Buddylove sulla metro #2

Buddylove sulla metro #2

Un viaggio in metropolitana, un biglietto e un’app: questa formula basta per trovare l’anima gemella?

La seconda parte della digital novel di buddybank; storia di Dario Nesci e Illustrazioni di Anna Laura Urbani.

ETTORE

Tasto destro, copia il numero, tasto destro, incolla il numero.
Sono le undici del mattino e ho già fatto nove telefonate che hanno portato il mio stato d’animo a una sorta di viaggio nell’inferno dantesco. Se il cliente ha sempre ragione, per me, ognuno di loro è un peccatore. Da quello che vuole tutto e subito, a quello che non ti manda i documenti aggiornati, finendo, ovviamente, con il cattivo pagatore. 
Se nel lavoro fossi paragonato a un panino sarei certamente un ingrediente grasso che deve essere pressato per dare gusto; da un lato i clienti e dall’altro il mio capo.
“Ho grandi progetti per te Ettore.” mi continua a ripetere Marco, alludendo a opportunità lavorative situate in uno spazio temporale non ben definito. 
Mi muovo in queste promesse da quasi due anni dove non rientro a casa prima delle nove di sera. In genere, alle 17, le persone si preparano per andare in palestra mentre io faccio la seconda pausa con una mela e un giro dell’isolato.
Quando ho l’occhio stanco, dal decimo piano del mio ufficio vetrato, osservo Torre Velasca: una meravigliosa bruttezza.
Ripenso alla ragazza di questa mattina che ho ribattezzato Moscova. Avessi avuto Apple Pay… magari riuscivo a convincerla per un caffè. Dovrei informarmi di più sulla tecnologia o finirò come mio padre che per farsi un selfie cattura solo il mento. 
Nove secondi di attenzione alle news scrollate sui social e leggo che Milano è la città dei single dove vivono da soli ben 302.947 cittadini. 
Moscova sarà una di quelle?  
Elimino le notifiche sul telefono e noto che ho perso quella di buddy:

Ciao Ettore, non perdere il concerto dei Cigarette After Sex questa sera alle 20 e 30 all’Alcatraz di Milano.

In effetti, stasera avrei davvero voglia di ascoltare della bella musica e vedere gente che si diverte. Scrivo alla concierge per prenotare due biglietti e sento Paolo per chiedergli di venire con me perché entrambi siamo single e in un periodo no. 
Ama i Cigarette After Sex anche se non fuma e non ha incontri con una ragazza da più di un anno. (Forse questo era un dettaglio che dovevo lasciare privato. Scusa Paolo.)  
Vorrebbe dirmi di no con la scusa che non ha soldi, ma so che ha un iPhone e lo invito ad aprire il conto buddybank con la nuovo promo “Un buddy tira l’altro”, così da vincere quaranta euro a testa ed andare al concerto gratis. 
Segue il mio consiglio e dopo venti minuti è un buddy.
Nonostante gli abbia appena fatto guadagnare un biglietto mi ricorda che ho un debito di venti euro da due settimane e mi propone di fargli un bonifico istantaneo dall’app.
(Se sulla poca attività sessuale potevo sorvolare, vi dico che Paolo è genovese ed è un dettaglio che tutti dovreste sapere.)
Torno al lavoro e con poca concentrazione cerco di concludere una call con due americani dove annuisco con Yeah e Sure piuttosto che analizzare l’esattezza del loro bilancio.
Non so cosa mi prende oggi, ma ho davvero voglia di uscire da questo posto.
Da stamattina percepisco l’ufficio come una gabbia dove all’interno siamo tanti polli ammassati che spiegando le ali ci scontriamo l’uno con l’altro perdendo piume e sangue. Chissà cosa avrebbe pensato del mio paragone un rivoluzionario come Orwell o un’aziendalista come Olivetti.
Certamente c’è qualcosa che non va nel lavoro che faccio, dove credo di scambiare il tempo con il denaro nella speranza di averne di più… 
Di tempo o denaro?
Ho forse perso la passione per questo lavoro?
L’ho mai avuta?
In altri nove secondi di attenzione sui social leggo della famosa (?) crisi dei trent’anni: momento della vita in cui scatta un meccanismo alimentato dalle aspettative sociali che porta alla frustrazione di non riuscire a “prendere in mano la nostra vita”…
Mi sentirei diverso se Moscova avesse preso un caffè con me?
Questa sera chiederò consiglio a Gin Tonic ma prima del concerto voglio passare da casa a lavare i panni del consulente d’azienda e tirare fuori il mio loden verde che mi avvicina al mondo dell’arte.
Drrr drrr.
Messaggio da buddybank:

Ciao Ettore, apertura cancelli ore 19. Puoi ritirare i biglietti direttamente alla cassa centrale. 
Per tutto il resto siamo a tua disposizione. Divertiti.

VIOLA

Look the camera on top.
Viola please, don’t smile. 
Look here. 
Look there.

E’ Fortunato a parlare, un fotografo sulla quarantina trapiantato a Milano da anni. 
Ho fatto diversi servizi fotografici con lui e la cosa che mi affascina sempre è sentirlo dirigere in inglese nonostante l’accento gridi forte: I’m from Bitonto.
Questa volta mi sono nascosta dietro l’illusione che le ore di scatti sarebbero state due. Ho finto di dimenticare il tempo che truccatori e parrucchieri avrebbero usato per tenermi gli occhi aperti, luci puntate e con i capelli tirati prima di considerarmi pronta. 
Resina. 
Sembra mi abbiano colato resina sulla testa e passerò i prossimi due giorni in doccia prima di liberare i miei capelli da tutti quei prodotti. Ripenso alla cicca che Teresa mi attaccò sulla nuca, in seconda media, quando mi urlò in cortile, “buttana”, accusandomi di averle rubato Giuseppe. Per carità, io Giuseppe gliel’avevo rubato davvero, ma fin da allora pensavo che in un mondo dove le donne aspirano alla parità di genere, le conseguenze gravose della gelosia dovevano essere rivolte a lui e non a me.
Mi sbagliavo.
Mentre sono in posa di fronte alla macchina, penso che oggi le cose sono diverse o, forse, solo io mi comporto da reazionaria.
Viola, more aggressive. You’re a metropolitan woman. Continua a dirmi Fortunato mentre mi riprende con la camera.
Quando Stefano è scappato di casa – perché sparire con tutte le tue cose senza spiegazione può essere paragonato solo a una fuga – non ho provato rancore verso la sua nuova ragazza; verso di lui invece… sorvoliamo.

Show me the bag more, com’on Viola. Aaaand Stop! We’are done. Good Job!

Ed ecco la fine. 
Cinquecento euro incassati e anche questo mese evito di farmi bloccare la carta world elite!
Ricordo ancora la volta che mi è successo in aeroporto con Giorgia quando millantavo ingressi nelle lounge per bere prosecco a volontà in attesa del volo. 
All’ingresso un: “Signora, la sua carta risulta bloccata” mi è stato ripetuto ben tre volte. 
Alla quarta, buddy mi ha confermato di essere in rosso sul conto per una rateizzazione in corso che avevo completamente rimosso. Dopo qualche tentennamento nella nube dei dubbi e dei ricordi è affiorata chiara la risposta: svendita di Gucci! Uno di quei pochi momenti in cui ho gridato: “Si vive una volta sola” strisciando la mia carta senza rancore, per poi pentirmene i mesi successivi scegliendo le sottomarche di tutti i generi alimentari.
Ammetto che quello fu uno dei primi momenti in cui avevo ringraziato di aver aperto un conto corrente gestito via chat dove lasciavo alle emoticon il compito di governare la mia vergogna che, nel caso di confronto con un bancario reale, si sarebbe somatizzata con rossori su tutto il derma. 
Quando si dice: “Dietro lo schermo si è più forti!”
Lo shooting è finito e posso tornare a casa e terminare i render per un cliente di Cimiano. Questo è l’ennesimo che vuole un lavoro fatto nel minor tempo possibile, l’utilizzo di materiali pregiati e un prezzo basso.
A volte mi chiedo se la teoria dei vasi comunicanti la conosco solo io. 
Mi scoraggio se penso al fatto che i designer non hanno un albo e che la rincorsa alla competitività retributiva inizia ad assomigliare sempre di più ad una vera e propria prostituzione. 
Almeno oggi, grazie ai soldi del servizio fotografico, posso anche illudermi di guadagnare come designer d’interni. 
Prima di uscire dalla porta, controllo il telefono e vedo una notifica di buddy che mi avvisa di aver trovato due biglietti per i Cigarette After Sex. Valentina, la mia coinquilina, sarà felicissima di venire dopo averli ascoltarli per intere serate sul divano bevendo vino e fumando sigarette di tabacco.
Esulto felicissima e nel mentre, Marika, una ragazza con cui ho posato mi osserva incuriosita. Le racconto del concerto e di come ho trovato i biglietti. Stupita, mi dice che anche lei aveva buddy, ma che lo aveva aperto solo per prendere le AirPods in promozione e poi chiuderlo. Non sapeva nulla della concierge e di Quintessantially, il servizio del modulo love che ti permette di prenotare alberghi, concerti, voli, itinerari di viaggi etc. al posto tuo.
Raccolgo la borsa ed esco, raggiungo la metro di Moscova e nel mentre chiamo Valentina al telefono per raccontartele tutto:

“Ciao Vale cancella tutti i tuoi impegni. Stasera sei mia.”
“Hey hey hey, quando fai la possessiva sicula mi preoccupi sempre”
Metropolitan, non possessiva. Comunque ho due biglietti per i Cigarette After Sex
“Ma cosa dici? Non erano soldout?”
“A quanto pare… ma sai ho un buddy speciale”