Celiachia: cos’è, i sintomi da non sottovalutare e come riconoscere la malattia

Celiachia: cos’è, i sintomi da non sottovalutare e come riconoscere la malattia

Cos’è la celiachia e come riconoscerla? Si sente spesso parlare di questa malattia o disturbo; ma quali sono i sintomi e quali esame fare?

La celiachia è considerata una malattia da molti, ma in verità si tratta di una condizione per cui un soggetto che è già predisposto dal punto di vista genetico manifesta un’intolleranza permanente al glutine, quando ne viene a contatto attraverso gli alimenti. La malattia celiaca – si può definire anche così – provoca fastidi all’intestino e all’organismo intero. Dal punto di vista medico è un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenue provocata, appunto, dal glutine. Ma come capire se si è celiaci? Quali esami si possono fare? E soprattutto quali sono i sintomi? Ecco tutto quello che c’è da sapere!

I sintomi della celiachia: il significato negli adulti

Se nei bambini è più complicato riconoscere i sintomi (i principali son vomito, diarrea, stitichezza e stanchezza) negli adulti invece vi sono alcuni campanelli di allarme che possono metterci in allerta riguardo una probabile malattia celiaca. Secondo la direttrice del Celiac UK i sintomi della celiachia sono i seguenti:

farina

Stanchezza. Se dopo aver ingerito alimenti contenti glutine sussiste questo sintomo insieme ad altri problemi, sicuramente si tratta di un’intolleranza alimentare.

Debolezza. Oltre a provare un senso di stanchezza, anche il proprio corpo inizia a cedere e la debolezza sulle ossa prenderà il sopravvento.

Dermatite. Anche delle eruzioni cutanee sono sintomo di una celiachia in corso. Attenzione, quindi, a non sottovalutarle!

Dolore. Precisamente, il dolore è concentrato sulla bocca, con tanto di ulcere.

Problemi intestinali. Uno dei sintomi più comuni per riconoscere una celiachia è sicuramente un problema intestinale. Diarrea, nausea, stitichezza o crampi allo stomaco possono essere un campanello d’allarme.

Perdita di capelli. Una delle ragione per il quale si iniziano a perdere capelli può anche essere collegata ad un’intolleranza alimentare.

Ovviamente per valutare bene se si è intolleranti, bisogna eliminare il glutine dalla propria dieta e vedere come reagisce il proprio corpo.

Inoltre è opportuno sapere che l’intolleranza è genetica, quindi chi ne soffre ha maggiore probabilità di trasmetterla ai propri figli.

Celiachia: come combatterla

Le persone celiache non possono assumere alimenti contenenti glutine. La dieta per celiaci è l’unica terapia che si può percorrere dal punto di vista medico per persone che hanno questa intolleranza permanente. Quindi esistono alimenti che normalmente conterrebbero glutine che vengono prodotti o cucinati in maniera gluten free. Altri cibi, invece, non devono essere propio assunti, per esempio pane, pasta, birra, biscotti e tutti i cereali come il frumento, il segale, l’avena, l’orzo, il farro, la spelta e il kamut.

Spighe e chicchi di grano

Circa l’1% nel mondo ne soffre, in Italia vantiamo tra i celiaci 1 persona su 100/150 ed è considerata una malattia sociale . Sembrerebbe inoltre che le donne abbiano il maggiore rischio di riscontrarla rispetto agli uomini. Ancora più in particolare, questa malattia sembra colpire più le persone di razza caucasica, che assumono più alimenti contenenti glutine degli asiatici e degli africani.

C’è differenza tra celiachia e intolleranza al glutine? La differenza sta nella reazione all’assunzione di glutine: i primi hanno una reazione autoimmune che danneggia la mucosa intestinale; mentre i secondi manifestano dolori addominali, colon irritabile, mal di testa, etc.

Esami per capire se si è celiaci

Come capire se si è celiaci? Per diagnosticare una intolleranza cronica al glutine, si possono fare diversi esami. Prima di tutto è possibile fare una visita da un gastroenterologo, così da cominciare a fare un test, eliminando tutti gli alimenti che contengono glutine dalla propria dieta.

Si può poi ricorrere a un esame del sangue per fare una analisi degli anticorpi e autoanticorpi, così da poterla distinguere da altre malattie che presentano sintomi simili, come il morbo di Crohn o il colon irritabile.

In casi più complessi è possibile anche ricorrere all’esame delle feci, al breath test o alla biopsia duodenale.