Riemerge la lettera che Adriano Celentano aveva scritto sei giorni dopo la morte di Mia Martini, nel 1995: duro sfogo contro chi l’ha messa in un angolo.
Erano trascorsi sei giorni dalla morte di Mia Martini, avvenuta il 12 maggio del 1995. Sei giorni dopo il Corriere della Sera pubblico una lunga lettera di Adriano Celentano. Una lettera di denuncia verso quel mondo dello spettacolo che a Mimì aveva voltato le spalle, che aveva escluso la grande interprete, una delle voci più belle mai ascoltate. Complice anche il biopic Io sono Mia, che ha visto Serena Rossi nei panni dell’artista, si è tornato a parlare moltissimo di Domenica Bertè, questo il suo vero nome.
Ed è venuta di nuovo alla luce quella lettera di Celentano, che suona ancora attuale. “Finalmente si è capito chi sono quelli che veramente portano jella: quelli del mondo dello spettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di questo mondo di merda, pieno di ipocrisia, deve avere qualche rimorso: in fin dei conti hanno contribuito non poco ad accorciare la vita di Mia Martini”.
Adriano Celentano: il Molleggiato attacca il mondo dello spettacolo
Un lungo sfogo, quello di Adriano Celentano, che ha difeso Mia Martini e che ha condannato chi senza mezzi termini chi le ha impedito di fare quello che amava di più, cantare. “Non parlo solo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti, microfonisti, editori, arrangiatori e affini, che quando la vedevano si toccavano dando corso al barbarico rito degli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpreti d’Europa) l’unica cosa che chiedeva ai falsi dello spettacolo era solo un po’ di affetto“, scriveva il Molleggiato.
“Ora gli stessi che, per anni le hanno somministrato il micidiale veleno costringendola all’isolamento totale, senza poter lavorare, lei che di bravura se li mangiava tutti, sono quelli che ora fingono di compiangerla esaltandone le qualità.(…) A te, Mimì, hanno fatto un favore mica da poco… Sei finalmente tornata a casa. Quella “Casa” dove anche il più piccolo dei tuoi respiri non passerà inosservato, poiché l’amore che ti circonda non ha confini e la sua intensità è al di là di ogni descrizione”.
Adriano Celentano e Mia Martini: il ricordo
Poi conclude così, Celentano su Mia Martini: “Anche tu, come ognuno di noi, avevi una missione e forse sarà proprio questa tua sofferenza passata sulla terra che salverà tanta gente dalla spietata aggressione di quelle maldicenze che feriscono, emarginano e talvolta uccidono. Mentre ti spegnevi, un nuovo raggio di luce nasceva per illuminare i tanti a comprendere che nessuno può portare jella a un altro, se qualche volta c’è, è perché ce la siamo creata da soli. Nessuno ce la può dare”.