Sapete cos’è il breadcrumbing? E’ importante riconoscerlo al primo campanello d’allarme, in modo da uscire subito da una relazione nociva.
Negli ultimi anni, il fenomeno definito breadcrumbing è in grande aumento. Si tratta di un modo tossico di relazionarsi agli altri, che è sempre esistito ma che oggi ha un nome e dinamiche precise. Vediamo cos’è, come riconoscerlo e, soprattutto, come spezzare le catene di quello che diventa a tutti gli effetti un circolo vizioso.
Breadcrumbing: cos’è e come si riconosce
Letteralmente, breadcrumbing significa pangrattato o briciole di pane. In campo psicologico, questo termine viene utilizzato per indicare i cosiddetti amori briciola, ossia quelle dinamiche relazionali in cui un partner dimostra un interesse intermittente e l’altro si accontenta di ciò che riceve. Generalmente, colui che costruisce relazioni di questo tipo attira l’altro a sé avendo comportamenti ambigui e non lasciando mai trasparire le proprie intenzioni.
La vittima, dal canto suo, è consapevole dell’inesistenza di una progettualità futura, ma non riesce a staccarsi dal partner per diversi motivi. Senza ombra di dubbio, la bassa autostima fa da padrone, ma c’è anche la paura di rimanere single. Inoltre, vale la pena sottolineare che gli atteggiamenti ambigui – un giorno alle stelle e l’altro alle stalle, giusto per intenderci – non fanno altro che scatenare il senso di colpa.
Generalmente, una coppia in cui si manifesta il breadcrumbing è composta da un soggetto dipendente e uno controdipendente, rispettivamente carnefice e vittima. Relazioni di questo tipo possono andare avanti anche per anni proprio grazie all’ambivalenza del carnefice, che non fa altro che aumentare la dipendenza della vittima. Quest’ultima, inoltre, pensa che quell’amore ideale che ha sempre sognato possa prima o poi concretizzarsi. Pertanto, piuttosto che mettere fine ad una storia tossica si accontenta delle briciole.
Breadcrumbing: come uscirne
Alla base del breadcrumbing c’è quasi sempre un problema di dipendenza affettiva. Questo, almeno, per quel che riguarda la vittima. Il carnefice, invece, è consapevole di non poter soddisfare i bisogni e i desideri del partner, ma è più concentrato sul proprio benessere. Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di una persona egoista e narcisista, che ha appreso queste dinamiche relazionali dai caregiver, ma che nasconde comunque una bassa autostima e una certa immaturità.
Se una relazione è guidata dal breadcrumbing è importantissimo mettere un punto il prima possibile. Solo la vittima, però, può farlo, innanzitutto prendendo consapevolezza della tossicità della storia che sta vivendo. Deve concentrarsi sui propri bisogni, esprimere quali sono i disagi e, se possibile, chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta. Risolvere la situazione da soli è possibile, sia chiaro, ma è fondamentale interrompere il circolo vizioso creato dalla dipendenza affettiva. Se questa problematica non viene affrontata, infatti, continuerà a influenzare le relazioni successive.