Amadeus, la scioccante rivelazione: ‘Da bambino in ospedale…’

Amadeus, la scioccante rivelazione: ‘Da bambino in ospedale…’

Per un trauma infantile, Amadeus soffre di ipocondria. La moglie Giovanna Civitillo ironizza: “Lo prendiamo in giro sennò diventiamo matti”.

Un trauma può avere ripercussioni per tutta la vita, anche se lo si è vissuto durante i primi anni dell’infanzia. Lo sa bene Amadeus il quale, a causa di una brutta esperienza vissuta da bambino, oggi soffre di ipocondria. Come lui stesso afferma, si tratta di una paura che risale anni addietro e che sulla quale la moglie, Giovanna Civitillo, fa ironia per cercare di smorzare la tensione in casa. Cosa è successo al conduttore, tanto da renderlo così fobico?

Amadeus e la sua ipocondria: “Tutto parte da lontano”

Amadeus ha spiegato le ragioni per le quali soffre di ipocondria da diversi anni. Il conduttore, infatti, ha spiegato – secondo quanto dichiarato in una intervista rilasciata a Oggi, che “A sette anni venni ricoverato per due mesi in ospedale per una nefrite: fu un momento molto difficile che probabilmente non ho mai superato. Certi traumi ti restano addosso. E oggi le malattie mi terrorizzano“.

Amadeus

Per questo motivo, da allora, ha sempre un atteggiamento molto apprensivo con la sua famiglia, tanto da chiamare la moglie e il figlio anche quattro volte al giorno. Inoltre, per evitare di prendere farmaci, il presentatore ha sottolineato di aver adottato un regime alimentare sano, senza carne rossa, né sale: “Ecco perché seguo un’alimentazione controllata. Fra mangiare e bere come non ci fosse un domani ed esser costretto ad assumere farmaci per tutta la vita per il colesterolo, preferisco un’alimentazione sana e facendo a meno delle medicine“.

L’ironia di Giovanna Civitillo

Anche se le fobie e l’ipocondria di Amadeus sono comprensibili e rispettabili, la moglie del conduttore televisivo, Giovanna Civitillo, cerca di smorzare un po’ la tensione, derivata da questi suoi comportamenti, ironizzando sulla situazione: “Per fortuna ogni tanto io e mio figlio, quando il padre non c’è, ci concediamo delle ‘serate schifezze‘. Patatine, salse, chi più ne ha più ne metta. A lui basta un brufolo per pensare male e farne un possibile motivo di ansia. Come si convive in casa? Prendendolo in giro dal mattino alla sera. Scherzandoci sopra. Altrimenti usciremmo pazzi”.

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