Cos’è l’alessitimia? Ecco tutto quello che c’è da sapere su un disturbo psichico che, pur non essendo una malattia, è sempre più diffuso.
Essere incapaci di provare emozioni è un conto, ma non essere in grado di riconoscerle è tutt’altra cosa. Stiamo parlando dell’alessitimia, un disturbo che nasce nella prima infanzia ed è strettamente collegato al rapporto madre-figlio. Vediamo cos’è, quali sono i sintomi e la cura.
Alessitimia: cos’è e come si manifesta
Chiamata anche analfabetismo emotivo, l’alessitimia indica la ridotta da capacità di riconoscere le emozioni, sia le proprie che quelle degli altri. Non va confusa con l’anaffettività, che indica persone incapaci di provare emozioni.
Il termine alessitimia viene dal greco e si compone del prefisso a-, che indica ‘mancanza’, lexis, che significa ‘parola’, e thymos, che si traduce con ‘emozione’. La psicologia non la riconosce come patologia, ma sottolinea che può comunque causare una serie di disturbi, sia fisici che psichici.
Le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nella formazione e nello sviluppo dell’individuo, sia per quanto concerne la conoscenza di sé che nel rapporto con gli altri. Secondo gli studiosi, infatti, la risposta emotiva coinvolge tre sistemi: neurofisiologico, motorio e comportamentale e cognitivo-esperienziale.
Quando manca un collegamento tra il livello cognitivo-esperienziale e quelli neurofisiologico e motorio-comportamentale si scatena l’alessitimia. La causa è da rintracciare nello sviluppo delle emozioni, presenti nell’individuo fin dalla nascita ma con un’organizzazione più complessa che si sviluppa nella prima infanzia, in rapporto alla qualità della relazione tra madre e bambino.
Alessitimia: sintomi, patologie correlate e cura
Le persone che soffrono di alessitimia sono incapaci di identificare le proprie emozioni e di differenziare gli stati fisiologici e motori comportamentali di attivazione. Questo significa che i soggetti non riescono ad avere una regolazione individuale, sia nella componente cognitiva e verbale che in quella relazionale e interpersonale.
Gli individui alessitimici, non essendo capaci di regolare le emozioni, attuano comportamenti disfunzionali. Ricordiamo, inoltre, che parliamo di soggetti che non sono in grado neanche di cogliere gli stati emozionali degli altri. Di conseguenza, hanno scarsa o nulla empatia, difficoltà nell’introspezione e nel dialogo con gli altri, che risulta sempre piatto e privo di fantasia o immaginazione.
Come se non bastasse, non riescono a collegare le emozioni alle sensazioni corporee, preferiscono la solitudine alla compagnia degli altri, hanno rigidità posturale e mancanza di espressioni del volto. Sul versante dei disturbi psicosomatici, possono manifestarsi: ipertensione, malattie gastrointestinali o croniche, depressione maggiore, ansia, attacchi di panico, disturbo post traumatico da stress e disturbi del comportamento alimentare.
L’alessitimia si cura con la psicoterapia, che punta ad una rieducazione emotiva e ad uno sviluppo dell’intelligenza emotiva.