Parigi e si sono sposati nel 1973. Il loro matrimonio è durato circa 50 anni, ed insieme hanno avuto tre figli: David, Florian e Caroline, la quale ha deciso di rinunciare al cognome paterno facendosi conoscere come Caroline Darian. Ma nel corso del loro matrimonio, per via di alcune difficoltà finanziarie, legate alla professione di Dominique, che lavorava come elettricista ed agente immobiliare, la coppia ha divorziato. Per proteggere i propri averi dai creditori, i due hanno divorziato per poi risposarsi nel 2007.

L’immagine di “coppia perfetta” è crollata quando è emerso che Dominique, per circa un decennio drogava la moglie con sedativi permettendo ad altri uomini di abusare di lei, filmando gli atti. Gisèle Pelicot dopo aver scoperto la verità sull’uomo, durante il processo contro Dominique Pelicot (settembre-dicembre 2024) ha detto che non riusciva a capire come il “marito perfetto”, che pensava di avere, le avesse potuto fare tutto quello.

La vicenda è emersa casualmente nel settembre 2020, quando Dominique fu arrestato per aver filmato sotto le gonne di alcune donne in un supermercato. Durante le indagini, nella sua casa di Mazan in Provenza, la polizia ha scoperto il materiale incriminante sul suo computer, portando alla luce l’orrore subito da Gisèle. La donna fino a quel momento non era consapevole delle violenze subite, attribuite a problemi di salute come amnesie o possibili sintomi di Alzheimer.

Caso Pelicot: processo e condanna

Rinunciando alla privacy ed all’anonimato, come previsto in Francia nei casi di violenza sessuale, Gisèle ha voluto un processo a porte aperte. Il processo, iniziato nel settembre 2024 ad Avignone, ha permesso di ricostruire gli orrori subiti dalla donna dal 2011 al 2020. Gisèle Pelicot, veniva drogata con del Tavor nascosto nel cibo o nel gelato al lampone, che il marito era solito portarle a letto la sera. La donna incosciente veniva stuprata gratuitamente da sconosciuti, che il marito contattava in chat sul sito Coco.fr (chiuso dopo il caso Pelicot).

L’uomo non solo filmava tutto, ma catalogava accuratamente i video e le foto. Il suo archivio, scoperto dalla polizia, conteneva un centinaio di video. Questi contenuti ed i nomi dei contatti delle chat hanno permesso di risalire a 83 stupratori: la polizia ne ha identificati ed arrestati in totale 51, di età compresa tra i 26 ed i 74 anni.

Al termine del processo Dominique ha ricevuto una condanna a 20 anni di carcere, il 19 dicembre 2024, per stupro aggravato. Con lui, altri 50 uomini, identificati tra i partecipanti agli abusi, sono stati riconosciuti colpevoli e condannati a pene tra i 3 e i 15 anni, ma circa una ventina di aggressori sono rimasti sconosciuti, in quanto non identificati.

Curiosità su Gisèle Pelicot

– La sua presenza social si rintraccia su Instagram, dove non è molto attiva.

– Per lei hanno creato la Fondation Gisèle Pélicot, un’organizzazione no-profit.

– Gisèle rinunciando all’anonimato durante il processo è diventata simbolo di coraggio e resilienza, riuscendo a sensibilizzare la società sulla “cultura dello stupro”. Un coraggio riconosciuto a livello internazionale come affermato dalla mobilitazione di movimenti femministi e da diverse associazioni che lottano contro la violenza di genere.

– Il primo ministro francese Michel Barnier ed il presidente Emmanuel Macron si sono prodigati in elogi verso di lei. In più Gisèle è entrata a far parte delle “100 donne più influenti” del 2024, secondo la classifica della BBC.