In “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, si incontra la figura di don Carmine, il sacerdote che si oppone alla sepoltura del poeta.
Don Carmine, convinto da Antonio Ranieri, fraterno amico di Giacomo Leopardi, acconsente a celebrare il funerale del poeta di Recanati. Dopo la sua morte, in quanto ateo e per via del colera era destinato non solo alla fossa comune, ma anche alla non celebrazione dei funerali in Chiesa. Ecco chi era il sacerdote.
Chi era don Carmine?
Non si conoscono dettagli biografici attendibili su don Carmine, che permettano di ricostruirne storicamente la sua vita e la carriera nel mondo ecclesiastico. Ma nel ritratto del grande poeta di Recanati, restituito dalla sceneggiatura di “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, ci si imbatte nella figura del sacerdote. La vicenda prende il via a Napoli, nel 1837, dopo la morte del poeta. Ranieri cerca disperatamente di onorare la salma del suo defunto amico. In ogni modo tenta di vincere le ostilità del sacerdote, per convincerlo a dare degna sepoltura all’amico.
Il sacerdote si oppone al funerale in chiesa in quanto Leopardi era ritenuto indegno dei sacri onori, in quanto ateo dichiarato, e per convincerlo Ranieri racconta a don Carmine la vita dell’amico poeta, nella speranza di riabilitare il poeta agli occhi del sacerdote.
Così dopo la morte di Giacomo Leopardi, pochi giorni prima del suo 39esimo compleanno, a causa di un attacco d’asma, il suo fraterno amico, che gli era rimasto accanto negli ultimi anni di vita ha avuto un peso influente nel convincere don Carmine a dargli degna sepoltura, nonostante fosse un ateo miscredente ostile alla chiesa. Dal racconto offerto dalla miniserie “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, don Carmine era un sacerdote presso una chiesa di Napoli. Qui l’uomo di chiesa celebrava messa ed i riti religiosi già prima del 1837.
Curiosità sulla figura di don Carmine
– Alessandro Preziosi nel ruolo di don Carmine è tra i protagonisti della miniserie televisiva “Leopardi – Il poeta dell’infinito”. La Rai ha deciso di portare sul piccolo schermo il 7 e l’8 gennaio 2025, una speciale narrazione dedicata alla figura di Giacomo Leopardi. Un lavoro diretto da Sergio Rubini, che ha affrontato la sua prima esperienza alla regia televisiva, offrendo un ritratto inedito del grande poeta di Recanati.
– La serie televisiva dedicata a Leopardi, scritta da Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi, Angelo Pasquini, coprodotta da Rai Fiction, IBC Movie, Rai Com ed Oplon Film si apre a Napoli nel 1837. La serie parte dalla morte di Leopardi, con Antonio Ranieri (interpretato da Cristiano Caccamo) che porta il corpo del defunto amico nella chiesa di don Carmine per la sepoltura. Ranieri ha persuaso il prete a dargli una degna sepoltura, malgrado anche la cautela imposta dall’epidemia di colera. Il poeta di Recanati rischiò infatti di esser seppellito nella fossa comune, privato di una lapide che attestasse la sua esistenza.