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Michela Murgia: le frasi più belle della scrittrice

Michela Murgia

Vi proponiamo una selezione delle più belle frasi di Michela Murgia, tratte dai social, dai libri e dalle sue interviste.

Michela Murgia è stata una delle autrici italiane più apprezzate del panorama italiano contemporaneo. Da sempre impegnata nella battaglia a favore dei diritti civili e della parità di genere, nelle sue opere ha affrontato moltissimi temi, dalla condizione delle donne in Italia, alla religione e alla vita nella sua terra natia, la Sardegna. Vi proponiamo una selezione delle sue frasi più belle, tratte da libri, social e interviste.

Michela Murgia: frasi tratte dai libri

Nei suoi libri e nei suoi podcast, Michela Murgia ha affrontato temi legati all’universo femminile e alla difficoltà di vivere in un mondo dominato dal patriarcato. Dotata di grande carisma e una forte personalità, nei suoi testi ha sempre cercato di infondere coraggio e speranza alle donne. Ecco una selezione di frasi tratte dai suoi libri:

  • Non metterti a dare nomi alle cose che non conosci, Maria Listru. Farai tante scelte nella vita che non ti piacerà fare, e le farai anche tu perché vanno fatte, come tutti. (Accabadora)
  • Ti ho picchiato perché mi hai detto una bugia. Le mandorle si ricomprano, ma alla bugia non c’è rimedio. Ogni volta che apri bocca per parlare, ricordati che è con la parola che Dio ha creato il mondo. (Accabadora)
  • Il mansplaining, parola resa al meglio in italiano dal neologismo «minchiarimento», è proprio questo: una pratica sessista di superiorità paternalistica esercitata da qualunque uomo che, in una discussione con una donna, si metta a illustrarle le cose in modo accondiscendente e semplificato, dando per scontato che lei ne sappia meno di lui anche quando ci sarebbero abbastanza elementi per supporre il contrario. (Stai Zitta)
  • Se la vita ti porta via qualcosa e ti rende fragile, non è la forza dell’altro che ti serve, ma sapere che la tua debolezza è accolta e capita, che nessuno la teme o la sfugge. (Noi siamo tempesta)
  • Sono sempre stata convinta che l’educazione cattolica abbia ancora un ruolo fondamentale nel fornire chiavi di lettura al nostro mondo, e anche quando crescendo molti abbandonano le convinzioni di fede o quando non le hanno mai avute, quell’imprinting culturale non viene meno, anzi continua a condizionare il nostro stare insieme da uomini e donne con tanta più efficacia quanto meno viene compreso e criticato”. (Ave Mary. E la chiesa inventò la donna)
  • Bisognerebbe difendersi dalle prime volte, perché consumano la nostra capacità di evocare la meraviglia. (Chirù)
  • Non capiva perché le persone passassero tutta la vita a cercare di essere più speciali degli altri: se solo avessero immaginato cosa significava essere diversi in un posto in cui essere diversi voleva dire essere soli, ciascuno si sarebbe accontentato di sé stesso. (Chirù)
  • Essere malati in un certo senso vuol dire essere speciali, ma solo se c’è qualcuno che quella specialità decide di amarla così com’è. Altrimenti essere speciale è solo un modo gentile per dire che sei solo. (Noi siamo tempesta)
  • Come si è nati è una di quelle cose che bisogna farsi spiegare più volte, e dev’essere per questo che dopo, per tutta la loro vita, molti adulti cercano di liberarsi dalle parentele casuali affermandone altre decise da sé con puri atti di volontà. Testimoni di matrimonio vengono assunti come fratelli. (L’incontro)
  • Nell’ora della debolezza alcuni preferiscono diventare credenti piuttosto che forti. (Accabadora)
  • Le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge. (Accabadora)
  • Gli appezzamenti piccoli e irregolari raccontavano di famiglie con troppi figli e nessuna intesa, frantumate in una miriade di confini fatti a muretto a secco, in basalto nero, ciascuno con il suo astio a tenerlo su. (Accabadora)
  • Perché alla fine ha ragione Stephen King, l’orrore è nel quotidiano, non è nel mostro che viene dallo spazio, è nella tazzina di caffè che non hai bevuto perché ha squillato il telefono. (Il mondo deve sapere)
  • È più facile scendere da una montagna che salirci, ma il panorama è migliore visto dalla cima. (Il mondo deve sapere)
  • La tecnica era esattamente quella che mi aspettavo. Una telefonata studiata nei minimi dettagli, di cui mi danno il testo, insieme ad alcune indicazioni. «Sorridi, dall’altra parte del telefono si capisce. Se devi fare una domanda fuori testo, fà in modo che non cominci mai per “non” e che la risposta non possa mai essere “no”. Altrimenti ti seghi da sola.» Hai capito. Chiamale sceme. (Il mondo deve sapere)
Michela Murgia
Michela Murgia

Frasi tratte dai social e dalle interviste

Michela Murgia è scomparsa il 10 agosto 2023 a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute per via del cancro ormai al quarto stadio. Fino all’ultimo, la scrittrice non ha perso la sua forza e ha continuato a combattere per le battaglie alle quali ha dedicato la sua vita. Vi proponiamo una selezione di frasi tratte dalle interviste e dai social:

  • Non ho paura di morire. Ho cinquant’anni, ma ho vissuto dieci vite. Ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare. Ho ricordi preziosi.
  • La differenza tra un esperto e un intellettuale è che il primo è competente nel merito e può parlare di quello, il secondo lo è nel metodo e può parlare di tutto. Quelli che non sono competenti in nulla cercano di spiegare a entrambi come dovrebbero fare il loro mestiere.
  • Dire che il fascismo è un’opinione è come dire che la mafia è un’opinione.
  • Il processo di riappropriazione della propria complessità per le donne deve passare attraverso la costruzione di un sano immaginario del limite. È una questione di sopravvivenza, e non solo in rapporto a se stesse, perché la donna rappresentata da Maria offre anche all’uomo un modello inaccessibile e frustrante con cui rapportarsi. Impossibile da possedere, intangibile al tempo e alla sua consunzione, la donna-santuario resta un mistero davanti al quale o ci si inginocchia o si bestemmia.
  • Io non ho figli, ma ho un’eredità da lasciare: quello che so fare, quello che ho visto, quello che ho imparato a chi andrà? A nessuno? No. Andrà ai figli degli altri, se c’è qualcuno che vorrà imparare.
  • Con dissenso intendo la capacità di contestare chi governa in generale, la disobbedienza civile è una conseguenza e la fa chi si trova a fare delle scelte.
  • Ho coltivato una speciale diffidenza per chi si compiace di dire sempre quello che pensa. Temo con ogni fibra quel tipo di persona che è pronta a scambiare per pensiero il moto casuale di tutto quello che gli passa per la testa e chiama sincerità l’incapacità di controllarlo.

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ultimo aggiornamento: 31 Maggio 2024 16:24

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