Cos’è la cardiomiopatia ipertrofica? Ecco cosa c’è da sapere su una malattia che, se presa in tempo, consente di vivere in modo normale.
La cardiomiopatia ipertrofica è una malattia potenzialmente letale, ma se presa in tempo e curata nel modo corretto consente di vivere un’esistenza assolutamente normale. Secondo le stime, infatti, ogni anno muore un paziente su 100. Vediamo cos’è e quali sono le cause, i sintomi e la cura.
Cardiomiopatia ipertrofica: cos’è, cause e sintomi
Malattia potenzialmente letale causata da una mutazione genetica, la cardiomiopatia ipertrofica comporta il progressivo ispessimento del muscolo cardiaco. Questa ‘trasformazione’, se non viene individuata per tempo, va a compromettere la normale funzionalità del cuore. Purtroppo, è una patologia silente, che potrebbe anche non dare alcun tipo di sintomo per anni.
Nella cardiomiopatia ipertrofica, il ventricolo sinistro diviene meno elastico. Questo significa che ha una ridotta capacità di distendersi e accogliere il sangue al suo interno. La conseguenza principale è l’insufficienza cardiaca diastolica del cuore, ma può manifestarsi anche una ostruzione del setto che separa i due ventricoli seguita da una distorsione dell’apparato valvolare mitralico. In rari casi, invece, si ha una forma dilatativa con scompenso cardiaco. Quest’ultima forma della malattia è quasi sempre letale.
Quando sintomatica, la patologia provoca: aritmie, vertigini, svenimenti, fiato corto (dispnea), affaticamento e palpitazioni. Se associata a ischemia miocardica, possono manifestarsi anche disfunzioni microvascolari che provocano dolore toracico, sia a riposo che in situazioni di sforzo.
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Diagnosi e cura della malattia cardiaca
La cardiomiopatia ipertrofica è una malattia ereditaria (la percentuale di trasmissione da un genitore al figlio è del 50%), ma non può essere prevenuta. La diagnosi avviene dopo una visita cardiologica accurata, ma per confermare la patologia possono essere richiesti diversi esami, come: ecocardiogramma, elettrocardiogramma, ECG dinamico secondo Holter, cateterismo cardiaco, risonanza magnetica e indagini genetiche.
Generalmente, la cura della cardiomiopatia riguarda il miglioramento dei sintomi, così da evitare morti improvvise. In presenza di ostruzione, oltre a determinati farmaci, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico di settostomia, l’alcolizzazione del setto interventricolare, il trapianto o l’installazione di un defibrillatore automatico interno.