Bella Ciao, la storia della canzone: le sue origini sono un mistero

Bella Ciao, la storia della canzone: le sue origini sono un mistero

Bella Ciao è la canzone simbolo della Resistenza italiana, ma, negli anni, si è diffusa in tutto il mondo: scopriamo la storia del brano.

Da tutti collegata alla Resistenza partigiana, Bella Ciao è una canzone che viene cantata nelle occasioni più disparate. Dalla Festa della Liberazione alle manifestazioni in piazza: è diventata cult perfino durante il primo lockdown da Covid-19. Quando c’è un “invasor” di mezzo, questo brano sembra calzare a pennello, ma qual è la sua storia? Scopriamo le sue origini.

Bella Ciao: la storia della canzone

O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi sono alzato
E ho trovato l’invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir
“.

Questa è la strofa iniziale di Bella Ciao, canzone italiana conosciuta in ogni angolo del globo. Mentre il testo del brano è celebre, altrettanto non si può dire sulle sue origini. Qualcuno ritiene che siano stati i partigiani, nel corso della Resistenza della Seconda Guerra Mondiale, ad intonare i versi e a portarli in giro al grido di Libertà. Secondo lo storico Cesare Bermani, Bella Ciao “era cantata dalla Brigata Maiella che operava in Abruzzo. Nel giugno del 1944 il canto risuonava anche in Emilia, al Nord è arrivata tardi, negli ultimi mesi prima della Liberazione“.

Ecco uno dei tanti video di Bella Ciao:

Mistero sulle origini di Bella Ciao: gli storici non sono tutti d’accordo

Gli storici, però, non sono affatto d’accordo con questa ricostruzione dei fatti. La stessa Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) sostiene che la canzone non sia stata molto utilizzata nel periodo della dittatura nazifascista e che abbia iniziato ad essere popolare soltanto 20 anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Bella Ciao, infatti, ha iniziato ad essere largamente conosciuta in Italia dopo il Festival di Spoleto del 1964. E’ in questa occasione che vennero presentate due versioni del brano, una delle mondine e una dei partigiani. Per quel che riguarda la melodia della canzone, sono due le tesi principali. Una la vede trarre origine da una melodia Yiddish, ovvero ebrea, registrata nel 1919 a New York da un fisarmonicista di origini ucraine, tale Mishka Ziganoff. L’altra ipotesi la collega a Fischi al vento/Katjuša, una celebre canzone popolare sovietica che divenne l’inno ufficiale delle Brigate Partigiane Garibaldi.