Chi sono gli autistici ad alto funzionamento e come si presenta il disturbo

Chi sono gli autistici ad alto funzionamento e come si presenta il disturbo

Tra le forme di autismo rientrano anche gli autistici ad alto funzionamento, scopriamo di che genere di disturbo si tratta.

Nei disturbi dello spettro autistico rientrano anche quelli che vengono definiti soggetti autistici ad alto funzionamento, ma cosa si intende con questa definizione? Per prima cosa bisogna precisare che con il termine autismo non ci si riferisce ad un singolo disturbo, per questo motivo più che di autismo sarebbe meglio parlare di disturbi dello spettro autistico.

C’è anche da dire che le manifestazioni di questi disturbi sono estremamente variabili, ciò porta quasi ad affermare che ogni soggetto con questo disturbo sia un caso a sé stante. Nonostante la difficoltà di stabilire dei criteri precisi su un disturbo su cui si hanno ancora poche conoscenze, è stata fatta una classificazione.

Autismo: definizione e diagnosi

I disturbi che rientrano nella definizione di autismo sono diversi, ma di base sono accomunati da alterazioni dello sviluppo cognitivo. La diagnosi vera e propria si basa sull’analisi del comportamento e viene effettuata anche già nella prima infanzia. Tuttavia, occorre precisare, che non in tutti i casi è possibile diagnosticare con facilità il disturbo nei primi anni di vita.

bambino parla psicologo

Ad esempio nel caso di un soggetto autistico ad alto funzionamento le manifestazioni possono essere colte solo più tardi, ad esempio in età scolare. Questo è uno dei motivi che rende più difficile, o meglio che ritarda la diagnosi. Ma cosa permette di distinguere un disturbo autistico dall’altro?

Autismo ad alto funzionamento: cos’è?

La prima difficoltà che si incontra nella classificazione del tipo di disturbo è data proprio dalla difficoltà insita nella formulazione della diagnosi. Per i disturbi dello spettro autistico, infatti, non esiste una vera e propria diagnosi oggettiva, ma ci si basa su dei test e delle analisi sul comportamento dei soggetti. Questi studi negli anni hanno portato a sviluppare un sistema di classificazione che viene periodicamente aggiornato.

Si tratta del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, il cui ultimo aggiornamento, DSM-5, è avvenuto nel 2013. La classificazione ha permesso di suddividere le manifestazioni in due gruppi principali. È stato così che sono stati individuate le forme di autismo ad alto funzionamento cognitivo e a basso funzionamento. Nel primo caso rientrano i soggetti che hanno capacità cognitive nella media o superiori, con spiccate capacità in determinati campi. Nel secondo, ovvero quello a basso funzionamento, le capacità cognitive sono ridotte e viene a mancare anche un appropriato uso del linguaggio.