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Proverbi umbri in dialetto con traduzione in italiano

Persone che passeggiano in piazza IV novembre perugia

Vi proponiamo una selezione di proverbi umbri in dialetto, accompagnati dalla relativa traduzione in italiano.

Regione che vai, modi di dire in dialetto che trovi. Vi presentiamo una selezione dei proverbi umbri piĆ¹ famosi, con relativa traduzione in italiano. Se avete in mente un viaggio a Perugia e dintorni, mettetevi alla prova, oppure fatelo per semplice curiositĆ .

I proverbi umbri piĆ¹ famosi

L’Umbria, cosƬ come tutte le altre regioni italiane, vanta bellezze uniche nel suo genere. Tralasciando i centri piĆ¹ grandi e conosciuti come Perugia e Assisi, ci sono tanti altri gioiellini che meritano una visita: da Narni a Todi, passando per Spello, Bevagna e Corciano. Girovagando per questi bellissimi borghi potreste anche sentire gli abitanti pronunciare alcuni dei proverbi piĆ¹ famosi. Se non volete farvi trovare impreparati, date un’occhiata alla selezione dei modi di dire che abbiamo preparato per voi:

  • Chi cciĆ  la mojie bella sempre canta e chi cciĆ  pochi quatrini sempre conta. (Chi ha la moglie bella canta e chi ha pochi denari li conta sempre)
  • Occhi vianchi e capilli rusci nte fidĆ  se ni cunusci. (Occhi bianchi e capelli rossi, non ti fidare se non li conosci)
  • Chi vĆ  a letto che je rode ā€˜l culo, sā€™alza che je puzza ā€˜l deto. (Chi ignora i propri problemi, prima o poi se li ritrova davanti)
  • Finirno i pregiutti anche ta Sorbo. (Sono finiti i prosciutti anche a Sorbo, per dire che cā€™ĆØ rimasto poco di ciĆ² che cā€™era allā€™inizio)
  • Chi se rinnova lu giornu de Maria, ĆØ libiru da ogni maladia. (Chi indossa lā€™abito nuovo il giorno di Maria, ĆØ libero da ogni malattia)
  • ā€œVeni avanti e provarai!ā€ disse lu voe a lu jovenco. (ā€œQuando crescerai ti renderai conto cosā€™ĆØ la fatica!ā€ disse il bue anziano al vitello giovane)
  • Anno fungaru, annu tribulatu. (Anno ricco di funghi, anno ā€œtribolatoā€)
  • Maggiu asciuttu, pan per tuttu. (Maggio asciutto, pane dappertutto)
  • Lā€™acqua de febbraru arrempe lu granaru. (Lā€™acqua di febbraio riempie il granaio)
  • Santa Lucia ā€˜l giorno piĆ¹ curto che ci sia. (Santa Lucia il giorno piĆ¹ corto che ci sia)
  • Eā€™ caduto de la padĆØla ā€˜n tu la brĆØge. (Eā€™ caduto dalla padella nella brace)
  • Eā€™ come mette la cravatta a lu porcu. (E’ come mettere la cravatta al maiale, per indicare una persona grezza cerca di ostentare raffinatezza)
  • Ecco, fa come i perugini che peā€™ fa i fini dal pane je dicono ā€˜l pĆØne. (Ecco, quello la fa come i perugini che per essere raffinati chiamano pĆØne il pane)
  • Vaā€™ a fĆ  ā€˜l bene dai somari. (Vai a far del bene ai somari)
  • A la Madonna Candelora de lā€™inverno sĆ©mo fĆ²ra. (Per il giorno della Madonna Candelora dallā€™inverno siamo fuori)
  • Cā€™entra perchĆ© ce cape. (Cā€™entra perchĆ© non puĆ² essere altrimenti)
  • Anghe la prĆØscia vĆ²le lu tembu sua. (Anche la fretta ha bisogno di tempo)
  • Co nā€™ occhio guarda Assisi e coā€™ uno Spoleto. (Con un occhio guarda Assisi con lā€™altro Spoleto, per dire che una persona ĆØ strabica)
  • Ta lassa staā€™ ā€˜i hon fregat la moglie. (A quello che diceva di lasciare sempre stare, alla fine gli hanno rubato anche la moglie)
  • ArtornĆ ā€™ ntollā€™ovo. (Tornare nellā€™uovo, per dire tornare bambino)
  • A casa deā€™ sonatori se sona male. (A casa dei suonatori si suona male)
  • Dallā€™antru munnu in ā€˜ĆØ tornatu mai niciunu. (Dallā€™altro mondo non ĆØ tornato mai nessuno)
  • Fa quel chā€™il prete dice, noā€™ quel che il prete fa. (Fa quello che il prete dice, non quello che lui fa)
  • Se a lu vescuvu de Terni je casca lu pastorale, je va for de diocesi. (Se al vescovo di Terni cade il pastorale, gli esce dalla diocesi)
  • Nā€™ sā€™arbatā€™ un chiodo. (Non si ribatte un chiodo)
  • ZĆ©nt trista nominat e vista. (Persona cattiva nominata e vista)
  • Cane cā€™abbaia non mozzica mai. (Cane che abbaia non morde mai)
Spoleto, cattedrale Santa Maria Assunta

Proverbi umbri per tutte le circostanze

Ovviamente, i proverbi umbri possono variare in base al dialetto della zona in cui vi trovate. Di seguito, un’altra selezione dei detti popolari piĆ¹ famosi:

  • Costa piĆ¹ che ā€˜l sale a Perugia. (Costa piĆ¹ che il sale a Perugia, per indicare qualcosa di molto caro)
  • Chi rubba cciĆ  la robba, chi lavora cciĆ  la gobba. (Chi ruba ha la roba, chi lavora la gobba)
  • La donna e lu focu voā€™ stuzzicati ā€˜gni pocu. (La donna e il fuoco vanno stuzzicati)
  • Quanno pozzo mā€™appallozzo, spesso pozzo. (Quando posso mi riempio la pancia, spesso posso)
  • Chi va co lu cioppu o ciĆ²ppica o scjanchƬa. (Chi va in compagnia dello zoppo, o zopicca anche lui o comunque cammina in modo strano)
  • Tanto chi rubba che chi tĆØne er sacco. (Sia quello che ruba che chi tiene il sacco ĆØ un ladro)
  • Morto Cristo, smorzati li lumi. (Morto Cristo, spegnete le luci, per dire che dopo un atto triste non se ne parla piĆ¹)
  • Quanno soā€™ troppi galli a cantĆ  ā€˜n sĆ© fa mae ghjorno. (Quando sono troppi galli a cantare non si fa mai giorno)
  • Co lu tempu e la paia maturaro nchƬ e nespule. (Con il tempo e la paglia maturarono anche le nespole)
  • Lā€™avaru ĆØ come lu porcu, ĆØ bonu quannā€™ĆØ mortu. (Lā€™avaro ĆØ come il maiale, ĆØ buono quando ĆØ morto)
  • Lu stracciusu passa peā€™ puzzulusu. (Lo straccione passa per puzzolente)
  • Chi vole ā€˜l pan sel fetti, chi ji rode ā€˜l cul sel gratti. (Ognuno pensi per sĆ©)
  • Cā€™ho pochi spicce e poche da spiccianne. (Ho pochi soldi e pochi da cambiarne, per indicare coloro che dicono le cose in faccia)
  • Se stƬa mejo aunno se stƬa pegghio. (Si stava meglio quando si stava peggio)
  • Esseā€™ tutto ā€˜n culo e ā€˜n par de brache. (Essere tutto un culo e un paio di calzoni, per indicare due persone che hanno molta confidenza e si capiscono al volo)
  • Ottenuta la grazia e gabbatu lu santu. (Ottenuta la grazia e gabbato lo santo)
  • Lā€™infernu ĆØ pieno dā€™avvocati. (Lā€™inferno ĆØ pieno di avvocati, per dire che le malelingue si trovano ovunque)
  • Fra la socera e la nora lu diavulu laora. (Fra la suocera e la nuora il diavolo lavora)
  • Lu diavulu tenta tutti. (Il diavolo tenta tutti)
  • Bellezza un si ne magna. (Dalla bellezza non si mangia)
  • Norcia, Cascia e Visse, Dio li fĆØ e poi i li maledisse. E ppuā€™ rivordĆ² la mano e benedisse Cascia, Norcia e Visse. (Questo detto allude al fatto che queste cittadine sono state distrutte da terremoti e poi ricostruite piĆ¹ belle di prima)
  • Lā€™urdimu guccittu ĆØ quillu che fa male. (Lā€™ultimo goccio ĆØ quello che fa male)
  • Immitu dā€™oste non ĆØ senza costu. (Lā€™invito dellā€™oste non ĆØ senza costo)
  • Quannu te sogni che te casca un dente, aspettate la morte dā€™un parente. (Quando sogni di perdere un dente, ti devi aspettare la morte di un parente)
  • Chi vĆ² vive e stĆ  sanu, dai parenti stia lontanu. (Chi vuole vivere e stare sano, dai parenti stia lontano)
  • Chi cade in povertĆ  perde ā€˜gni amicu. (Chi cade in povertĆ  perde ogni amico)
  • Donna pilosa, o matta o virtuosa. (Donna pelosa, o pazza o virtuosa)
  • Chi ā€˜nce nasce, ā€˜n cĆØ pasce. (Chi non ci nasce per un lavoro ĆØ inutile che insista)

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ultimo aggiornamento: 25 Giugno 2024 18:11

PerchƩ si dice in bocca al lupo?