Intervistata al podcast BSMT, Aurora Ramazzotti ha raccontato il duro lavoro su se stessa per affrontare una sorta di ansia sociale.
Ha spesso mostrato alcune delle sue fragilità sui social e ammesso che anche grazie al compagno Goffredo Cerza è riuscita, in parte, a superarle. Stiamo parlando di Aurora Ramazzotti che al podcast di Gianluca Gazzoli, BSMT, ha riflettuto sul duro lavoro svolto su se stessa in merito ad una certa ansia sociale che sente e che deriva dall’idea che le persone abbiano dei pregiudizi nei suoi confronti.
Aurora Ramazzotti, l’intervista a BSMT
Con grande sincerità e apertura mentale, Aurora Ramazzotti ha voluto parlare al podcast di Gianluca Gazzoli, BSMT.
La figlia di Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti ha spiegato una situazione poco felice della sua vita che la vede, di fatto, lottare contro l’idea che le persone abbiano dei pregiudizi verso di lei.
Nello specifico, la Ramazzotti ha detto di vivere “pensando che la persona che ho davanti ha un pregiudizio nei miei confronti un po’ perché purtroppo la mia vita mi ha portata a pensarlo, un po’ perché il telefono ci ha portato alla condizione di sapere anche un po’ troppo, secondo me, di quello che le persone possono pensare”.
I pregiudizi e l’ansia sociale
Aurora ha proseguito a BSMT dicendo di aver dovuto lavorare molto su di sé per superare questa situazione e di aver capito che, alla fine, “il pregiudizio viene dalla natura umana”.
Aldilà della vita di tutti i giorni, tale sensazione in Aurora si manifesta anche sui social: “Sui social sicuramente non si può controllare, ma nella mia vita di tutti i giorni io sto lavorando molto per andare contro a questa mia tendenza a voler costantemente far cambiare idea a tutti ed essere amata da tutti”.
“È proprio una cosa intrinseca che ho io perché siccome ho l’ansia che uno pensi che io me la tiri o sia stronza o sia snob e quant’altro, io voglio invece sempre dimostrare che non è così”, ha spiegato meglio la figlia della Hunziker ammettendo che “questa cosa spesso mi causa anche un po’ di ansia sociale perché ovviamente diventa una responsabilità anche troppo grande”.