La Legge di Bilancio proposta dal Governo Meloni prevede un bonus dipendenti pubblici anche per il 2023: ci sarà un aumento dello stipendio.
A partire dal mese di gennaio 2023, a patto che la Legge di Bilancio venga approvata in Parlamento, ci sarà un bonus dipendenti pubblici che interesserà 3,2 milioni di lavoratori. L’incentivo non è strutturale, quindi resterà in vigore per un solo anno. Vediamo cosa prevede.
Bonus dipendenti pubblici 2023: cosa prevede la Legge di Bilancio
La Legge di Bilancio proposta dal Governo Meloni prevede un bonus dipendenti pubblici anche per il 2023. Si tratta di un “emolumento accessorio una tantum” che sarà pari all’1,5% dello stipendio lordo per 13 mensilità, per un valore totale di un miliardo di euro. Questo significa che, a partire dal prossimo gennaio e se la Legge di Bilancio verrà approvata dal Parlamento, le retribuzioni dei dipendenti pubblici aumenteranno.
Questo bonus, così come tutti gli altri stabiliti dalla Legge di Bilancio del Governo Meloni, resterà in vigore per tutto il 2023. Pertanto, non si tratta di una misura strutturale, ma soltanto transitoria. I dipendenti pubblici che vedranno crescere lo stipendio saranno 3,2 milioni. L’aumento partirà da un minimo di 21 euro e potrebbe anche superare i 70 euro. Considerando che la percentuale dell’1,5% viene applicata in base al reddito, significa che l’incentivo sarà maggiore nelle fasce retributive più alte.
Bonus dipendenti pubblici: le polemiche
Anche se il bonus dipendenti pubblici 2023 deve ancora essere validato, le prime polemiche sono già esplose. L’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief) sostiene che i soldi stanziati non siano sufficienti a coprire tutti i lavoratori. “Malgrado il rinnovo del contratto del periodo 2019-21, per i lavoratori statali si prospetta un 2023 ancora più avaro dell’ultimo periodo“, si legge in una nota. Secondo le stime di Anief, infatti, i dipendenti si ritroveranno ad avere in busta paga una “somma irrisoria“, di circa 30 euro. “Ad oggi mancano 6 miliardi al netto di un solo miliardo stanziato per aggiornare l’aumento dell’indennità di vacanza contrattuale, esattamente come prevede la normativa vigente al 50% del tasso di inflazione programmata, soluzione foriera di contenzioso“, ha dichiarato l’Associazione.