Enza Avino: cronaca di un femminicidio annunciato

Enza Avino: cronaca di un femminicidio annunciato

Enza Avino aveva solo 36 anni, una vita davanti e un passato di dolore alle spalle. Il male aveva un volto familiare, e ha spento per sempre i suoi occhi.

Chiamiamolo femminicidio, omicidio, come volete. La sostanza, purtroppo, non cambia. Quella di Enza Avino è una morte tristemente annunciata, il cui spettro è stato ignorato sino al suo avverarsi. E con il senno di poi scatta la macchina del ‘si poteva fare di più’, ‘qualcuno poteva salvarla’, in quel fisiologico circuito di risposte postume che non potranno mai cambiare l’ordine delle cose. La paura esiste, la violenza esiste. E spesso, sempre più spesso, ha la faccia di qualcuno che diceva di amarci.

Chi era Enza Avino?

Enza Avino era una donna come tante, con le sue paure e le sue ostinazioni. Figlia e mamma a cui una mano assassina ha imposto la fine, sotto una pioggia impietosa di proiettili, in un giorno di settembre che sa ancora di sangue e piombo.

Il suo nome era Vincenza, ma tutti la conoscevano con quel diminutivo che si è iscritto drammaticamente sulle cronache nazionali. Un nome tra i tanti, ennesima vittima di femminicidio, di quel vortice di violenze e pressioni capaci di mimetizzarsi anche nelle esistenze più limpide.

Enza viveva a Terzigno, con il figlio Carmine Ammirati, non ancora maggiorenne e una pesantissima eredità di sofferenze con cui combattere.

Scena del crimine

Terzigno: l’omicidio di Enza Avino

Enza Avino è morta il 14 settembre 2015, uccisa dall’ex compagno che non si era mai rassegnato all’addio. Lui, Nunzio Annunziata, non era ignoto alle stanze della giustizia. Già nel 2012, infatti, la donna lo aveva denunciato per minacce e maltrattamenti. Poi il tentato omicidio.

Il 1° maggio 2015, Annunziata si sarebbe recato a casa della Avino e avrebbe cercato di gettarla dal balcone del suo appartamento, al terzo piano. Solo il provvidenziale intervento dei genitori della donna ha potuto scongiurare il peggio. Ma era solo l’incipit di un viaggio di sola andata nell’abisso.

Il 12 giugno, Enza Avino ha sporto una nuova denuncia contro l’uomo, il cui profilo di stalker si è fatto sempre più pressante e preoccupante ai suoi occhi, e a quelli dei suoi cari.

Ne è conseguita una serie di atti persecutori sfociati nella misura restrittiva degli arresti domiciliari, poi convertita dal Riesame in un divieto di avvicinamento.

Pochi mesi dopo, il 14 settembre, due colpi di pistola hanno messo fine alla vita di Enza, esplosi dall’auto in corsa guidata da Nunzio Annunziata. Dopo averla colpita a morte, l’uomo è sceso dalla macchina e ha preso la borsa della vittima. A chiamare i familiari della sua ex, padre e fratello, è stato lui stesso.

La condanna per il delitto Avino

L’arresto è avvenuto il giorno successivo, a Poggiomarino. Annunziata è reo confesso, e nel 2016 è stato condannato a 30 anni di carcere dal Tribunale di Nola. Una sentenza confermata in appello, il 30 marzo 2018, dai giudici della Corte d’Assise di Napoli.

Nel 2019, il dramma di Enza Avino è stato ricostruito nella trasmissione Amore criminale, condotta da Veronica Pivetti. Quello che resta è il racconto di un orrore che si fa fatica a definire inimmaginabile.