Un drammatico femminicidio ha sconvolto l’opinione pubblica nell’aprile 2020: ecco chi è Antonio Vena, l’assassino di Alessandra Cità.
Antonio Vena, ex guardia venatoria poi operaio in una ditta di serramenti, nell’aprile 2020 ha ucciso la compagna Alessandra Cità, tranviera di Atm, con un fucile a pompa. Conosciamo meglio la tragica vicenda, soffermandoci sulla figura del reo confesso dell’efferato omicidio.
Chi è Antonio Vena: biografia e carriera
Antonio Vena originario della provincia di Palermo, è nato a Gangi, tra il 1972 ed il 1973. Tra le sue esperienze professionali figurano quelle come guardia venatoria, meccanico ed operaio in una ditta di serramenti.
L’ultima professione svolta prima dell’omicidio della compagna è quella di operaio della Duka. L’uomo viveva e lavorava a Bressanone, in provincia di Bolzano, ed a causa dell’emergenza Covid nell’aprile 2020 si trovava in ferie forzate ed in quarantena in Lombardia.
Dalle denunce dall’ex moglie all’omicidio di Alessandra Cità
Antonio Vena aveva dei precedenti: in passato era stato denunciato due volte per violenza dall’ex moglie. Gli episodi risalgono al 2009 ed al 2012 quando la coppia viveva a Chiusa, in Alto Adige.
Da quanto emerso dalla ricostruzione dei fatti, l’uomo nel 2012 ha ricevuto un’ulteriore denuncia, dopo aver inseguito la donna in macchina. Un episodio conclusosi con un tamponamento che causò alla donna un’uscita fuori strada. La coppia in seguito si separò senza strascichi, anche perché l’uomo intraprese poco dopo una nuova relazione proprio con Alessandra.
A distanza di anni dalle denunce dell’ex moglie, l’uomo si è macchiato dell’omicidio di Alessandra Cità. Un drammatico femminicidio avvenuto a Truccazzano, nella provincia di Milano, il 18 aprile 2020. La compagna lo ospitava per la quarantena da circa due settimane quando ha perso la vita. L’uomo l’ha uccisa sparandole un colpo alla testa con un fucile a pompa, freddandola nel sonno.
Il movente? Pare che la donna volesse porre fine alla loro relazione ma decise comunque di ospitarlo per via della quarantena. Una convivenza forzata che alimentò in lui la gelosia.
In un raptus di follia, l’uomo ha impugnato un calibro 12 a pompa, che la donna possedeva in casa legalmente, sparandole alla testa. Poi ha lasciato il corpo della vittima sul letto, per costituirsi dai carabinieri.
L’omicida, reo confesso, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato nel luglio 2021 ha ricevuto la sentenza di ergastolo. Confermata anche in appello nel marzo 2022, con decadenza della premeditazione.
La storia tra Antonio Vena ed Alessandra Cità
Quando si è consumata la tragedia nell’aprile 2020, Antonio ed Alessandra stavano chiudendo la loro relazione di 9 anni, pare che il rapporto fosse compromesso da tempo. I due stavano insieme dal dicembre del 2012, come documentato dai social.
La coppia gestiva una relazione a distanza: lei viveva e lavorava nel Milanese, mentre Vena per lavoro trascorreva solo il fine settimana con lei in Lombardia. Nonostante la decisione di lasciarsi, nel periodo della pandemia da Covid, lei lo aveva ospitato.
Antonio era infatti bloccato in Lombardia in quarantena ed era rimasto a casa di Alessandra. Un gesto di altruismo che creò ulteriori tensioni tra i due, dovuti alla gelosia di Vena.
Chi era Alessandra Cità?
Alessandra Cità ha perso la vita nell’aprile 2020, all’età di 47 anni. La donna di origini siciliane, viveva ad Albignano, frazione di Truccazzano. Era dipendente dell’Atm (Azienda Trasporti Milanesi) e durante la sua giornata di lavoro guidava il tram numero 27.
Curiosità su Antonio Vena
– Tra gli interessi dell’uomo, prima della drammatica vicenda di cronaca nera, c’erano i rally ed i motori.
– Nella puntata di “Amore criminale” del 17 dicembre 2024, in onda dalle 21.20 su Rai 3, Veronica Pivetti ha avuto modo di ricostruire la drammatica storia di Alessandra Cità, uccisa dal compagno Antonio Vena.