Cinque varianti del Covid circolano ancora nel nostro paese: ecco quali sono e perché continuano a preoccupare gli esperti.
Buone notizie si alternano a nuove preoccupazioni sul fronte Covid in Italia e nel mondo. Se, infatti, sembra chiaro come ormai la fine della pandemia sia imminente, come fatto comprendere anche dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità, in alcuni paesi, tra cui l’Italia, l’allerta resta alta. I contagi stanno tornando infatti a crescere, e questo a causa soprattutto del “brodo” di varianti che si sono diffuse nel nostro paese. Un “brodo” formato in particolare da cinque varianti, tra loro molto simili e pericolose alla stessa maniera.
Allarme “brodo” di varianti in Italia
Cosa si intende con “brodo”? Si tratta di un termine gergale che viene utilizzato per indicare un fenomeno che accompagna la fine di questa pandemia, caratterizzato da un miscuglio di varianti che stanno continuando a contagiare nello stesso modo le persone in Italia.
Tutte le varianti in questione sarebbero derivazioni di Omicron, mutazioni del virus con caratteristiche genetiche differenti, ma diffuse sul nostro territorio in maniera abbastanza uniforme, e con un grado di pericolosità molto simile che non permette di abbassare la guardia nemmeno in questo momento di regressione della pandemia a livello globale.
Le cinque varianti Covid in Italia
Che ci siano in circolazione delle varianti di Omicron in Italia è ormai chiaro da oltre un anno, visto che le prime hanno iniziato a diffondersi nel gennaio del 2022. L’ultima in ordine temporale ad essersi affacciata è la variante Arturo, che negli scorsi mesi ha spaventato l’India e che da poco è arrivata anche in Europa. Dopo un inizio piuttosto lento, quest’ultima variante sta dimostrando una crescita notevole nelle ultime settimane e potrebbe diventare presto la variante dominante.
Per ora però quella che maggiormente preoccupa gli esperti, al momento, è però, Kraken, la più diffusa a livello globale. Seguono anche Cerberus e Hyperion, con numeri in crescita in tutto il mondo, mentre resta stabile la percentuale di contagi per la mutazione soprannominata Centaurus. Cinque varianti tutte derivanti da Omicron, in grado di sviluppare una capacità di sfuggire al sistema immunitario e alle difese dei vaccini, e che continuano a tenere in allerta il nostro paese.
La co-trasmissione tra le varianti sta in effetti creando un comportamento competitivo tra le varie tipologie di virus che potrebbe influenzare gli sviluppi della pandemia. Secondo gli esperti, la competizione tra i vari ceppi potrebbe influenzare, ad esempio, la possibilità di comparsa di nuove varianti, impedendo la nascita di ulteriori mutazioni. Oppure, la concorrenza potrebbe portare all’estinzione di almeno uno dei ceppi già diffusi finché non rimarrà endemica solo la “variante vincitrice”. Due ipotesi corroborate da alcuni studi di natura matematica, che portano comunque a uno stesso risultato: per ora parlare di pandemia finita sembra ancora prematuro.