Barbara D’Urso contro le pubblicità sessiste

Barbara D’Urso contro le pubblicità sessiste

Barbara D’Urso, nella puntata di giovedì 2 maggio di Pomeriggio Cinque, si è schierata contro una campagna pubblicitaria in cui la donna era dipinta come una donna – oggetto.

Barbara D’Urso si conferma, nuovamente, essere la paladina delle donne. Che la conduttrice, da anni, sia a favore delle donne è ormai cosa nota, come è anche noto che nei suoi salotti ha spesso ha affrontato il tema e le battaglie a favore del genere femminile. E così una delle conduttrici più amate della tv nella puntata di Pomeriggio Cinque, andata in onda giovedì 2 maggio, ha voluto esprimere il proprio dissenso contro la campagna pubblicitaria della Lublan e Challoils.

Barbara D’Urso contro le pubblicità sessiste

Barbara D’Urso è una di quelle donne e conduttrici che non ha paura di affrontare anche argomenti scomodi e da anni lo dimostra all’interno dei suoi salotti. Questa volta nel mirino della conduttrice è finita la campagna pubblicitaria messa su dalla Lublan e Challoils, noto marchio di olio lubrificante per motori.

“Il sessismo, le donne, il seno in vista. Questa pubblicità ha fatto molto arrabbiare le donne”

Queste le parole con cui Barbara D’Urso ha scelto di commentare la pubblicità. Nello specifico è stata scelta come testimonial una ragazza, vestita con una tuta in latex e con scollature provocanti che lasciano ben poco spazio all’immaginazione. La D’Urso ha ammesso, inoltre, di essere stanca di vedere la donna essere trattata come un oggetto, anche nelle pubblicità.

Barbara D’Urso in difesa delle donne

Può piacere oppure no, ma quello che è certo è che Barbara D’Urso ha sempre utilizzato il pugno di ferro nei confronti di chi ha assunto comportamenti non corretti nei confronti delle donne.

“Da sempre contro la violenza sulle donne” è diventato una sorta di mantra per lei, che nelle sue trasmissioni cerca di dar voce a tutte le donne vittime di abusi, e non solo. A far storcere il naso alla conduttrice, inoltre, è stata anche una campagna pubblicitaria, a suo dire sbagliata, che pone la donna nuovamente nell’accezione di un oggetto.