Aspettativa di vita: l’Italia sale, ma la media europea non è entusiasmante

Aspettativa di vita: l’Italia sale, ma la media europea non è entusiasmante

Dopo il periodo nero segnato dalla pandemia, l’aspettativa di vita in Italia sale. La media dell’Europa, però, non è entusiasmante.

Secondo le ultime stime dell’Eurostat, l’aspettativa di vita alla nascita in Italia torna a registrare dati positivi. Dopo l’anno nero segnato dalla pandemia da Covid-19, che è stata determinante in tutto il mondo, nel 2021 c’è stata una crescita, seppur minima, che fa ben sperare. La media europea, però, continua a non essere entusiasmante.

Aspettativa di vita: l’Italia sale

L’aspettativa di vita alla nascita è un indicatore che misura quanti anni in media è destinato a vivere un nuovo nato. Pertanto, è normale che la pandemia da Covid-19, esplosa all’improvviso nel 2020, abbia influenzato in modo negativo i dati registrati sull’intera popolazione mondiale. Secondo le ultime stime dell’Eurostat, però, ci sono buone notizie: l’Italia è tornata a salire.

Nel 2021, nel bel Paese, c’è stata una crescita che, seppur lieve, dona un certo ottimismo. Stiamo parlando dello 0,6%, un dato minimo, ma in controtendenza rispetto alla media europea. L’Istituto europeo di statistica scrive: “Gli ultimi dati disponibili suggeriscono che l’aspettativa di vita si è bloccata o addirittura è diminuita in diversi Stati membri dell’Ue“. Questo significa che dopo l’esplosione della pandemia, in tutti i Paesi UE si è registrato un blocco o una diminuzione dei dati relativi all’epoca pre-Covid.

Alcuni Stati dell’Europa occidentale hanno visto l’aspettativa di vita tornare quasi ai livelli che si registravano prima della pandemia. Altri, invece, specialmente nell’Europa orientale, sembrano essere fermi nelle ‘sabbie mobili’.

La media europea non è entusiasmante

Stando ai dati preliminari del 2021, il Covid-19 ha influenzato negativamente l’aspettativa di vita alla nascita di quasi la metà dei Paesi dell’UE. I dati peggiori sono stati registrati dalla Slovacchia e la Bulgaria, con -2,2 rispetto al 2020, Lettonia (-2,1) ed Estonia (-2,0). Rispetto al 2019, invece, i cali maggiori sono in Bulgaria (-3,7), Slovacchia (-3,0) e Romania (-2,7). In positivo, invece, abbiamo Lussemburgo con +0,1 e Malta e Svezia che registrano gli stessi valori del 2019 e del 2021.