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Baraccopoli di Messina: la storia e la demolizione a 113 anni di distanza

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Baraccopoli di Messina: dal motivo della sua esistenza al progetto di abbattimento e risanamento della zona.

La baraccopoli di Messina è un luogo dimenticato da Dio in cui la gente vive nel degrado da oltre un secolo.
Abitata da topi e animali di ogni tipo è anche dimora di amianto e inquinamento.
Un luogo colmo di tristezza e nel quale ad oggi vivono circa 3000 famiglie per un totale di 8000 persone.
Scopriamo com’è nata e come si procederà per il difficile lavoro di demolizione e risanamento della zona.

La triste storia della Baraccopoli di Messina

La baraccopoli di Messina è distribuita su circa 800 ettari che si estendono per la città creando un enorme divario con le zone “normali”.

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Si tratta infatti di un luogo che si trova in condizioni di estremo disagio da più di un secolo e più precisamente dal 1908, anno in cui ci fu un terribile terremoto (con conseguente maremoto) che portò alla distruzione di buona parte della città e alla costruzione delle prime baracche al fine di trovare un riparo.

Da allora l’intera zona è andata deteriorandosi sempre di più divenendo la base per la criminalità organizzata e portando avanti un degrado tale da rendere le condizioni di vita insopportabili. Basti pensare che a causa della cospicua presenza di amianto le malattie ai polmoni sono in forte crescita. E che a questo problema già di per se gravissimo si è aggiunto anche quello dato dalla recente pandemia che ha portato tantissime persone a perdere la vita.
Un luogo intriso di dolore che solo ora può finalmente aggrapparsi ad una speranza data da uno stanziamento che dovrebbe portare alla sua demolizione e ad un risanamento dell’intero quartiere.

Al via il progetto di risanamento

Nel mese di Maggio sono stati stanziati 100 milioni per portare avanti un progetto di demolizione delle 86 baracche esistenti e al quale dovrebbe poi seguire quello di risanamento.
Un percorso sicuramente in salita e che per questo richiederà ancora alcuni anni.

Ne serviranno infatti circa un paio per demolire il tutto e spostare le famiglie che ancora oggi abitano nella zona. E a questi se ne dovranno aggiungere almeno tre per il risanamento.
Un progetto ambizioso e che si attendeva da tempo che sarà seguito dal prefetto Cosima di Stani.

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ultimo aggiornamento: 20 Ottobre 2021 12:34

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