Nuovi dettagli sul caso del bimbo morto a Città della Pieve

Nuovi dettagli sul caso del bimbo morto a Città della Pieve

Mentre l’Umbria e l’Italia intera sono ancora sotto shock per questa inquietante vicenda, emergono nuovi particolari su quanto accaduto alla piccola vittima.

Il caso di un bambino di appena due anni trovato morto sul nastro trasportatore di un supermercato ha sconvolto l’Italia intera. Una tragedia inaudita, una dinamica scioccante, un orrore che ci coglie impreparati.

La principale indiziata al momento è la madre del bambino, una donna ungherese di 43 anni, che è apparsa fortemente sotto shock. E’ stata proprio lei a entrare nel supermercato di Città della Pieve imbrattata di sangue e ad adagiare il piccolo sul nastro trasportatore della cassa. La donna al momento si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato e i suoi racconti appaiono confusi.

Le prime ricostruzioni

Stando alle prime ricostruzioni fatte dagli inquirenti, il bimbo sarebbe morto per ferite inflitte da un’arma da taglio, presumibilmente da un coltello. Nella borsa della madre è stato rinvenuto un coltello spezzato, ora spetta alla scientifica stabilire se si tratta dell’arma del delitto.

A incastrare ulteriormente la donna sarebbero alcune foto scattate tramite il suo cellulare. Le terribili immagini raffigurano il corpicino del bimbo imbrattato di sangue. La donna avrebbe pubblicato le immagini su un social network e sarebbero state viste dal padre del bambino che ha immediatamente allertato le forze dell’ordine.

Il video e le altre prove contro la madre

Un’ulteriore prova contro la madre del bimbo sarebbe un video registrato da una videocamera di sicurezza che ritrae la donna mentre si dirigeva da sola con il passeggino verso un casolare abbandonato.

Secondo gli inquirenti proprio in quel casolare si sarebbe consumato l’omicidio di Alex, il bimbo sarebbe stato colpito da nove coltellate al costato e alla gola. Per strada sono stati trovati alcuni giocattoli del bambino: un orsacchiotto, un trenino abbandonati, che avrebbero permesso alla polizia di ricostruire il percorso fatto dalla donna.

Mentre le prove dell’accusa contro la madre si rafforzano e si fanno schiaccianti aumenta parallelamente il nostro sconcerto e con esso l’orrore, che ci coglie impreparati.

Secondo le dichiarazioni della donna è stato “qualcuno” venuto dall’esterno ad uccidere il bimbo. Al momento è trattenuta in carcere per pericolo di fuga, deve rispondere all’accusa di omicidio volontario.