Blake Lively ha sporto denuncia contro il regista e collega Justin Boldoni per molestie: i due hanno collaborato in It end with us.
L’uscita al cinema della pellicola hollywoodiana It end with us avvenuta qualche mese fa aveva fatto molto parlare. Durante la promozione del film, infatti, si erano già notati segnali di tensione tra i due co-protagonisti e co-registi Blake Lively e Justin Boldoni. Secondo alcuni retroscena, pare che tra i due ci siano stati pesanti screzi già dalla realizzazione del film, tanto da portarli ad una decisione inaspettata: avrebbero fatto la promozione del film in modo separato.
Ma a distanza di mesi dalla promozione del film, ora arriva un altro colpo di scena da Hollywood: la moglie di Ryan Raynolds ha mosso gravi accuse contro il suo co-protagonista e lo ha denunciato per molestie sessuali.
Blake Lively accusa Justin Baldoni di molestie sessuali
L’attrice ha presentato la denuncia presso il Dipartimento dei Diritti Civili della California, sostenendo di aver subito molestie sessuali sul set e un successivo tentativo di diffamazione orchestrato per distruggere la sua reputazione.
Nella denuncia, ottenuta dall’Associated Press e riportata dal New York Times, Lively descrive un piano complesso volto a danneggiarla, che includerebbe campagne online e social media per screditarla.
Tra i principali accusati figurano Baldoni e Wayfarer Studios, la casa di produzione del film.
La risposta del legale di Justin Baldoni e dello Studios
Bryan Freedman, avvocato che rappresenta Baldoni e Wayfarer Studios, ha respinto le accuse, definendole “Completamente false, oltraggiose e intenzionalmente scandalose“.
Secondo Freedman, Lively avrebbe fatto pressioni durante le riprese, minacciando di non partecipare alla promozione del film se le sue richieste non fossero state accolte.
Il legale ha inoltre contestato le affermazioni sull’esistenza di un piano di ritorsione, sottolineando che lo studios aveva assunto un gestore di crisi per affrontare le continue richieste e minacce della star.
Blake Lively, in una dichiarazione al Times, ha espresso la speranza che il suo gesto possa proteggere altre vittime: “Spero che questa azione legale contribuisca a rivelare tattiche sinistre contro chi denuncia comportamenti inappropriati“.