Sui social l’anguria diventa simbolo del sostegno alla Palestina: ecco perché

Sui social l’anguria diventa simbolo del sostegno alla Palestina: ecco perché

Perché l’anguria sui social è simbolo del sostegno alla Palestina? Tutto è nato nel 2007, subito dopo la Seconda Intifada.

Negli ultimi giorni, sui social è tornata in auge un’immagine che è stata coniata nel 2007: stiamo parlando dell’anguria utilizzata come simbolo del sostegno alla Palestina. Vi siete mai chiesti perché il frutto dell’estate è finito per essere affiancato ai palestinesi?

Perché l’anguria sui social è simbolo del sostegno alla Palestina?

Da giorni, ormai, su tutte le piattaforme virtuali ci sono tantissimi post in cui l’anguria, il frutto per eccellenza dell’estate, è usato come simbolo del sostegno alla Palestina. Se vi state chiedendo perché, dobbiamo tornare indietro a qualche anno fa, precisamente il 2007, quando l’artista Khaled Hourani creò The Story of the Watermelon per un libro intitolato Subjective Atlas of Palestine. La sua immagine stilizzata di una fetta di cocomero è diventata una vera e propria bandiera.

Il motivo per cui l’anguria si è prestata bene a diventare simbolo del sostegno ai palestinesi è da rintracciare anche nei suoi colori, che sono gli stessi della bandiera del Paese: rosso, bianco, nero e verde. Tutto qui? Ovvio che no. Secondo alcune tesi, è stato scelto proprio questo frutto anche per ciò che rappresenta in natura, ossia la fertilità e l’abbondanza.

L’anguria sposa la causa palestinese: un frutto per la libertà

Se vedete un’anguria sui social, quindi, sappiate che è simbolo del sostegno ai palestinesi. Pertanto, se decidete di condividerla state prendendo una posizione in merito alla guerra in Medio Oriente. Un altro motivo per cui il cocomero è utile per parlare del conflitto riguarda la censura. Mettendo una foto del frutto si eludono i filtri dei contenuti settati dai codici algoritmici e non si corre alcun rischio. Basta dare uno sguardo agli hashtag #SaveSheikhJarrah e #FreePalestine per rendervi conto della portata del ‘fenomeno’.