Zucchero parla della fragilità dei giovani artisti e si scaglia contro i talent: “Molti giovani vengono bruciati in fretta”.
Zucchero Fornaciari è una leggenda del panorama musicale, non solo italiano ma internazionale. In un’intervista il cantante ha espresso il suo punto di vista sui giovani artisti e sull’industria musicale di oggi, senza risparmiarsi qualche critica.
In occasione dell’uscita del suo nuovo album Discover II, il cantante ha raccontato gli inizi difficili della sua carriera e condiviso riflessioni su come i cambiamenti nell’industria influiscano sulle nuove generazioni di musicisti. Ma scopriamo che cosa ha dichiarato.
Zucchero sui giovani: “Non hanno le spalle larghe”
Durante l’intervista, il cantante ha dichiarato: “Oggi leggo di artisti giovani che hanno crolli emotivi: credo sia normale, quando non si fa gavetta non si hanno le spalle larghe per sopportare ciò che questo mestiere comporta“.
A differenza degli anni passati, dove il percorso verso la fama era lungo e pieno di ostacoli, oggi il sistema dei talent show lancia i nuovi artisti rapidamente, esponendoli a pressioni forti senza la preparazione necessaria.
“Perché adesso, penso ai talent, gli artisti li bruciano subito. Ai nostri tempi c’era la possibilità di fare più dischi, le case discografiche investivano sui progetti, davano tempo” ha criticato.
La gavetta di Zucchero: un esempio per i musicisti di oggi
Zucchero ha ricordato le difficoltà degli inizi, quando a soli 23 anni decise di investire i pochi risparmi in una vita indipendente, affrontando una realtà spesso “disperata” e piena di sacrifici.
“A 23 anni decisi di sposarmi e d’investire i risparmi che non avevo per andare a vivere in una casa davvero modesta che, avrei capito poi, non voleva nessuno. Lì divenne tutto in salita” ha raccontato il cantante.
Sul mercato attuale della musica lui rimane un’icona, ma come fa a resistere nonostante gli anni? “Per la mia generazione è difficile – spiega Zuccero – perché il mercato si misura con parametri che non sono i nostri e ritmi che non ci appartengono. I dischi, parliamoci chiaro, non si vendono più. Si resiste, a livello di potere rispetto ai discografici, grazie a ciò che si è seminato. Ma tanto contano solo gli stream e quanto il cantante è social“.