Il caso di Elisa Claps ha sconvolto le cronache italiane, iniziato un giorno di settembre del 1993 e concluso 17 anni dopo con l’atroce ritrovamento dei resti nel sottotetto di una chiesa.
Elisa Claps è scomparsa il 12 settembre 1993, a Potenza, uscita per andare a incontrare un amico in chiesa e mai più tornata ai suoi affetti. Secondo le cronache avrebbe dovuto vedere Danilo Restivo, lo stesso che poi, anni dopo, sarebbe stato condannato per la sua morte e per un altro terribile caso.
Chi era Elisa Claps e dove viveva: la storia
Elisa Claps aveva soltanto 16 anni quando, il 12 settembre 1993, è uscita di casa senza farvi più ritorno. Studentessa, nata a Potenza il 21 gennaio 1977 sotto il segno dell’Acquario, è per tutta Italia una figlia il cui volto è impresso in dolci foto che ne ricalcano il sorriso e la spensieratezza della sua giovinezza.
Una parentesi felice prima della fine di cui, per anni, inquirenti e giornalisti si sono occupati prima dell’agghiacciante epilogo. Elisa Claps viveva nella stessa città e lì è scomparsa. Per 17 anni non si è saputo dove fosse, fino al drammatico ritrovamento dei suoi resti, il 17 marzo 2010, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, nel cuore di Potenza.
Elisa Claps era l’ultima di tre figli nati dal matrimonio tra un tabaccaio e un’impiegata, studiava al Liceo Classico, terzo anno, e quella domenica di settembre sarebbe andata con un’amica alla funzione religiosa con la promessa di tornare a pranzo per unirsi con il resto della famiglia in una casa di campagna. Poi il buco nero di un giallo lungo quasi 20 anni. Elisa Claps non è mai andata a messa, ma in chiesa, avrebbero dimostrato poi i fatti del 2010, ci è andata e lì sarebbe rimasta per 17 anni.
Quel giorno, dopo averle chiesto un appuntamento, ad attenderla ci sarebbe stato Danilo Restivo, allora 21enne e originario di Erice, in Sicilia, ma residente da tempo a Potenza con la famiglia. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione, l’ultimo a vederla prima della sparizione e il suo profilo avrebbe assunto dal principio il peso del sospettato, anzitutto per non aver dimostrato agli inquirenti i suoi spostamenti successivi all’incontro con la ragazza.
E poi ci sarebbero elementi inquietanti a incorniciare il suo mondo. Il giovane Restivo sarebbe stato noto per l’abitudine di insistere con le ragazze per cui avrebbe nutrito interesse, tra telefonate mute e un’altra abitudine dai riflessi sinistri: tagliare ciocche di capelli alle donne di nascosto con un paio di forbici che avrebbe portato sempre con sé.
Secondo le sue affermazioni, riporta la scheda sul caso a Chi l’ha visto?, una volta lasciata la chiesa e aver perso di vista Elisa Claps, avrebbe vagato per la città per poi introdursi in un cantiere. Qui sarebbe caduto da una scalinata ferendosi alla mano sinistra e facendosi medicare, dopo le 13, al Pronto soccorso. Una versione ritenuta poco credibile, al centro un buco di circa un’ora e mezza, dalle ore 12 alle ore 13,30 del 12 settembre 1993, senza un alibi dimostrabile. Nonostante i sospetti, Restivo sarebbe stato libero di spostarsi fino ad arrivare in Inghilterra, sposarsi e iniziare una nuova vita.
Il ritrovamento di Elisa Claps nel sottotetto di una chiesa a Potenza
I resti di Elisa Claps sono stati rinvenuti nel 2010, il 17 marzo, occultati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità, proprio dove la 16enne sarebbe dovuta andare il giorno della scomparsa. A fare il ritrovamento alcuni operai durante i lavori di ristrutturazione di cui erano stati incaricati a causa di infiltrazioni d’acqua. Sulla scena sono stati trovati anche un orologio, occhiali, orecchini, sandali e indumenti della giovane, uccisa lo stesso giorno della scomparsa con 13 colpi di arma da taglio.
Danilo Restivo condannato per l’omicidio di Heather Barnett e Elisa Claps
Ancor prima del ritrovamento di Elisa Claps, Danilo Restivo è stato arrestato, processato e giudicato colpevole dell’omicidio di una vicina di casa in Inghilterra, Heather Barnett (morta nel 2002). L’uomo sarebbe stato fermato nel maggio 2010 a Bournemouth, nel Dorset, dove si era trasferito e viveva con la moglie.
Il 30 giugno 2011 sarebbe arrivata la condanna all’ergastolo emessa dalla Crown Court di Winchester. L’8 novembre dello stesso anno, presso il Tribunale di Salerno, è iniziato il processo di primo grado a suo carico con rito abbreviato per il caso Claps che si sarebbe concluso con una condanna a 30 anni di carcere. Sentenza confermata in appello nel 2013 e, il 23 ottobre 2014, in via definitiva.
Nel 2016, la quinta sezione penale della Cassazione avrebbe dichiarato inammissibile il ricorso straordinario presentato dalla difesa di Danilo Restivo contro la condanna confermata dalla Suprema Corte per l’omicidio di Elisa Claps. Dopo il dramma, anni di angoscia e un dolore indelebile, il fratello della ragazza, Gildo Claps, ha dato impulso alla nascita di Penelope, associazione dei familiari delle persone scomparse nata nel 2002. Un gruppo di supporto per dare sostegno a quanti precipitano nella stessa tragedia che ha colpito la famiglia di Elisa, in quel limbo di interrogativi e sofferenze chiamato “scomparsa”.
In prima linea la madre di Elisa, Filomena Iemma, convinta che non tutto sia venuto a galla. Il suo intervento del 2021, riportato da Chi l’ha visto?, ricalca decenni di domande ancora senza risposta: “Ci sono tanti quesiti che faccio alla Chiesa: chi ha manovrato i fili di questa storia? Chi ha cercato di tenere Elisa nel sottotetto per 17 anni? Chi ha preparato la sua tomba, perché c’era una tomba fatta alla perfezione e chi ha deciso il ritrovamento di Elisa il 17 marzo del 2010?”.