Giacomo Leopardi, tutte le curiosità sul “poeta dell’infinito”

Giacomo Leopardi, tutte le curiosità sul “poeta dell’infinito”

Un poeta dallo straordinario talento, pronto a sfidare le convenzioni del tempo dimostrando il suo spirito libero. Tutto su Giacomo Leopardi.

Giacomo Leopardi come poeta ha lasciato ai posteri diverse testimonianze del suo genio letterario. Mentre come uomo è riuscito a lasciare traccia del suo lato passionale, ribelle ed anticonvenzionale. Conosciamolo meglio, scoprendo qualche curiosità in più sulla sua vita e sul suo agognato desiderio di amore.

La biografia di Giacomo Leopardi

Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi è nato nelle Marche a Recanati, il 29 giugno 1798, sotto il segno del Cancro. Primo di dieci figli, Giacomo era erede di una famiglia nobile in decadenza: suo padre, il conte Monaldo, era discendente dei marchesi Mosca; la madre, Adelaide Antici, cugina del padre era molto religiosa e poco incline a dimostrare affetto.

Giacomo era un bambino prodigio e sotto la severa guida di suo padre Monaldo, amante degli studi, e quella di due precettori ecclesiastici, ha avuto modo di coltivare un’educazione che ha valorizzato la sua intelligenza. Oltre allo studio del latino, ha avuto modo di approfondire conoscenze di: filosofia, teologia e formazione scientifica. Il suo forte desiderio di esplorare il mondo si scontrò nell’adolescenza con una vita di reclusione, che lo spinse a rifugiarsi nei libri.

Leopardi ha approfondito personalmente i suoi studi, frequentando la biblioteca paterna ma anche quelle presenti in tutta Recanati. Da adolescente ribelle dall’enorme bagaglio culturale, è poi diventato un noto poeta romantico ed uno scrittore in grado di guardare oltre i confini del suo tempo. Tra i motivi che hanno accresciuto la tensione con i genitori, si deve segnalare la volontà di avviarlo alla carriera ecclesiastica, nonostante il dichiarato ateismo di Leopardi, che aveva abbracciato il materialismo illuminista.

Nella sua scrittura ha riproposto il desiderio di libertà, amore e bellezza, narrando anche gli eventi chiave dell’epoca. Così è diventato uno dei maggiori poeti italiani ed un autorevole esponente del pensiero filosofico. Per aver sacrificato gli anni della sua giovinezza allo studio ne ha subito gravi conseguenze, soffrendo di problemi alla schiena ed alla vista, e non solo. Il poeta malato ed anche sofferente per il colera, morì a Napoli il 14 giugno 1837, tra le braccia dell’amico Ranieri. 

Giacomo Leopardi: le sue opere

A partire dal 1809, Giacomo si è avvicinato alla composizione poetica scrivendo il sonetto “La morte di Ettore”, che ha dato inizio alla produzione degli scritti chiamati “puerili”. Nel 1812 dopo aver approfondito lo studio della filosofia ha scritto le “Dissertazioni filosofiche”, approfondimento su: filosofia, logica, morale, fisica teorica e sperimentale. In seguito ha composto la “Storia dell’astronomia” ed il “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi”.

L’incontro con la cugina Geltrude nel 1817 rappresentò una svolta per Giacomo. Infatti iniziò a intrattenere corrispondenze con degli intellettuali, per poi scrivere l’opera patriottica “All’Italia”. Attorno agli anni Venti dell’800, la sua produzione poetica ha accolto: “L’infinito”, “La sera del dì di festa”, “Alla luna”. Nel 1822 grazie all’intercessione dello zio Carlo Antici ha avuto modo di visitare Roma, un viaggio deludente per la superficialità della città. Tornato a Recanati nel 1823 scrisse le “Operette morali”. Poi avviò il suo silenzio poetico, che ha connotato il periodo del suo pessimismo cosmico.

Nel 1825 Giacomo si trasferì a Milano dove intraprese la collaborazione con l’editore Stella. Ma i suoi scritti provocatori non gli permisero di vivere in buone condizioni economiche. Si trasferì poi a Firenze, dove incontrò il patriota e scrittore napoletano Antonio Ranieri, e nel 1828 a Pisa dove tornò a scrivere, dando vita a: “Il Risorgimento”, “A Silvia”, “Le ricordanze”, “La quiete dopo la tempesta”, “Il sabato del villaggio”, “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”.

Nel 1832, scrisse il suo ultimo appunto sullo Zibaldone, raccolta di più di 5000 pagine su appunti personali e riflessioni. Nel 1833 si trasferì a Napoli insieme a Ranieri, qui fece sentire la sua voce nel dibattito culturale. Infatti scrisse il poemetto i Paralipomeni della Batracomiomachia. Tra il 1836 ed il 1837, Leopardi si trasferì a Torre del Greco dove compose “La ginestra o il fiore del deserto” ed “Il tramonto della luna”, tra le opere più rappresentative del suo testamento poetico.

Il tormentato rapporto con l’amore

Si può citare tra i suoi amori poetici e platonici, chi ha ispirato “A Silvia”, ossia Teresa Fattorini, figlia del cocchiere della famiglia del poeta. La ragazza nata il 10 ottobre 1797 morì prematuramente. Ma il suo ricordo visse nella mente e nei versi del poeta, che la vedeva spesso perché viveva con la famiglia di fronte al palazzo di Leopardi.

Dietro la figura di Nerina, il mito delle Ricordanze, si può rintracciare un altro amore poetico di Leopardi: Maria Belardinelli, giovane tessitrice, figlia di Tommaso e Maddalena Antonelli, nata il 10 dicembre 1800. La giovane morì dopo essersi tolta un dente, a causa di una cancrena nel 1827.

A Bologna, il poeta si invaghì di Teresa Carniani Malvezzi. La contessa era una donna di 40 anni: maliziosa, sognatrice capricciosa e seduttrice che suscitò in Leopardi sensazioni e stimoli nuovi. Con la Malvezzi, il poeta diede vita ad uno scambio epistolare, che evidenziò il suo primo innamoramento vero. Tra la fine del 1826 ed il 1827, la contessa decise di interrompere ogni tipo di contatto con Leopardi.

A 19 anni, Leopardi provò per la prima volta dei sentimenti, facendosi ammaliare dal fascino per una donna: Geltrude Cassi Lazzari. Geltrude era sua cugina, in quanto figlia della sorella Virginia, madre di Monaldo Leopardi. Ignara di tutto, a lei Giacomo dedicò le sue parole tra il dicembre del 1817 ed il gennaio del 1818 affidate al “Diario del primo amore”. Qui si parla della sua prima esperienza amorosa vissuta sul piano dell’immaginazione.

Trasferendosi a Firenze, Leopardi incontrò la bellissima Fanny Targioni Tozzetti, della quale si innamorò profondamente di un amore vero e passionale, senza essere ricambiato. Infatti lei si era innamorata di Antonio Ranieri, e pare che i due si amarono solo dopo la morte di Giacomo, superando i sensi di colpa dello scrittore napoletano che portò rispetto all’amico, sopprimendo a sua volta i sentimenti per Fanny. Giacomo dopo averla conosciuta, divenne un ospite quasi fisso del salotto di Fanny.

Fanny Targioni Tozzetti rifiutò Leopardi al quale manifestò comunque grande ammirazione: un rifiuto doloroso per il poeta che disilluso dall’amore scrisse per lei le poesie de Il ciclo di Aspasia, quali: “Il pensiero dominante”, “Amore e Morte”, “A se stesso”, “Aspasia”. Un amore non corrisposto che lo accompagnò fino in punta di morte. Leopardi infatti chiese di essere sepolto con la lettera di Fanny, scoperta nel taschino del frac, posizionandola vicino al cuore.

Curiosità su Giacomo Leopardi

– Da bambino ha imparato da autodidatta, consultando semplicemente una bibbia poliglotta trovata nella biblioteca paterna, non solo il greco ed il latino, ma anche l’ebraico e l’aramaico antico.

 – Nel corso della sua infanzia, il poeta amava intrattenere suo fratello Carlo e sua sorella Paolina condividendo con loro i suoi racconti fantasiosi.

– Leopardi ci ha lasciato non solo poesie, che hanno superato il passare del tempo, ma anche un grande esempio di uomo dallo spirito libero, contrario al compromesso. Infatti il poeta marchigiano ha avuto modo di sfidare il suo tempo. Con la sua scrittura si è schierato contro: Chiesa, politici ed invasore austriaco.

– Da quanto documentato da Antonio Ranieri, Giacomo aveva tante stranezze e molti vizi. Aveva l’abitudine di fare colazione nel pomeriggio e pranzava anche a mezzanotte. Il poeta amava il cibo, ed infatti ha scritto un elenco dei suoi piatti preferiti: pastefrolle, frappè, fegatini, bodin, maccheroni, zucche fritte, polpette. Si tratta dei “Desiderata”: cose richieste o desiderate nei piatti preparati per lui.

– L’interesse sempre vivo sul poeta è testimoniato dai diversi omaggi a lui tributati anche dalla filmografia. In anteprima al Festival del Cinema di Venezia 2024 si è assistito alla presentazione della miniserie “Leopardi – Il Poeta dell’Infinito”. In seguito, a New York, il 5 dicembre 2024, all’Italy on Screen Today New York, Film & TV Series, è stata organizzata una serata evento con la proiezione dell’anteprima internazionale di “Leopardi – Il Poeta dell’infinito”. La miniserie, diretta da Sergio Rubini, in onda il 7 e 8 gennaio 2025, su Rai 1, è un ritratto accurato ma inedito del poeta di Recanati. Il poeta è interpretato dall’attore Leonardo Maltese.