Adriana Volpe torna a parlare della condanna confermata dal Tribunale di Milano, raccontando qual è stata la sua prima reazione alla notizia.
La faida tra Adriana Volpe e Giancarlo Magalli non è ancora finita, nonostante il verdetto ufficiale del Tribunale di Milano che ha condannato il conduttore che dovrà risarcire i danni all’opinionista del GF Vip 6 per diffamazione.
Ora, la Volpe torna a parlare della sentenza in una nuova intervista, rilasciata al settimanale Ora, di questa sentenza e di cosa ha provato non appena ha saputo la notizia della delibera: “Ho pianto ed è stato un pianto liberatorio. E poi mi sarei aspettata che al termine del processo Giancarlo si fosse avvicinato a me chiedendomi scusa. Per anni ha infangato sia la mia credibilità professionale sia la mia dignità di donna e di madre e pare proprio non essersi reso conto della gravità delle sue azioni. Purtroppo ancora una volta il suo comportamento mi ha ferito e deluso”
Parole forti contro l’ex collega, che a quanto pare oltre a scrivere la sua opinione su Facebook, non ha dimostrato con nessun gesto di essere quanto meno dispiaciuto per l’accaduto.
Adriana Volpe, poi aggiunge: “Ancora una volta ha scritto un post per screditarmi e questa volta ha denigrato anche il lavoro del tribunale e dei giudici. E’ triste che un personaggio del suo calibro si nasconda dietro ad un dito invece di cercare di porre rimedio a insulti, attacchi e gravi allusioni che mi hanno offeso per anni e che hanno provocato dolore a me e alla mia famiglia. Secondo me aveva la piena certezza che tutto sarebbe finito prima o poi a tarallucci e vino e che le denunce nei suoi confronti sarebbero state archiviate”
Per la showgirl questi anni sono stati duri, tanto che ha anche pensato di lasciar perdere tutto e mandare la sua carriera all’aria. Ecco cosa ha rivelato: “In alcuni casi ho pensato di mollare tutto perché mi sembrava di pedalare a vuoto e che non si arrivasse mai alla fine. Sono stati mesi, anni duri, soprattutto quando in Rai sono stata allontanata dal programma. Mi sentivo umiliata, screditata, sopraffatta”