Coronavirus: gli asintomatici positivi non possono lavorare nemmeno da casa

Coronavirus: gli asintomatici positivi non possono lavorare nemmeno da casa

Niente smart working per gli asintomatici postivi al Coronavirus: chi è affetto dal Covid-19 non può lavorare nemmeno da casa, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera.

Siete tra gli asintomatici positivi al Coronavirus o in attesa del tampone? Allora godetevi un po’ di riposo: non potete lavorare, nemmeno rimanendo a casa. Lo ha chiarito una volta per tutte al Corriere della Sera l’avvocato Cesare Pozzoli dello studio legale Chiello-Pozzoli di Milano, mettendo in evidenza quanto contenuto nei decreti Cura Italia e Rilancio e nel ‘messaggio’ Inps 2584 del 24 giugno.

Asintomatici positivi al Covid: niente smart working

Il decreto Agosto ha stabilito che le persone di ritorno da vacanze in zone a rischio debbano stare in isolamento in attesa del tampone. Bene, anche questo isolamento è equiparato alla malattia, quindi implica il divieto di lavorare“, ha spiegato il legale al quotidiano di via Solferino.

Videochiamata di lavoro

Un provvedimento che in questi termini costringe migliaia di persone a prendersi un periodo di riposo ‘forzato’ dal proprio lavoro. Anche perché, secondo i dati raccolti dall’Istituto superiore di Sanità, gli asintomatici positivi al Covid sarebbero in questo momento la gran parte dei soggetti infetti.

Asintomatici: il 65% sono persone in età da lavoro

Secondo quanto riportato dai dati dell’ISS, negli ultimi 30 giorni il 65% dei 21.724 casi di soggetti asintomatici positivi al Covid ha riguardato persone in età da lavoro. Numeri di per sé già molto alti, ma che potrebbero subire un’ulteriore impennata qualosa di decidesse di dare il via al progetto dei ‘tamponi a tappeto’ già proposto in alcuni ambienti accademici e politici.

Proprio in virtù di una possibile moltiplicazione dunque dei lavoratori costretti a un periodo di riposo, secondo l’avvocato Pozzoli bisognerebbe iniziare a considerare l’impatto dei danni causati alle singole aziende e alle casse dell’Inps, messe anche in questo caso a dura prova, come già accaduto durante i mesi del lockdown. Il tutto mentre si sta studiando un piano per cercare di far rientrare in ufficio i lavoratori non positivi per riavvicinarsi a una normalità, come sta accadendo ad esempio nel Comune di Milano.

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