Scrittore, patriota e politico: Antonio Ranieri è ricordato soprattutto per il profondo legame con Giacomo Leopardi. Tutto su di lui.
Dopo aver seguito le sue passioni politiche in gioventù, Antonio Ranieri si dedicò alla scrittura, diventando uno storico. Ma la sua scrittura non conquistò i lettori e così decise di ritornare a dedicarsi alla politica diventando deputato e poi senatore. Conosciamo meglio il fraterno amico di Giacomo Leopardi.
Antonio Ranieri: biografia e carriera
Nato a Napoli l’8 settembre 1806, sotto il segno della Vergine, Antonio Ranieri era il primo di dieci figli, quattro maschi e sei femmine. Il padre Antonio Francesco Ranieri era funzionario delle poste, e la madre era Maria Luisa Conzo. Dopo aver studiato con precettori privati, ha ampliato le sue conoscenze umanistiche, apprendendo anche: matematica, fisica e lingue straniere. Per le sue idee liberali subì la diffida dalla polizia borbonica, e visse come esule.
Nel 1828 si stabilì a Firenze dove conobbe Leopardi, con il quale strinse una profonda amicizia. Ranieri e sua sorella Paolina si presero cura del poeta di Recanati fino alla sua morte. Infatti quando lo scrittore campano fece ritorno a Napoli, ospitò Giacomo Leopardi che morì tra le sue braccia nel 1937.
Dopo la morte di Leopardi, Ranieri si dedicò all’attività politica, divenne deputato e senatore prima nel parlamento napoletano e poi in quello italiano, svolgendo anche la professione di docente universitario. Infatti nel 1860, ottenne la cattedra di Filosofia della storia presso l’Università degli Studi di Napoli, concludendo la sua carriera accademica con la nomina a professore onorario titolare nel 1862.
Le sue opere controverse
Dopo una visita all’ospizio degli orfanelli di Napoli pubblicò nel 1839 il romanzo “Ginevra o l’orfanella della Nunziata”, un romanzo che per il suo contenuto sociale – gli abusi subiti in quell’ospizio dai trovatelli -gli causò grossi guai: 45 giorni di carcere. A distanza di due anni pubblicò la “Storia d’Italia dal V al IX secolo ovvero da Teodosio a Carlo Magno”, che gli fece avere ulteriori inimicizie. Nel 1842 Ranieri pubblicò il romanzo filosofico “Il frate Rocco”.
In memoria di Leopardi fece innalzare un monumento e diede alle stampe le opere leopardiane ed una biografia del poeta, con pubblicazione della casa editrice Le Monnier (1843-1845). Dopo l’elezione come deputato nel Parlamento napoletano (1848), nel 1861 divenne un deputato del Parlamento del Regno d’Italia, incarico ricoperto fino al 1881 per poi essere nominato senatore del Regno.
Ranieri rievocò l’amicizia, con Leopardi in un libro di memorie “Sette anni di sodalizio con Giacomo Leopardi”, pubblicato nel 1880. Un memoir con rivelazioni su particolari sgradevoli sul poeta di Recanati che suscitò polemiche. Antonio Ranieri morì a Portici il 4 gennaio del 1888.
Gli amori di Ranieri
Non sono adeguatamente raccontate e documentate le sue disordinate avventure amorose, ma Ranieri ha avuto la fama di “gran donnaiolo”. Nelle lettere di Leopardi scritte al suo amico napoletano è emersa la storia d’amore tra Ranieri e Maddalena Pelzet, attrice di teatro vissuta tra il 1801 ed il 1854, sposata con l’attore Ferdinando Pelzet. Dalle lettere sappiamo che Ranieri trascinò Leopardi a Roma per corteggiarla, tra l’ottobre del 1831 ed il marzo del 1832.
Tra i suoi tanti amori anche quello tormentato con Fanny Targioni Tozzetti, di cui si era invaghito lo stesso Leopardi. Il poeta subì un duro rifiuto da parte della nobildonna, che era diventata l’amante di Ranieri.
Curiosità su Antonio Ranieri
– Nelle descrizioni fatte dagli studiosi di Leopardi e critici letterari è emerso un ritratto esaustivo di Ranieri. Lo scrittore napoletano è spesso descritto come biondo, aitante, piacione. Secondo alcune fonti era non solo estroverso ed apprezzato dalle donne, ma era a sua volta un dongiovanni molto vanitoso, che si dava molte arie raccontando di essere un viaggiatore ed esule politico.
– Come letterato, lo scrittore napoletano non ha goduto di apprezzamenti da parte della stampa per via dei contenuti che diede alle stampe, toccando temi controversi.
– Ranieri ha conosciuto Leopardi a Firenze proprio nel giorno del suo trentesimo compleanno, il 28 giugno 1828. Quando Leopardi morì nel 1837 Ranieri a stento riuscì a dargli una degna sepoltura sottraendo il suo corpo dalla fossa comune.
– La figura di Ranieri è presente nella miniserie “Leopardi – Il poeta dell’infinito”, presentata in anteprima alla Mostra Internazionale di Venezia 2024, diretta da Sergio Rubini. Una produzione in onda in prima visione su Rai 1, il 16 e 17 dicembre 2024, che ripercorre la vita del poeta di Recanati. Il racconto parte dalla morte di Leopardi con ambientazione a Napoli, quando nel 1837, il suo fraterno amico, Antonio Ranieri, si batte per dargli degna sepoltura. Lo scrittore napoletano Ranieri nella serie televisiva è stato interpretato da Cristiano Caccamo.