La nascita con la placenta, per un parto che rispetta la natura
Ci sono regole che diamo per scontate quando si parla di parto e cura del neonato. Per esempio, si suppone che il cordone ombelicale vada reciso e che la placenta non serva più. Invece, esiste una pratica che sta prendendo piede e che si chiama Lotus Birth. Per chi la adotta, è un metodo rispettoso di accogliere il proprio figlio nel mondo permettendogli di staccarsi naturalmente dalla placenta che lo nutre. Ecco che cos’è la Lotus Birth e in che cosa consiste.
Che cos’è la Lotus Birth e come adottarla
Questa procedura consiste nell’evitare di staccare il cordone ombelicale dopo la nascita, lasciando il bambino attaccato alla placenta. Dopo circa 4 giorni (10 al massimo) il cordone si separa naturalmente, e solo allora il neonato smette di trarre nutrimento dalla placenta. Questo significa che è la natura a decidere quando è il momento giusto, e nel frattempo il bambino continua ad attingere al sangue placentare. Perciò, la Lotus Birth è vista come estensione del parto naturale: onora il secondamento spontaneo, cioè la formazione della placenta, evitando una separazione drastica e artificiale.
Domande e risposte sulla Lotus Birth
Per avere maggiori informazioni potete consultare il sito Lotus Birth Italia alla sezione FAQ. La domanda che molte mamme si pongono è: come gestire la presenza della placenta? Pare che la soluzione migliore sia tenerla in una ciotola accanto al bambino, o avvolgerla in un panno di cotone. Si può decidere anche di cospargerla di sale marino per farla conservare ed essiccare naturalmente. Basta fare attenzione a non bagnarla, quindi durante il bagnetto serve qualcuno che la tenga lontana. Il cordone invece si può bagnare, basta poi asciugarlo. A procedura terminata, la placenta viene spesso sotterrata ai piedi di un albero per “restituirla alla natura”.