Annie Ernaux ha conquistato il Premio Nobel per la Letteratura 2022, sbaragliando una concorrenza stellare tra i grandi del momento. Scopriamo di più sulla sua storia…
Nobel per la Letteratura all’età di 82 anni, Annie Ernaux è stata premiata come scrittrice dall’Accademia di Svezia “per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale“. Nella sua biografia grandi successi e libri che hanno segnato un importante capitolo della cultura su scala internazionale…
Chi è Annie Ernaux?
Scrittrice e insegnante, Annie Ernaux è nata a Lillebonne, in Normandia, il 1º settembre 1940 sotto il segno della Vergine. Firma del romanzo Gli anni, vincitore dei premi Marguerite Duras, François Mauriac, del Prix de la langue française e del Premio Strega europeo 2016, l’autrice ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura.
Tra i suoi libri più famosi nel mondo, romanzi come Gli armadi vuoti e La donna gelata. Il Nobel le è stato assegnato dall’Accademia di Stoccolma nel 2022 anche perché con i suoi testi “in modo coerente e da diverse angolazioni, esamina una vita segnata da forti disparità di genere, lingua e classe. Il suo percorso verso la professione di scrittrice è stato lungo e arduo“.
La vita privata di Annie Ernaux e dove vive
Della vita privata della scrittrice Annie Ernaux, che vive in Francia, sappiamo che i suoi genitori, di modeste origini, avevano un negozio di alimentari e hanno gestito anche una caffetteria. La sua famiglia ha vissuto il dramma del lutto per la morte della sorella maggiore, scomparsa all’età di 6 anni. Ottenuta l’abilitazione all’insegnamento, Annie Hernaux ha lavorato come docente di Lettere moderne in un liceo francese. Sappiamo anche che, negli anni ’60, la scrittrice si è sposata ma si sarebbe poi separata. Dall’ex marito ha avuto due figli. Il matrimonio, che sarebbe durato pochi anni, era stato celebrato nel 1964.
Altre 2 cose da sapere su Annie Ernaux
– Il film Gli anni di Sara Fgaier è ispirato al suo romanzo.
– Si definisce “etnologa di se stessa”.