Lo skiplagging è sempre più diffuso, ma le compagnie aeree stanno correndo ai ripari: ecco cos’è il metodo per risparmiare sui biglietti.
Quanti viaggiano spesso in aereo avranno di certo sentito parlare del cosiddetto fenomeno skiplagging. E’ un metodo che consente di risparmiare sui biglietti, ma non è detto che sia così conveniente, soprattutto per le cause che potrebbe comportare. Vediamo cos’è e come funziona.
Skiplagging: cos’è il metodo per risparmiare sui biglietti aerei
Viaggiare in aereo risparmiando non è illegale, anzi. Eppure, quando si mette in atto lo skiplagging si potrebbe incorrere in qualche problemino. Questo fenomeno, che si sta diffondendo a macchia d’olio, consente di acquistare i biglietti a un costo più basso e il suo funzionamento è assai semplice.
In sostanza, si scelgono voli che prevedono uno scalo, ma la meta non è la città finale. Ad esempio, si acquista un volo con partenza da Roma e destinazione New York con scalo a Miami. L’utente non ha intenzione di visitare la Grande Mela, ma è interessato a Miami. Pertanto, al momento dello scalo non cambia aereo, ma lascia l’aeroporto e si gode la vacanza.
Lo skiplagging si è diffuso per un motivo molto semplice: la maggior parte dei viaggiatori predilige voli diretti, motivo per cui quelli con scalo costano meno. Ovviamente, questa pratica può essere sfruttata soltanto da coloro che viaggiano con bagaglio a mano, in quanto durante gli scali le valige in stiva non vengono gestite dai rispettivi proprietari ma dalle compagnie.
Cosa si rischia con lo skiplagging?
Generalmente, coloro che sfruttano lo skiplagging non acquistano il biglietto di ritorno. Il motivo è molto semplice: le compagnie aeree, laddove il viaggiatore abbia acquistato un ticket A/R e non si sia presentato sul volo finale, possono tranquillamente annullare il ritorno.
Pur non essendo illegale, lo skiplagging viene apertamente condannato dalle compagnie aeree. Oltre all’annullamento del biglietto di ritorno, potrebbero mettere in atto altre ‘punizioni‘, come: divieto di volare per 3 o più anni, azioni legali, revoca delle miglia e dello status d’élite.
Questo fenomeno, infatti, oltre causare ritardi sui voli e conseguenti disagi per gli altri viaggiatori, va ad alterare la strategia di mercato delle compagnie aeree. Non a caso, in molte stanno correndo ai ripari. Alaska Airlines e United, ad esempio, si riservano la facoltà di intraprendere azioni legali contro i clienti che cedono allo skiplagging. Non solo, sono anche disposti a vietare agli utenti incriminati di viaggiare nuovamente con loro.