Buste arancione Inps, cos’è e cosa è cambiato con l’avvento dello Spid

Buste arancione Inps, cos’è e cosa è cambiato con l’avvento dello Spid

Che cosa sono le buste arancione Inps? Vediamo cosa contengono questi documenti, a chi arrivano e cosa è cambiato negli ultimi tempi.

Le buste arancione Inps sono nate nel 2016 e sono arrivate nelle cassette della posta degli italiani fino al 2019. Per un periodo sono sparite, per poi tornare in circolazione con la nuova ‘veste’ digitale. Scopriamo cosa sono, a chi sono destinate e come ‘rintracciarle’ nell’epoca dell’identità digitale.

Buste arancione Inps: cos’è e a chi è destinata

Nel 2016 l’Inps (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) e l’Agid (Agenzia per l’Italia Digitale) hanno lanciato la busta arancione inerente la pensione. Si tratta di un documento contenente la posizione pensionistica di ciascun destinatario, utile a tenere sotto controllo i versamenti fatti all’istituto. All’inizio doveva essere un metodo facile e veloce per scoprire il resoconto della propria pensione, ma di fatto ha funzionato soltanto fino al 2019. Non solo, le famose buste arancioni Inps non sono arrivate a tutti i cittadini.

Fin dall’inizio, l’intento delle buste arancioni non era solo quello del mero controllo personale, ma anche quello di incentivare le persone ad aderire al Sistema Pubblico Identità Digitale (Spid). Ad oggi, considerando la quasi obbligatorietà di questo servizio, le missive per posta sono andate in pensione. Un gioco di parole che calza a pennello: di fatto, le buste arancioni non esistono più perché, a dire dell’istituto, l’invio massiccio delle lettere era troppo oneroso. Pertanto, per scoprire la propria posizione pensionistica è necessario avere lo Spid, collegarsi al sito dell’Inps e seguire la procedura guidata.

Busta arancione: a chi arriva e quando

La domanda giusta, quindi, non è busta arancione: quando arriva?, ma cosa fare per controllare la propria posizione pensionistica? Come già accennato, tramite il sito dell’Inps è possibile fare questa, più o meno amara, scoperta. Ovviamente, è necessario lo Spid. Lo scopo, almeno sulla carta, resta quello di un tempo: creare trasparenza tra gli enti che amministrano i contributi e coloro che li versano.