Il femminicidio si è consumato tra le mura domestiche. Una casalinga è stata accoltellata dal marito che poi ha chiamato i soccorsi in stato confusionale.
Negli ultimi quattro giorni in Italia tre donne uccise e una in fin di vita. La scia di sangue dei femminicidi non sembra destinata ad arrestarsi e nel nostro Paese si parla ancora troppo poco di leggi atte alla prevenzione. Perché il femminicidio è una realtà agghiacciante, anzi, un massacro: si stimano oltre 150 casi all’anno in Italia.
Per fermare questo stillicidio di vittime innocenti è urgente una riforma legislativa ma, prima ancora, è necessario un cambiamento di mentalità.
L’ultimo femminicidio a Cagliari
L’ultimo femminicidio si è consumato oggi pomeriggio, nel Caglieritano. La vittima, Angelica Salis una casalinga di 60 anni, è stata colpita ripetutamente dal marito con un coltello da cucina. Il delitto si sarebbe compiuto in un appartamento del quartiere Quartucciu in provincia Cagliari, in via Sarcidano al numero 34.
L’imputato, Paolo Randaccio (67 anni), avrebbe ucciso a coltellate la moglie e poi, in stato confusionale, avrebbe chiamato i soccorsi che non hanno potuto far altro che constatare il decesso della donna. L’uomo adesso si trova in stato di fermo nella caserma dei carabinieri, a Quartu Sant’Elena.
I vicini raccontano di aver udito un’accesa discussione, ma nulla di più. Stando alle ricostruzioni sembra che la donna avesse problemi di salute. La coppia aveva tre figli, tutti sposati e residenti nell’area di Cagliari.
Un fatto sconcertante, che si aggiunge alla drammatica escalation di femminicidi delle ultime ore. Secondo i dati Istat le donne uccise nell’ambito affettivo/familiare sono il 90%; nel nostro Paese il tasso di femminicidi supera di conseguenza quello di omicidi. La maggior parte dei femminicidi sono consumati all’interno delle mura domestiche: le vittime, quindi, conoscono il loro assassino.