Annalisa Malara è l’anestesista che ha diagnosticato il primo caso italiano di Coronavirus con lo staff dell’ospedale di Codogno: ecco la sua storia.
In prima linea nella diagnosi del “Paziente 1” di Codogno, all’alba dell’emergenza sanitaria innescata dal Covid-19, Annalisa Malara è il medico anestesista protagonista di una pagina importante del nostro Paese. Scopriamo la sua biografia e tutto quello che c’è da sapere sul suo percorso personale e professionale.
Chi è Annalisa Malara e dove vive?
Annalisa Malara è l’anestesista di Cremona che, insieme allo staff dell’ospedale di Codogno, nel febbraio 2020 ha scoperto il caso del “Paziente 1” italiano, Mattia, colpito dal Covid-19.
Con il suo intuito e la sua competenza, la dottoressa Malara ha dato un preziosissimo contributo all’individuazione del focolaio di infezioni da Coronavirus nell’area lombarda del Lodigiano.
Nata sotto il segno del Capricorno, il 19 gennaio 1982, ha studiato all’Università di Pavia e, dopo la laurea in Medicina e la specializzazione in Anestesia e Rianimazione, è entrata in servizio all’ospedale di Vigevano, nel 2012, prima di passare a Lodi (dove vive) e poi a Codogno.
La vita privata di Annalisa Malara
La dottoressa Annalisa Malara sembra essere una donna molto riservata e non risultano profili social che rimandino alla sua vita privata oltre il ruolo in corsia. Non un account Facebook o Instagram a chiarire i contorni della sua sfera sentimentale, per questo è impossibile sapere se sia fidanzata, sposata oppure single.
In un articolo del 2020, La Gazzetta del Sud online fornisce un ritratto della famiglia d’origine dell’anestesista. Il padre, Antonino Malara, è originario di Reggio Calabria, la madre, Tosca Chiavoloni, umbra. Ha una sorella di nome Isabella e lei sarebbe la primogenita di casa, con un passato di sport alle spalle. Sempre secondo il predetto giornale, Annalisa Malara avrebbe praticato equitazione, atletica e calcio.
Altre 5 cose da sapere su Annalisa Malara
– Così ha sintetizzato la scoperta del primo caso documentato di Coronavirus in Italia, in un’intervista a Repubblica: “Per la prima volta farmaci e cure risultavano inefficaci su una polmonite apparentemente banale. Il mio dovere era guarire quel malato. Ho concluso che se il noto falliva, non mi restava che entrare nell’ignoto. Il coronavirus si era nascosto proprio qui“.
– Per la sua intuizione sul “Paziente 1” italiano, ha ricevuto il premio speciale “Rosa Camuna 2020” dal governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ed è stata nominata Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana da Sergio Mattarella.
– Durante gli studi ha lavorato come assistente in una piscina.
– Un aneddoto curioso è riportato da La Gazzetta del Sud: si sarebbe laureata in Medicina con 6 mesi di anticipo, rischiando di non poter accedere alla specializzazione per una questione burocratica. Non si sarebbe arresa, e avrebbe addirittura scritto una lettera all’allora Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo persino una risposta.
– Ha scritto un libro, intitolato In scienza e coscienza, pubblicato nell’ottobre 2020 e centrato sulla sua straordinaria storia, primo medico ad aver diagnosticato il Coronavirus in Italia.